Un tempo esistevano gli smartphone della linea Nexus, che venivano forniti con Android stock, in estrema sintesi la versione AOSP del robottino con l'aggiunta delle GApps. Con l'addio ai Nexus e il benvenuto ai Pixel, Google ha via via cambiato l'approccio al firmware dei suoi smartphone, da Android stock a una versione del robottino che a Mountain View sviluppano in maniera specifica per i Pixel.
Così i Pixel si sono allontanati dal concetto di Android puro, e hanno ricevuto tutta una serie di "chicche", di accorgimenti, di funzioni esclusive degli smartphone con la grande G sul retro. Tra queste c'è Personal safety o Emergenze personali in italiano, un'app "che aiuta a prepararti e a reagire in caso di emergenza mettendoti in contatto rapidamente con l'aiuto e le informazioni di cui hai bisogno", all'occorrenza filmando anche dei video in piena autonomia. All'inizio della descrizione viene specificato a chiare lettere che si tratta di "un'app per Pixel", infatti non la si può scaricare su nessun altro smartphone Android.
EMERGENZE PERSONALI PER TUTTI, PROBLEMI NON MANCANO
A circa due anni dal debutto sui Pixel di Emergenze personali le cose potrebbero cambiare. Sono questi almeno gli indizi che i colleghi di 9to5google.com hanno scovato all'interno dell'ultima release dell'app, la 2022.05.25. Diversi i riferimenti nel codice con la dicitura nonpixel, che è piuttosto eloquente come potrebbe evolversi l'app. Anche le descrizioni che accompagnano i diversi passaggi del codice sono diverse: i numerosissimi riferimenti ai Pixel sono stati sostituiti da formulazioni generiche, come Il tuo dispositivo o un semplice Personal Safety utilizzato come soggetto.
Uno dei passaggi più critici per Google, evidenziano i colleghi, dovrebbe essere quello delle autorizzazioni necessarie a livello di sistema affinché Emergenze personali e le sue funzioni possano funzionare a dovere. Una delle possibili soluzioni è di consentire a quelle più "profonde" di agire attraverso i Google Play Services, che dispongono già delle autorizzazioni specifiche che sarebbe necessario avere sugli smartphone Android.
Altro nodo da sciogliere, parzialmente legato al precedente, è quello che riguarda il rilevamento automatico degli incidenti, che combina diversi elementi tra cui gli accelerometri per rilevare gli impatti o i microfoni per incrociare i numeri ai suoni. Le autorizzazioni necessarie non renderanno semplice un rollout urbi et orbi, per cui Google potrebbe decidere di legare la funzionalità a una versione specifica del robottino o di renderla disponibile ai prodotti di alcuni brand.
Insomma, gli aspetti da chiarire sono ancora molti, ma è certo che qualcosa si stia muovendo in Silicon Valley affinché una delle funzioni potenzialmente più importanti, e in questi anni ha dimostrato sui Pixel di essere un salvavita, possa vegliare su milioni di utenti in più.