L'equivalente di Google della Rete Dov'è apre ai tracker di terze parti

1 year ago 174

L'app Trova il mio dispositivo di Google è una delle soluzioni più semplici e immediate per trovare un telefono perso, ma a differenza della soluzione adottata da Apple e Samsung funziona solo con il telefono acceso.

Questo perché le case di Cupertino e di Seul utilizzano una rete che si basa sui dispositivi e sugli smart tag proprietari per triangolare la posizione dei telefoni, che sono localizzabili grazie al Bluetooth a bassa energia e all'ultra wideband (UWB).

Ma anche Google, forte del chip UWB sui suoi Pixel dalla serie 6 in poi e di uno smart tag in fase di sviluppo, nome in codice Grogu, sta lavorando a una soluzione simile, che secondo il sito 9TO5Google aprirà agli smart tag di terze parti.

La rivelazione arriva all'indomani della proposta, da parte di Google stessa e Apple, di uno standard comune per gli smart tag, in modo da evitare il tracciamento indesiderato e i conseguenti pericoli di stalking o peggio.

Questa rete, chiamata Finder Network, sarà quindi in grado di utilizzare la connettività Ultra Wideband (UWB) non solo sui suoi dispositivi, ma anche il Bluetooth di quelli compatibili, che secondo i documenti trapelati comprenderebbero prodotti come Chipolo UNO, Chipolo CARD, eufy Security SmartTrack, Carta Pebblebee e Clip Pebblebee.

Tra questi nomi avrete sicuramente notato la mancanza di due attori di primo piano del settore. Samsung, con i suoi SmartTag, e Tile, uno dei produttori storici di dispositivi di questo tipo, mentre non sorprende l'assenza di Apple e dei suoi AirTag.

La partnership tra Google e Apple per uno standard comune si ferma quindi sulla carta, ma nondimeno il vostro dispositivo Android vi dovrebbe avvisare se qualcuno sta usando un AirTag per spiarvi. Per quanto riguarda Samsung e Tile, invece, sarebbe un'assenza piuttosto grave, ma è possibile che verranno inseriti in seguito nella rete. O almeno si spera. 

Come anticipato in apertura, la nuova rete non si fermerà solo alla localizzazione di oggetti smarriti, ma dovrebbe estendersi anche a quella di telefoni spenti, una funzione di cui abbiamo sentito parlare il mese scorso e che sfrutterebbe la stessa tecnologia. 

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