L’IA come il motore di ricerca: ecco perché Apple si affiderà ad altri

8 months ago 202

Ci sono grandi aspettative per iOS 18, che porterà tante novità estetiche su iPhone, ma che verrà ricordato anche e soprattutto perché sarà la prima versione del sistema operativo a puntare molto sull'intelligenza artificiale. Da ormai parecchi mesi si parla di una rinascita di Siri grazie alla spinta dell'IA generativa e lo stesso Tim Cook ha confermato esplicitamente che Apple sta lavorando da tempo sull'intelligenza artificiale.

Tuttavia, al momento non è ancora ben chiaro cosa aspettarsi: nonostante negli ultimi mesi ci siano state diverse conferme circa l'esistenza di un chatbot basato su IA generativa sviluppato da Apple (con nome in codice Apple GPT), da qualche settimana parecchie fonti affidabili suggeriscono che Apple possa rivolgersi a una società di terze parti e adottare (almeno in parte) un sistema di IA generativa fornito da terzi. Il primo nome a circolare è stato quello di Google Gemini, ma adesso si parla anche di possibili accordi con OpenAI (ChatGPT) e Anthropic.

L'intelligenza artificiale come il motore di ricerca

Sembra quindi che, almeno in parte, Apple si rivolgerà a società di terze parti, al fine di integrare le funzioni di altri chatbot basati su intelligenza artificiale generativa nel proprio sistema operativo. D'altra parte, sappiamo che la società della mela è al lavoro da ormai parecchi anni su propri modelli di IA generativa e, di conseguenza, è probabile che possa adottare un approccio ibrido, ad esempio elaborando in locale (tramite una IA proprietaria) le richieste che possono trovare risposta direttamente sul dispositivo, affidando invece a Gemini, ChatGPT o Anthropic tutte le altre risposte che necessitano l'uso del cloud.

Google Gemini Final 2024

Al momento non ci sono dettagli sugli accordi che Apple sta portando avanti con altre aziende, ma secondo il giornalista Mark Gurman, è possibile che la società di Cupertino possa scegliere di integrare chatbot diversi, lasciando all'utente la possibilità di scegliere quale utilizzare.

Insomma, un approccio molto simile a quello dei motori di ricerca: così come il browser rimane sempre quello e dalle impostazioni è possibile scegliere se usare Google, Bing o quant'altro, è possibile che con iOS 18 potremo selezionare quale IA usare con Siri (ipotizzando che i chatbot in questione vengano integrati in Siri).

Un approccio del genere potrebbe avere molto senso, anche considerando la direzione che stanno prendendo i chatbot, ossia proprio quella di estrapolare risposte utili dal web per gli utenti (che è più o meno quello per cui ci si affida ai motori di ricerca). 

E, soprattutto, gestire un chatbot basato su IA generativa è una discreta rottura, che Apple potrebbe volersi evitare, almeno in un primo momento.

Delegare conviene

Un approccio come quello descritto finora, sebbene possa sembrare lontano dalle corde di Apple (abituata a far tutto da sé), avrebbe anche tanti possibili risvolti positivi per la società.

In primo luogo, Apple potrebbe farsi pagare cifre spropositate dalla società che vorrà diventare l'IA di default di iPhone: esattamente come avviene adesso con il motore di ricerca di default per Google (per cui Alphabet paga 18 miliardi di dollari l'anno), un approccio simile per un chatbot potrebbe essere una discreta fonte di entrate per Apple. Per non parlare del fatto che mantenere una IA generativa in cloud è estremamente dispendioso in termini di risorse utilizzate: in questo modo, sarebbe qualche altra azienda a sobbarcarsi i costi.

Siri

È probabile che un eventuale chatbot di terze parti venga integrato in Siri

Fonte: Unsplash

Inoltre, nonostante gli utenti (e il mercato!) si aspettino un qualche tipo di chatbot conversazionale in iOS 18, gestirne uno prevede molti possibili problemi in termini di privacy ed etica: per Apple, appaltare queste responsabilità a qualcun altro vorrebbe dire liberarsi di parecchi possibili grattacapi.

Infine, questo permetterebbe ad Apple di integrare rapidamente l'IA in tutti i mercati, senza preoccuparsi di dover localizzare a dovere il proprio modello: ad esempio, in Cina potrebbe rivolgersi a provider locali come Baidu, trovandosi quindi ad avere un sistema funzionante con pochissimo sforzo.

Scopriremo cosa ha in mente Apple tra qualche mese, al WWDC 2024: ci si aspetta che Tim Cook e soci spenderanno molto tempo nel raccontare la loro visione dell'intelligenza artificiale, e allora sapremo anche come (eventuali) chatbot di terze parti verranno integrati in iOS.

Read Entire Article