L'UE aumenta i dazi all'importazione di auto elettriche cinesi: indispettita Pechino

5 months ago 171

Acquistare un'auto elettrica non è certamente semplice, perché implica un costo economico maggiore rispetto ad un'auto termica: infatti, ci siamo chiesti quando scenderanno i prezzi. Un aiuto sarebbe potuto arrivare dal mercato cinese, dove i veicoli elettrici sono molto diffusi e che avrebbe potuto alimentare la concorrenza nel mercato europeo abbassandone i prezzi.

Invece, sembra che questo non sarà possibile, perché la Commissione Europea ha annunciato che da luglio aumenteranno i dazi alle importazioni di auto elettriche provenienti dalla Cina. In questo momento i dazi sono pari al 10%, ma, secondo quanto previsto da questa misura, dovrebbero arrivare fino a un massimo del 38,1%.

Perciò, comprare un veicolo elettrico può diventare ancora più complicato: seguire il nostro elenco di auto elettriche più economiche può essere la soluzione per arrivare a un giusto compromesso.

La Commissione Europea ha preso questa decisione dopo un'indagine durata nove mesi, secondo la quale i costruttori cinesi, ricevendo sussidi da parte dello Stato, riescono ad offrire automobili a prezzi più bassi (dumping, ndr) generando, quindi, una concorrenza sleale nei confronti dei produttori europei.

I dazi imposti in questo modo colpiranno in maniera diversa i costruttori cinesi: BYD subirà dazi del 17,4%, il gruppo Geely (proprietario di Lynk & Co, Volvo, Polestar e Smart) subirà il 20%, il gruppo SAIC (proprietario di MG) del 38,1%, mentre tutte le altre società che hanno collaborato ma non sono state incluse subiranno un dazio medio ponderato del 21%, mentre gli altri produttori che non hanno collaborato saranno soggetti a un dazio residuo del 38,1%.

La reazione della Cina non si è fatta attendere tramite il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian: "L'Ue colpisce i propri interessi. Esortiamo l'Europa a collaborare con la Cina e a opporsi al protezionismo per salvaguardare la cooperazione economica e commerciale".

Bisogna però specificare che in questo momento non sono definitivi, perché sono state avviate delle trattative tra le case automobilistiche, l'Europa e la Cina al fine di trovare una soluzione. In caso di mancato accordo dal 4 luglio scatteranno gli aumenti dei dazi, che dovranno essere poi ratificati dagli Stati membri entro il 2 novembre.

Non c'è unione di intenti: Paesi come Francia, Spagna e Italia si sono dichiarati favorevoli ai dazi, mentre Germania e Ungheria sono contrari, dato il loro legame con lo Stato asiatico e la conseguente paura di un'eventuale ritorsione cinese.

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