L'UE vuole migliorare riparabilit e longevit degli smartphone
01 Settembre 2022 0
L'Unione Europea vuole migliorare autonomia e riparabilità degli smartphone: questa settimana è stata pubblicata una prima proposta di legge secondo cui i produttori dovranno:
- fornire almeno 15 pezzi di ricambio diversi ai riparatori professionisti per 5 anni dall'inizio delle vendite di un dispositivo;
- garantire accesso diretto ai consumatori finali ai ricambi più comuni come batterie, display, caricatori, cover posteriori e addirittura carrellini SIM/memory card per 5 anni dall'inizio delle vendite di un dispositivo.
- adottare un'etichetta energetica del tutto analoga a quella vista in altre classi di dispositivo, per esempio televisori ed elettrodomestici cosiddetti "bianchi" (microonde, lavastoviglie, frigoriferi, forni...)
Di fatto l'UE incrementerebbe così il ciclo vitale dei telefoni a cinque anni in media, con molteplici vantaggi - non solo le tasche dei consumatori ne gioverebbero, ma si ridurrebbe in modo significativo l'inquinamento, sia lato produttivo sia lato volume di rifiuti generati, incoraggiando al tempo stesso il riciclo e il riuso delle materie prime più preziose.
Secondo le stime del Financial Times, la mossa equivarrebbe a rimuovere 5 milioni di automobili dalle strade. Vale la pena osservare che l'UE ha citato ragioni ecologiche anche nell'ambito dell'iniziativa del caricatore universale, dicendo che solo questo accessorio genera fino a 11.000 tonnellate di rifiuti elettronici l'anno (solo in Europa, beninteso).
Già allo stato attuale la bozza prevede alcune clausole ed eccezioni. Per cominciare, non si applicherà a dispositivi progettati per essere impiegati in ambienti a elevata sicurezza, e nemmeno a dispositivi pieghevoli o in generale con display flessibili progettati per essere arrotolati, anche solo parzialmente, dall'utente. Inoltre, se il produttore non fosse in grado di fornire batterie di ricambio per almeno cinque anni, dovrà fornire certificazioni di durevolezza molto più severe. Nello specifico: la batteria dovrà avere almeno l'80% di capacità residua dopo 1.000 cicli di ricarica completa. I produttori saranno inoltre obbligati ad assicurarsi che gli aggiornamenti software non abbiano un impatto negativo sull'autonomia complessiva.
Secondo l'ONG ECOS (Environmental Coalition on Standards), la proposta è un buon primo passo nella direzione giusta, ma ci sono margini di miglioramento. Per esempio: perché permettere di scegliere ai produttori tra una batteria super durevole o cinque anni di ricambi? Sarebbe meglio obbligarli a rispettare entrambe le clausole. Inoltre, perché mettere dei limiti al tipo di ricambi direttamente disponibili ai consumatori? Si pongono limiti non necessari alle riparazioni fai-da-te.