La GdF smantella la banda della ‘Treccani’. Menegazzo: “Il nostro compito è preservare l’integrità e la riservatezza dei dati dei cittadini”

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I finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno concluso un’importante operazione, sgominando un’organizzazione dedita al traffico illecito di dati personali profilati appartenenti a numerosissimi ed ignari cittadini italiani.

Si presentavano come agenti della Treccani ma rubavano dati personali. I finanzieri del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche hanno concluso un’importante operazione, sgominando un’organizzazione dedita al traffico illecito di dati personali profilati appartenenti a numerosissimi ed ignari cittadini italiani.

Come funzionava la truffa

Secondo gli investigatori migliaia di generalità comprensive del numero di telefono e dell’indirizzo di residenza di clienti ‘selezionati’ tra gli acquirenti di opere d’arte e numismatica di rinomate aziende del settore, sarebbero state indebitamente sottratte, catalogate e commercializzate, senza il consenso delle vittime, mediante apposite società “schermo” costituite all’estero e intestate a prestanome.

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Un ingegnoso sistema posto in essere unicamente per eludere le normative a tutela dei dati personali dei consumatori e disporre senza vincoli di preziose liste di clienti a cui sottoporre propri prodotti. Gli indagati arrivavano a presentarsi telefonicamente anche come agenti della nota Enciclopedia Treccani, per promuovere in maniera subdola ai malcapitati, con la scusa di rivalutare le opere d’arte già in loro possesso, la vendita di quadri, enciclopedie e altri prodotti una volta fissato l’appuntamento.

Trattamento illecito dei dati

Col. Marco Menegazzo

“La protezione dei dati personali è un primario diritto civile da preservare adottando gli strumenti necessari a mantenere la loro integrità e riservatezza”, commenta a Cybersecurity Italia il Col. Marco Menegazzo, Comandante Gruppo Privacy Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. “L’indubbio valore economico dei dati profilati, impegna il Corpo a prevenire e a contrastare le attività illecite estremamente lucrative che minano le garanzie dei cittadini e di tutti i consumatori”.

Gli indagati (tre campani e un romeno) sostengono di aver acquistato i dati da una società londinese (con tanto di fattura) che però risulta inesistente. Un riferimento estero, ipotizzano gli inquirenti, per rendere più difficili i controlli e per non avere l’onere di dimostrare il consenso degli utenti nella cessione dei dati.

Due le società (con sede a Milano) che fanno capo agli indagati e che detenevano illegalmente le liste clienti: la “Progetto Archivio Storico” e la “Assegnazione Arte“. Nei loro database, su 10.244 nominativi 5.373 erano riconducibili alla Treccani e alla casa editrice Editalia, società al 99% dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato che vende opere d’arte e numismatica.

Gli approfondimenti di natura economica hanno consentito di ricostruire il rilevante giro d’affari per centinaia di migliaia di euro. I fatti per la loro gravità sono stati segnalati anche all’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, dichiara il nucleo della GdF, con richiesta di avviare il procedimento istruttorio propedeutico all’applicazione delle sanzioni pecuniarie previste dal GDPR. Nei casi più gravi si può arrivare ad una multa di 20 milioni di euro.

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