La geopolitica della sovranità digitale, verso un cyberspazio frammentato?

12 hours ago 29

Con l’aumento delle tensioni internazionali e il ruolo centrale delle nuove tecnologie digitali nei settori dell’economia e della difesa, questa tematica non riguarda solo la regolamentazione interna, ma ridefinisce i rapporti di forza tra le nazioni.

Negli ultimi anni, la sovranità digitale è emersa come una delle questioni più strategiche nella geopolitica globale. Il termine si riferisce alla capacità di uno Stato di controllare i propri dati, le infrastrutture tecnologiche e il cyberspazio, garantendo al contempo autonomia, sicurezza e resilienza. Con l’aumento delle tensioni internazionali e il ruolo centrale delle nuove tecnologie digitali nei settori dell’economia e della difesa, questa tematica non riguarda solo la regolamentazione interna, ma ridefinisce i rapporti di forza tra le nazioni.

L’Unione Europea: un modello per l’autonomia digitale

L’Unione Europea è uno degli attori più attivi nel rafforzare la sovranità digitale. Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrato in vigore nel 2018, è stato un primo passo fondamentale dato che ha stabilito standard rigorosi per la gestione dei dati personali e ha influenzato normative analoghe in altre parti del mondo. Tuttavia, l’UE è consapevole che per competere con le superpotenze tecnologiche, serve molto di più.

La strategia per il decennio digitale europeo prevede obiettivi ambiziosi per il 2030, come aumentare la produzione di semiconduttori fino al 20% della quota globale (rispetto al 10% attuale), costruire reti 5G sicure in tutti gli Stati membri e promuovere lo sviluppo di infrastrutture cloud europee. Thierry Breton, Commissario per il Mercato Interno, ha dichiarato che questi passi sono essenziali per ridurre la dipendenza da tecnologie statunitensi e cinesi, garantendo che i dati europei siano conservati e processati in Europa. Questo impegno si traduce anche in finanziamenti significativi, con la Commissione Europea che, nel 2023, ha annunciato un Fondo per la Sovranità Digitale da oltre 43 miliardi di euro.[1]

Le Big Tech americane: potere e dipendenza

Allo stesso tempo, il dominio delle grandi aziende tecnologiche statunitensi, come Google, Amazon e Microsoft, rappresenta un problema sia per la sovranità digitale degli altri Stati sia per gli equilibri geopolitici. Secondo uno studio del 2022 di Synergy Research Group, Amazon Web Services, Microsoft Azure e Google Cloud detengono il 66% del mercato globale del cloud computing. Questa concentrazione di potere crea una dipendenza strutturale per molte economie, che faticano a competere con le risorse e le capacità tecnologiche di queste aziende.

L’UE, ad esempio, sta cercando di costruire alternative europee come Gaia-X, un progetto di infrastruttura cloud in grado di competere con le soluzioni americane. Tuttavia, la sfida è ardua. Se si considera il budget complessivo di Gaia-X, stimato in circa 2 miliardi di euro, questo si pone su livelli decisamente inferiori rispetto alle controparti a stelle strisce. Infatti, gli investimenti annuali di Amazon o Microsoft in R&D superano i 20 miliardi di dollari ciascuno.[2]

Cina e Russia: strategie di controllo e isolamento

Parallelamente, anche attori come Cina e Russia hanno sviluppato un modello di sovranità digitale basato su un forte controllo statale.

Pechino ha emanato, nel 2017 e nel 2021, una legge sulla sicurezza informatica e una sulla sicurezza dei dati che impongono requisiti stringenti sulla raccolta, l’archiviazione e l’accesso ai dati, vietando in molti casi il loro trasferimento fuori dal paese. L’approccio cinese è duplice: da un lato, protegge il cyberspazio nazionale, dall’altro, mira a influenzare gli standard globali nelle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale e il 6G. Huawei, ad esempio, continua a investire miliardi nella ricerca e sviluppo, nonostante le sanzioni occidentali.[3]

Mosca, invece, ha adottato una strada diversa ma altrettanto radicale, basata sul progetto di “Internet sovrano” (Runet), che mira a creare una rete completamente isolata che possa funzionare autonomamente in caso di disconnessione dal resto del mondo. Questo progetto, testato nel 2019 e implementato nel corso degli anni, è una risposta alle crescenti tensioni con l’Occidente. Tuttavia, si ritiene che il costo di tale isolamento potrebbe essere alto: secondo il think tank Carnegie Moscow Center, il progetto potrebbe ridurre del 30% l’efficienza economica delle imprese digitali russe.[4]

Le implicazioni geopolitiche: verso un cyberspazio frammentato?

L’intensificarsi della competizione per la sovranità digitale rischia di frammentare il cyberspazio globale. La creazione di ecosistemi sempre più chiusi e regolamentati da parte dei maggiori player internazionali, contrapposti a nazioni più piccole che lottano per mantenere la propria autonomia digitale, possono avere conseguenze importanti. Da un lato, possono aumentare la sicurezza nazionale per i singoli paesi ma, allo stesso tempo, riducono l’interoperabilità globale e ostacolano l’innovazione condivisa.

Un esempio sono le restrizioni imposte a Huawei e TikTok in Occidente. Gli Stati Uniti e altri paesi hanno bloccato l’accesso di queste aziende per timori legati alla sicurezza nazionale, con accuse di spionaggio e controllo statale cinese. Tuttavia, questo approccio aumenta le tensioni commerciali e potrebbe accelerare ulteriormente il decoupling tecnologico tra Cina e Occidente, con effetti economici imprevedibili.[5]

La sovranità digitale non è, quindi, solo una questione tecnica ma una sfida geopolitica e tecnologica cruciale. In un mondo sempre più interconnesso, garantire autonomia digitale richiede investimenti massicci, cooperazione internazionale e un’attenta gestione delle tensioni tra sicurezza nazionale e globalizzazione. Gli Stati che sapranno bilanciare queste esigenze avranno un ruolo chiave nella definizione del futuro ordine mondiale.


[1] Sovranità digitale: le mosse dell’Europa su dati e tecnologie strategiche – Agenda Digitale

[2] Sovranità Digitale: dati e tecnologie digitali come infrastrutture strategiche

[3] Governance dei dati, le mire della Cina sull’internet globale – Agenda Digitale

[4] Russia: la legge sulla sovranità digitale che limita internet | ISPI

[5] Sovranità dei dati, strategie politiche e interessi privati: le sfide globali da risolvere – Agenda Digitale

Read Entire Article