La NASA lancia l'allarme sulla crisi climatica: la temperatura globale non è mai stata così elevata

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Sembra una notizia vecchia, e invece è un dato recentissimo e allarmante: gli ultimi dodici mesi sono stati i più caldi mai registrati, con temperature che hanno segnato un record mensile rispetto all'anno precedente. 

A stabilirlo è un rapporto della NASA, che ribadisce come questa striscia consecutiva di record sia qualcosa che non è mai successo prima, e che potete facilmente verificare dal grafico sottostante (a proposito, date un'occhiata alla nostra selezione delle migliori app per controllare la qualità dell'aria e l'inquinamento). 

I risultati del rapporto: la prima striscia consecutiva di mesi più caldi

Secondo l'amministratore della NASA Bill Nelson è chiaro che stiamo affrontando una crisi climatica. La temperatura media globale negli ultimi 12 mesi è stata di 1,30°C al di sopra della linea di base del XX secolo (dal 1951 al 1980). Questo è leggermente superiore al livello di 1,5°C rispetto alla media della fine del XIX secolo.

La corsa di temperature record rientra in una tendenza al riscaldamento a lungo termine che è diventata evidente negli ultimi quattro decenni, con gli ultimi 10 anni consecutivi che sono stati i 10 più caldi da quando è iniziata la registrazione alla fine del XIX secolo.

Prima di questa striscia di 12 mesi consecutivi di temperature record, la seconda striscia più lunga è durata sette mesi tra il 2015 e il 2016.

Nelson ha ribadito che le comunità di tutto il mondo stanno subendo un calore estremo in numeri senza precedenti.

Non solo, ma secondo Gavin Schmidt, direttore del GISS, quest'anno potrebbe stabilire un altro record di temperatura globale. In questo momento, è in linea per essere vicino al 2023.

Il motivo è chiaro: i gas serra

I dati, pubblicati dagli scienziati del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA a New York, sono stati raccolti da decine di migliaia di stazioni meteorologiche a terra, oltre a migliaia di strumenti su navi e boe sulla superficie dell'oceano.

Secondo Kate Calvin, capo scienziato della NASA e consulente senior per il clima, stiamo vivendo più giorni caldi, più mesi caldi, più anni caldi e il motivo è chiaro: questi aumenti di temperatura sono guidati dalle nostre emissioni di gas serra e stanno avendo un impatto sulle persone e sugli ecosistemi di tutto il mondo.

L'alternanza tra El Niño e La Niña, e il ruolo degli oceani

I dati sulle temperature registrati sono influenzati da fenomeni come El Niño e La Niña, e dagli oceani. 

El Niño e La Niña alternativamente riscaldano e raffreddano l'Oceano Pacifico tropicale, contribuendo a una piccola quantità di variabilità delle temperature globali di anno in anno.

Per esempio, nella primavera del 2023 El Niño ha contribuito ad alimentare il caldo estivo e autunnale estremo dello scorso anno, mentre quest'anno si prevede che La Niña possa avere un effetto contrario, abbassando le temperature medie globali di quest'anno.

Anche fattori come le eruzioni vulcaniche e le emissioni di aerosol che bloccano il sole possono influenzare il nostro clima in un dato anno, senza scordarsi degli oceani. 

Visto che il nostro pianeta è coperto per più di due terzi dalle acque, queste assorbono il 90% del calore atmosferico in eccesso, e le loro temperature superficiali influenzano le temperature anche della terraferma.

E non sono buone notizie, anche perché l'acqua si raffredda più lentamente e accumula il calore. 

In tutto l'emisfero settentrionale, le temperature oceaniche per il periodo gennaio-aprile erano di 1,18°C sopra la media, secondo la NOAA, sia quelle superficiali che in profondità, e questo nonostante El Niño stia calando. 

Questo è un problema anche per uragani e tifoni, e si spera che La Niña riduca il fenomeno, indebolendo i venti di ovest in alto nell'atmosfera vicino alle Americhe, sul Mar dei Caraibi e sull'Oceano Atlantico tropicale.

Bonus: i mari si stanno innalzando

Un altro dato allarmante è l'innalzamento dei mari. Secondo la NASA, il livello medio globale del mare è aumentato di 0,76 centimetri in un solo anno tra il 2022 e il 2023. Secondo gli esperti è un salto notevole, ed è attribuito al clima caldo e allo sviluppo di El Nino.

Gli ultimi dati della missione Sentinel-6 Michael Freilich, lanciata nel novembre 2020, mostrano un aumento di circa 9,4 centimetri dal 1993.

Questo aumento è accelerato da 0,18 centimetri all'anno nel 1993 a 0,42 centimetri all'anno attualmente.

Anche qui, l'avvicendamento tra El Nino e La Nina dovrebbe aiutare, e La Nina, raffreddando le acque del Pacifico, dovrebbe ridurre il livello del mare spostando la pioggia dall'oceano alla terra. Queste fluttuazioni sono temporanee ma comunque sovrapposte a una tendenza a lungo termine di innalzamento del livello del mare a causa del riscaldamento globale.

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