Questa è una storia di quello che sarebbe potuto essere ma che non è (ancora) stato e che, secondo alcuni osservatori potrebbe non essere mai. Stiamo parlando di Alexa, uno dei migliori assistenti vocali sul mercato, ma che in un mondo che si sta sempre più dirigendo verso l'intelligenza artificiale arranca: ecco perché (a proposito, sapete come creare comandi personalizzati per Alexa?).
Amazon e l'IA: gli annunci dell'anno scorso
Facciamo un passo indietro. Amazon da tempo investe nell'intelligenza artificiale, e Mihail Eric, un ricercatore che ha lavorato in Amazon fino al 2021, ha rivelato come da anni loro stessero sviluppando soluzioni che sarebbero potute diventare il prossimo ChatGPT.
Affermazioni confermate dalle dichiarazioni dell'amministratore delegato Andy Jassy ad agosto 2023, che ribadiscono come non ci fosse aspetto dell'azienda non coinvolto in iniziative legate all'IA generativa.
Le ambizioni di Amazon erano altissime: far diventare Alexa "il miglior assistente personale del mondo", e, secondo la visione del fondatore Jeff Bezos, creare "una versione reale del computer di Star Trek".
Nientemeno.
Arriviamo a settembre 2023: Amazon annuncia il nuovo Alexa in grado di conversare con gli utenti in modo naturale grazie al suo modello linguistico di grandi dimensioni. Il problema è che questo non è mai arrivato.
Anzi, poco dopo l'annuncio, il capo della divisione dispositivi e servizi di Amazon David Limp, si dimette, e Panos Panay di Microsoft prende il suo posto. Ma cosa sta succedendo? A rivelarlo un articolo di Fortune, che ha intervistato diversi ex dipendenti di Amazon.
Il rapporto di Fortune e le dichiarazioni degli ex-dipendenti
Secondo Fortune, Amazon ha perso l'occasione di dominare l'IA con Alexa, e il problema è il passaggio dal vecchio Alexa al nuovo. Anzi, nessuna delle fonti intervistate "crede che Alexa sia vicina a realizzare la missione di Amazon", e anzi "corre il rischio di diventare una reliquia digitale", "una tecnologia potenzialmente rivoluzionaria" che è rimasta bloccata a causa di errori.
I problemi? Principalmente due, stando ai racconti degli ex-dipendenti, che avrebbero lasciato Amazon proprio per la frustrazione.
Il primo è che a differenza di OpenAI Amazon deve usare uno stack tecnologico e un set di funzionalità esistenti: in pratica il vecchio Alexa è un problema per il nuovo.
A seguito degli annunci di settembre 2023, Amazon aveva dichiarato ai dipendenti di bruciare i ponti con il vecchio Alexa e far funzionare tutto su quello nuovo, ma non è stato possibile. Per esempio non sono riusciti a fare in modo che il modello linguistico di grandi dimensioni faccia le chiamate API in modo efficace, il che rende inutile Alexa.
Non solo, ma anche l'addestramento del modello è stato problematico, perché nonostante ci siano milioni di dispositivi che conversano con gli utenti, nessuno di questi parla con Alexa in linguaggio naturale, e non ci sarebbero dati per migliorare il nuovo modello.
Un altro problema è la struttura burocratica di Amazon. Come confermato da Mihail Eric, migliaia di persone che lavorano su Alexa sono suddivise in diversi team, e anche solo chiedere l'accesso ai dati richiede settimane.
Aggiungiamo che questo aspetto fa onore ad Amazon in quanto i problemi sarebbero legati alla privacy e l'azienda sarebbe stata almeno apparentemente più corretta rispetto ai concorrenti. Ovviamente stiamo commentando notizie riportate da altri, ma visto che pongono come negativo un aspetto che invece dovrebbe essere considerato virtuoso, ci sentiamo in dovere di ribadirlo.
Non solo, Eric riporta come Amazon mettesse a disposizione solo CPU per allenare l'IA (e non le ben più prestanti GPU, il che era assurdo), e anche solo lo schema di etichettatura dei dati, fondamentale per l'allenamento dell'IA, era sbagliato, il che aveva portato a problemi enormi.
Secondo l'articolo di Fortune, Amazon potrebbe eventualmente lanciare un Alexa migliore basato su un modello di grandi dimensioni, ma non sarà paragonabile a quello che avrebbe potuto essere.
La risposta di Amazon
E Amazon cosa dice? La risposta, secondo Fortune, non è stata convincente. Secondo l'azienda, gli ex-dipendenti avrebbero fornito dettagli datati che non riflettono lo stato attuale del suo modello di grandi dimensioni.
Amazon afferma di essere impegnata nella crescita del suo assistente vocale e che la sua visione resta la stessa: "costruire il miglior assistente personale del mondo", come dichiara Kristy Schmidt di Amazon in risposta all'articolo di Fortune.
Schmidt ribadisce come Amazon abbia "già integrato l'IA generativa in diversi componenti di Alexa" e di essere al lavoro per una sua "implementazione su larga scala", ovvero oltre mezzo miliardo di dispositivi abilitati per Alexa nelle case di tutto il mondo.
A questo punto non resta che aspettare e vedere se Panay abbia cambiato le cose: mancano pochi mesi all'autunno e al prossimo evento di Amazon. Persino Apple ha annunciato un'IA, per quanto integrata da ChatGPT.