Presto le migliori lampadine smart Philips Hue potrebbero rilevare la nostra presenza e accendersi o spegnersi di conseguenza, senza la necessità di acquistare sensori di movimento per attivarle.
Sembra fantascienza? No, secondo il cofondatore di Ivani è quello che la domotica avrebbe sempre dovuto essere, una tecnologia chiamata Sensify e basata sulle capacità dei dispositivi Zigbee. Vediamo come funziona e cosa c'entra il gigante olandese delle lampadine.
Cos'è e come funziona Sensify
Cos'è Zigbee
Forse avrete sentito parlare del CSA (Connectivity Standards Alliance) a proposito di Matter, lo standard per la casa intelligente, e di Thread, un protocollo su cui si basa Matter.
Ebbene, il CSA si occupa anche di Zigbee, un protocollo su cui è basato a sua volta Thread e che consente a diversi dispositivi a bassa potenza, come sensori, lampadine o prese, di comunicare tra loro.
Sono tantissimi i dispositivi nelle nostre case che supportano Zigbee, come Echo Show 10, Echo Hub, e anche le lampadine Philips Hue.
Cos'è Sensify
Ivani, un membro del CSA, ha pensato quindi di sfruttare una caratteristica di Zigbee per sviluppare una sua tecnologia chiamata Sensify, che "trasforma" i dispositivi smart supportati in sensori di movimento.
Il CSA ha specificato che si tratta di un'applicazione e non è direttamente integrata nello standard Zigbee, ma l'ha mostrata in un video pubblicato pochi giorni fa su YouTube, nominandola "Ambient Sensing" e descrivendola in questo modo:
Trasforma milioni di dispositivi Zigbee in sensori ambientali con un semplice aggiornamento del firmware per supportare nuovi casi d'uso come l'illuminazione autonoma e la sicurezza avanzata senza acquistare hardware aggiuntivo.
Quindi la tecnologia è retroattiva e applicabile e milioni di dispositivi già nelle case degli utenti. Non solo, ma:
Il rilevamento intelligente Zigbee crea zone di rilevamento precise per ottimizzare la privacy e offrire comodità senza aggiungere sensori di movimento/occupazione in ogni stanza.
I vantaggi di questa soluzione sono evidenti: non dobbiamo comprare altri dispositivi, ed è applicabile a tutti i dispositivi compatibili che abbiamo in casa.
Inoltre è scalabile: si possono aggiungere quanti dispositivi si vuole.
Come funziona
Ma com'è possibile trasformare una lampadina smart in un sensore di movimento? Grazie al Wireless Network Sensing (WNS), una nuova classe di tecnologia di rilevamento sviluppata da Ivani.
In pratica WNS utilizza i dati generati dalle reti di comunicazione wireless locali per produrre informazioni sull'occupazione basate su persone.
L'idea è che 3 o 4 dispositivi Zigbee in una stanza creano un "ambiente RF", ovvero uno spazio 3D (definito da Sensify come area di rilevamento) identificato dalle frequenze radio dei messaggi di comunicazione tra di loro.
Queste aree di rilevamento diventano veri e propri sensori virtuali, che attraverso i disturbi dati dalla presenza o meno di occupanti possono essere utilizzati per monitorare una stanza, o in un'intera casa.
E c'è un vantaggio enorme: non c'è bisogno di connessione Internet e non c'è un servizio cloud di Sensify, quindi ogni dato personale resta nel produttore che applica la tecnologia sui suoi dispositivi.
Il concetto non è esclusivo allo standard Zigbee, ma può essere applicato anche a Wi-Fi, Bluetooth e Thread: potete vedere come funziona in questa pagina interattiva, che consente di aggiungere dispositivi smart alle stanze e attivare le aree di rilevamento.
Ma possibile che nessuno ci abbia mai pensato? In effetti, un concetto del genere è già stato sviluppato in passato. Origin Wireless ha applicato la tecnologia WNS al Wi-Fi per il suo Linksys Aware nel 2019, e più di recente alle prese smart e ai sistemi di sicurezza.
Ma Sensify è l'unica ad applicarla a Zigbee
Quanto è sensibile
Secondo Ivani, la sensibilità di questa soluzione è molto elevata, con un tempo di risposta medio di meno di 500 ms e una percentuale di risposta del 90% in meno di 1 secondo.
In termini di prestazioni, Sensify è "equivalente o superiore" alla tecnologia di rilevamento passivo a infrarossi (PIR), che viene tradizionalmente utilizzata per il rilevamento del movimento, ma non è preciso come tecnologie di tipo mmWave.
Questo significa che non è in grado di rilevare un movimento leggero come qualcuno che respira, quindi se si sta in una stanza fermi, probabilmente le luci si spegneranno.
Un altro vantaggio rispetto al PIR, è che non ha bisogno di una linea di vista, ma funziona anche se il dispositivo è coperto da un oggetto.
Cosa c'entra Philips
Ivani non ha svelato con quale azienda sta lavorando, ma ha dichiarato che sta collaborando "con alcuni grandi nomi familiari pronti a distribuire la tecnologia molto presto".
Il primo nome che viene in mente è Philips. Il sito hueblog.com ha infatti confermato che l'azienda olandese sta utilizzando proprio questo tipo di tecnologia per abilitare l'Ambient Sensing, un progetto già in cantiere da alcuni anni.
E stando a quanto riportato da The Verge, grazie anche agli avanzamenti nel campo dell'intelligenza artificiale ora la tecnologia è pronta per arrivare sul mercato.
Il cofondatore di Ivani Justin McKinney ha infatti dichiarato che stanno solo aspettando che i partner mettano a punto il modo migliore per "introdurre la funzione all'interno delle loro linee di prodotti".
Nei test interni, tutto sta funzionando molto bene, e si aspetta che i prodotti esistenti sul mercato vengano aggiornati nei prossimi mesi.
Approfondimenti sulla domotica
Sembra un sogno che diventa realtà, vero? Nell'attesa che Philips Hue (o altri produttori) lo lancino suòl mercato, date un'occhiata ai nostri approfondimenti sul mondo della domotica: scoprirete senz'altro qualche idea per rendere la vostra casa più smart!