Lavorare agili: la nostra prova in fiera con un Lenovo Tab P11 5G

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Lavorare agili: la nostra prova in fiera con un Lenovo Tab P11 5G

22 Marzo 2022 4

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I tablet non nascono per rimpiazzare i notebook. Sarebbe controproducente sia per i produttori, che in molti casi realizzano anche i PC, sia tutto sommato per i consumatori, che in fin dei conti un computer ce l’hanno già e si chiedono perché mai dovrebbero acquistare un altro dispositivo, magari ridondante.

No. I tablet nascono per inserirsi in quella zona grigia fra lo smartphone e il PC soprattutto laddove serve un buon compromesso fra portabilità, leggibilità e velocità: navigare su Internet, mandare email, riprodurre contenuti multimediali, giocare e via dicendo.

C’è tuttavia una tendenza che accomuna gli ultimi nati del genere ed è quella che riguarda la capacità di avere quelle soft skill necessarie per adattarsi alle necessità imposte dal cosiddetto "lavoro agile”.

Per capire un po’ di più dello stadio evolutivo del settore ho deciso di utilizzare un tablet di ultimissima generazione – il nuovo Lenovo Tab P11 5G – in un contesto che, per sua natura, richiede tanta agilità: quello della fiera. Qui di seguito vi racconto la mia esperienza “tablet-only” al recente Mobile World Congress di Barcellona.

SOMMARIO

DESIGN E PESO: VIAGGIARE LEGGERI

Praticità si diceva. In un contesto come quello di una fiera bisogna viaggiare leggeri, non fosse altro per ragioni logistiche: bisogna spostarsi da uno stand all’altro e farlo possibilmente senza troppi fardelli in spalla. Sotto questo profilo il Lenovo Tab P11 5G, coi suoi 520 grammi di peso, rappresenta un buon compromesso fra portabilità e solidità: le plastiche sono di buona qualità, i tre pulsanti fisici (quelli del volume e il tasto di accensione) trasmettono una sensazione di affidabilità.

Il tablet nudo e crudo però non basta. O perlomeno non basta per chi, come me, ha deciso di farne il suo unico strumento di lavoro (almeno per i tre giorni della fiera). Serve una tastiera fisica, perché diciamolo pure, quella virtuale può andare finché si tratta di digitare password o poche righe di testo. Ma quando c’è tanto da scrivere - possibilmente senza perdere tempo, spazio e vocali per strada - serve qualcosa di più.


Ecco perché la Lenovo Keyboard P11 Tab è a mio modesto avviso un optional indispensabile: certo, comporta un extra budget di 99 euro (e un extra carico di 450 grammi), ma per avere la comodità di un’esperienza simil 2-in-1 con tanto di cover di protezione, stand snodabile e trackpad non si può prescindere da un accessorio del genere.

HARDWARE: C TUTTO QUELLO CHE SERVE, O QUASI

Scrivere articoli (e pubblicarli), prendere appunti, consultare il Web, ricevere email, scattare foto, rivedere video, fare videochiamate, partecipare alle live: i miei tre giorni a Barcellona si sono concentrati essenzialmente su queste attività che ho voluto – per onor di cronaca – svolgere integralmente con questo Lenovo Tab P11 5G.

Dopo un primo naturale ambientamento con il dispositivo ci si rende conto che qui c’è tutto quello che serve per vivere in un contesto nel quale bisogna essere innanzitutto reattivi e pragmatici. Il display IPS da 11 pollici è perfetto a livello dimensionale, né troppo grande né troppo piccolo, adeguato a livello di risoluzione (2K) e si lascia leggere bene in tutte le occasioni pur senza strafare a livello di luminosità. Da sottolineare a questo proposito il supporto al Dolby Vision e HDR, un aspetto forse non così mandatorio in ambito lavorativo ma tutt’altro che trascurabile quando si tratta di vedere film, serie Tv e altri contenuti multimediali di qualità. Sotto questo profilo vale anche la pena buttare un occhio, o meglio un orecchio, al comparto audio del tablet che qui si fregia di quattro robusti altoparlanti JBL, già predisposti per la riproduzione dei contenuti Dolby Atmos.


L’ambiente fiera ci ha permesso di saggiare anche il comparto fotografico che qui si avvale di due unità: quella posteriore da 13MP f/2.2 con autofocus e flash dual-tone e quella anteriore da 8 megapixel con funzionalità video 1080p@30fps. È soprattutto quest’ultima ad averci ben impressionato, non tanto per la qualità degli scatti (comunque discreti e arricchiti da una funzionalità ritratto), quanto piuttosto per il buon risultato nelle videochiamate, un aspetto fondamentale nel nostro lavoro, anche per la quantità di live che sosteniamo.


Manca qualcosa? Se per l’ingresso per le cuffie da 3,5'' la lacuna è ormai cronica (ormai ovunque si privilegiano le cuffie true wireless), l’assenza del lettore di impronte digitale è invece più impattante. Sì, c'è il riconoscimento facciale, ma girando in una fiera (con la mascherina d'ordinanza) mi sarebbe piaciuta un’opzione più rapida e affidabile.

Tutte le caratteristiche tecniche

  • Dimensioni (A x L x P): 0,79 x 16,3 x 28,5 cm
  • Peso: 520 g
  • Processore Qualcomm Snapdragon 750G (8 Core, 8x Kryo 570 @2.20GHz)
  • Schermo IPS 2K (2000 x 1200) LCD da 27,94 cm (11"), 400 nit, certificazione Dolby Vision™ HDR, frequenza di aggiornamento a 60 Hz
  • Memoria 8 GB LPDDR4x
  • Archiviazione: 256 GB (uMCP, UFS 2.1) espandibile con scheda microSD exFAT fino a 1 TB
  • Sistema operativo Android 11
  • Scheda grafica Adreno 619
  • Sistema di altoparlanti JBL con Dolby Atmos
  • Sblocco tramite riconoscimento facciale
  • Fotocamera anteriore: 8.0MP + ToF Sensor
  • Focomarea posteriore 13 MP con messa a fuoco automatica e flash
  • WLAN 11AC (2x2) & Bluetooth 5.1
  • Porta USB-C 3.2 di prima generazione
  • Batteria 7700mAh
  • Alimentatore 20W

CONNESSO PER DEFINIZIONE

I tre giorni di fiera sono stati più che sufficienti per comprendere fino a che punto ci si può spingere con un dispositivo come il Lenovo Tab P11 5G. E per capire che, al di là delle naturali limitazioni per questo genere di dispositivi - che, quasi inutile ribadirlo, non nascono certo per sobbarcarsi editing video o altre pesanti esecuzioni del mondo PC - qui c’è tutto quello che serve per portare a casa il risultato in modo rapido e indolore.

Merito di alcune scelte molto oculate da parte di Lenovo, prima fra tutte quella del chipset Qualcomm Snapdragon 750G, qui corredato da 8GB di RAM e 256GB di memoria di archiviazione UFS 2.2 espandibili. Si tratta di una vecchia conoscenza del mondo mobile, utilizzata fra gli altri da Samsung per il suo A52 5G e da Xiaomi per il suo Mi 10T Lite, che sembra davvero a fuoco per il tipo di hardware collegato, per via della fluidità, della stabilità ma anche dei consumi ridotti (di questo vi parlerò dopo). Senza ovviamente dimenticare l'accesso alle reti 5G sub-6: al Mobile World Congress, fuori dalla sala stampa, mi è capitato spesso di dover fare affidamento sulla rete cellulare e – va detto – la possibilità viaggiare a una media di oltre 500Mbps in download senza dover elemosinare WiFi o fare thetering non è roba di poco conto.


Volendo, con il Lenovo Tab P11 5G e un paio di cuffie senza fili ci si può anche telefonare, un aspetto estremo (difficile, anche in un contesto fieristico fare a meno del telefono) ma comunque possibile. Decisamente più utile, invece, almeno sul piano lavorativo, la porta USB-C 3.2, che – oltre alla ricarica – può essere utilizzata come ingresso per unità esterne (un hard disk/SSD ad esempio) e come uscita video.

SOFTWARE: ANDROID 11, IN SALSA OPERATIVA

Lenovo Tab P11 5G arriva con Android 11 preinstallato, una scelta che forse deluderà quanti già pregustavano la possibilità di provare la nuova release 12L pensata per tablet e pieghevoli. Lenovo ci ha comunque rassicurato: l’arrivo dell’aggiornamento sulla sua gamma di tablet, compreso il P11G, è previsto nel corso dell'anno; non resta perciò che attendere.

Nel frattempo ci si può comunque godere l’esperienza pressoché stock di Android, qui corredata da un’interessante funzione denominata Modalità Operativa. Si tratta in pratica di un’interfaccia simil desktop da utilizzare quando si lavora con la tastiera agganciata e che di fatto permette di gestire meglio le finestre aperte. Il vantaggio sta anche nella presenza di una toolbar nella parte inferiore dello schermo ispirata proprio all’esperienza PC: ci si trovano tutte le applicazioni aperte, più la tripletta dei tasti Android e il tasto per l’accesso a tutte le applicazioni.


Nascosta sulla parte sinistra dello schermo troviamo invece l’icona per l’accesso all’Entertainment Space, l’area intrattenimento di Google che raccoglie tutte le app per la multimedialità (streaming, libri podcast). Utile, magari, per chi vuole demarcare l’esperienza lavorativa da quella di svago.

AUTONOMIA: LASCIATE A CASA IL CARICABATTERIE

La presenza di una batteria da 7700mAh ma soprattutto l’eccellente equilibrio del già citato chipset Qualcomm 750G garantisce a questo tablet delle prestazioni davvero eccezionali in termini di autonomia.

Le 14 ore promesse da Lenovo non sono una chimera (calcolate un 10-15% di drenaggio extra con un uso più intensivo del 5G o la riproduzione dei video) tanto da indurmi a lasciare il caricatore nella camera da albergo.


Per la cronaca, comunque, il caricatore in confezione è un power delivery da 20W che consente di riportare il tablet completamente scarico al 100% in circa 4 ore.

CONCLUSIONI

Il prezzo non certo irrisorio di questo Lenovo Tab P11 5G (599 euro) ci fa capire che questa non vuole essere una comune tavoletta per la navigazione e l’intrattenimento casalingo. E il nostro responso – complessivamente positivo - in un contesto stressante qual è quello di una fiera dimostra che Lenovo ha analizzato bene l’orizzonte funzionale su cui questo filone dovrà muoversi per avere successo.

In questo senso le notizie migliori arrivano dall’autonomia: saper di poter uscire di casa con un prodotto portatile e ultraconnesso senza necessità di portarsi dietro il caricatore è un aspetto che posiziona questo prodotto nella categoria duri a morire e – più in generale – nel novero delle scelte destinate a chi privilegia l’efficienza a tutte le altre necessità.

La presenza di uno schermo con Dolby Vision e i quattro robusti altoparlanti stereo rassicurano anche chi ha meno velleità professionali e continua a vedere nel tablet un oggetto perlopiù destinato allo svago. Peccato per la mancanza di un sensore di impronte digitali, un'alternativa di sblocco ancora gradita a molti.

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