Che Amazon non veda di buon occhio Temu è un dato di fatto, ma secondo alcuni portali il gigante dell'eCommerce ora sarebbe passato ad azioni più concrete e avrebbe iniziato a fare pressione su alcuni venditori.
Ma cosa sta succedendo? La crescita a quanto pare senza freni di Temu ha messo non poca pressione ad Amazon, soprattutto negli Stati Uniti dove l'app Temu è la più scaricata tra quelle gratuite nell'App Store.
Per questo proprio nel Paese a stelle e strisce pochi mesi è stata lanciata la piattaforma Haul, uno store cinese all'interno di Amazon con prodotti a meno di 20 dollari. Ma ora sembra che la concorrenza abbia raggiunto un nuovo livello, proprio all'indomani (21 novembre) della pubblicazione del rapporto finanziario di Pinduoduo (la società madre di Temu): +44% dal 2023 e fatturato di 99,35 miliardi di yuan (13 miliardi di euro).
Protagonisti dell'episodio sarebbero, stando al South China Morning Post che ieri ha pubblicato ieri la notizia, i marchi cinesi più venduti su Amazon.
Secondo l'accusa, la società di Jeff Bezos avrebbe iniziato un monitoraggio dei prezzi su Temu, e avrebbe contattato questi marchi, "chiedendo" di non vendere prodotti su Temu a un prezzo più basso rispetto ad Amazon.
Sempre secondo il portale cinese, in caso di inadempienza i marchi avrebbero ricevuto sanzioni, con il rischio di essere rimossi dal programma "Offerte in primo piano" di Amazon, che mostra alcuni prodotti nella parte superiore della pagina. Con notevole danno sulla visibilità.
Ma non è finita. Il produttore di accessori e power bank Anker negli Stati Uniti ha aperto i suoi negozi online sia su Amazon che su Temu, dove fino a pochi giorni fa se ne trovavano due, Anker Official Shop e Anker Certified Refurbished Official Shop. Ma ora non sono più raggiungibili, in quanto "temporaneamente chiusi". Non sappiamo perché, ma la tempistica è certo sospetta.
La risposta alle accuse non si è fatta attendere, e Amazon l'ha affidata al portale cinese The Paper.
Il gigante dell'eCommerce ha dichiarato che "i venditori hanno la libertà di determinare le proprie strategie di vendita e possono fissare i prezzi per i loro prodotti su Amazon e altri canali di vendita".
La dichiarazione prosegue "Infatti, indipendentemente da dove i venditori scelgono di vendere, Amazon supporta il loro successo attraverso la nostra strategia multicanale, comprese soluzioni come Multi-Channel Fulfillment (MCF)".
Queste affermazioni sono state tradotte usando Google Translate, quindi potrebbero presentare errori, ma se il senso fosse realmente questo, la questione resterebbe aperta, perché non c'è risposta alla domanda: i venditori sono liberi, ma Amazon li ha contattati o meno?
Durante il Black Friday, la piattaforma ha esteso i giorni di promozioni, cosa che ha permesso di battere ogni record di vendite. Da notare però che oltre il 60% delle vendite proveniva da venditori di terze parti, il che spiega come il marchio possa sentire la competizione di una piattaforma che vende le stesse cose ma a prezzi inferiori.