Se da un lato i videogiochi moderni protetti dalla tecnologia anti-manomissione di Denuvo vengono generalmente craccati in mento entro 68 giorni, i giochi più vecchi, dotati di sistemi di protezione ormai superati, hanno comunque dimostrato di essere ancora sorprendentemente resistenti. Un nuovo studio ha svelato gli sforzi e le sfide affrontate dagli sviluppatori del Multiple Arcade Machine Emulator (MAME) per cercare di aggirarle. Complessivamente, sono stati dedicati 628 anni di lavoro per superare le protezioni su 712 giochi retro, evidenziando l’enorme impegno necessario per mantenere viva la storia del gaming.
PRESERVARE LA STORIA CON L'EMULAZIONE
MAME, rilasciato per la prima volta nel 1997, è diventato il punto di riferimento per gli appassionati di emulazione. Questo software open-source consente di riprodurre migliaia di dispositivi ormai obsoleti, tra cui ben 3.783 macchine arcade risalenti al 1979. Grazie all’emulazione, milioni di giocatori possono riscoprire classici dell’era 8-bit e 16-bit, portando nuova vita a un passato videoludico che altrimenti rischierebbe di andare perduto.
Tuttavia, preservare questi giochi non è una passeggiata. Sebbene gli emulatori come MAME siano legali, i file di gioco – conosciuti come ROM – sono spesso protetti da leggi sul copyright. Liberare i giochi dalle loro piattaforme hardware originali rappresenta una sfida cruciale per la conservazione, ma i sistemi anti-pirateria di un tempo continuano a ostacolare questo lavoro.
LO STUDIO EVIDENZIA LE DIFFICOLTA'
Uno studio condotto dai ricercatori Kristofer Erickson e Felix Rodriguez Perez, in collaborazione con il CREATe Centre dell'Università di Glasgow, ha analizzato l'impatto delle Misure di Protezione Tecnologica (TPM) sulla conservazione dei videogiochi. Dei 3.783 giochi arcade studiati, 712 includevano TPM, obbligando gli sviluppatori a bypassare queste protezioni per preservarli.
In media, ci sono voluti 10,6 mesi per aggirare ogni protezione, rallentando notevolmente il lavoro di conservazione. Complessivamente, il tempo totale speso per superare queste barriere, come detto, ammonta a 628 anni di lavoro. Oltre al tempo, queste difficoltà rappresentano un costo sociale significativo, limitando l’accesso ai giochi per la ricerca, l’innovazione e il pubblico.
PROTEZIONI VECCHIE MA EFFICACI
Lo studio evidenzia alcuni dei meccanismi di protezione più complessi che gli sviluppatori di MAME hanno dovuto affrontare:
- Crittografia dei dati: Molti giochi utilizzavano la crittografia per proteggere i loro contenuti, complicando l'accesso ai dati originali.
- Unità di Controllo della Memoria (MCU): Questi chip gestivano il flusso di dati tra memoria e processore, introducendo ulteriori ostacoli.
- Chip autodistruttivi ("suicide chips"): Alcuni sistemi, come i chip Hitachi FD1089 utilizzati nei giochi Sega, includevano batterie interne che, una volta scariche, rendevano i chip inutilizzabili. Il lavoro per bypassare queste protezioni ha richiesto anni di sforzi collettivi.
- Protezione Slapstic: Presenti in giochi Atari come Marble Madness e Gauntlet, questi chip prevenivano modifiche non autorizzate alle schede di gioco, obbligando i tecnici a sviluppare metodi innovativi per l’emulazione.
RIPENSARE ALLE POLITICHE DI CONSERVAZIONE
I ricercatori hanno concluso che le TPM costituiscono un ostacolo rilevante alla conservazione culturale. Per affrontare questa sfida, lo studio suggerisce l'adozione di politiche che consentano alle istituzioni culturali di aggirare le TPM per scopi di conservazione, evitando al contempo di dover affrontare processi amministrativi complessi. Inoltre, propone di obbligare i detentori dei diritti a garantire l’accessibilità delle opere protette, così da assicurarne la preservazione nel tempo.
n un’epoca in cui molti materiali digitali nascono già vincolati a modelli come il cloud o il SaaS (Software as a Service), il rischio di perdere definitivamente parti della nostra storia digitale è sempre più concreto. Per questo, interventi politici mirati a ridurre l’impatto delle TPM e a supportare le istituzioni europee della memoria sono essenziali per preservare il nostro passato videoludico per le generazioni future.