Meta, l'acquisizione di Giphy bocciata anche in appello: ma non è ancora finita

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Meta, l'acquisizione di Giphy bocciata anche in appello: ma non ancora finita

15 Giugno 2022 2

Dalla Competition Appeal Tribunal (CAT) del Regno Unito arriva un'altra stangata per Meta, con la conferma della decisione sfavorevole già espressa precedentemente dal Competition and Market Authority (CMA) rispetto all'acquisizione di Giphy. Ma forse c'è anche uno spiraglio di speranza, con una svista del tribunale che potrebbe riaprire a sorpresa la questione.

Prima di approfondire gli ultimi sviluppi della vicenda, però, è opportuno ricapitolarne brevemente i passaggi salienti. Meta nel maggio del 2020, quando ancora si chiamava Facebook, aveva annunciato l'acquisizione di Giphy, il celebre motore di ricerca per la condivisione di GIF e brevi loop video, per 400 milioni di dollari. Ma l'operazione è stata contestata dall'antitrust UK già un mese dopo, con l'apertura di un'indagine per sondarne l'impatto sul mercato. La conclusione è stata che "l'acquisizione di Giphy da parte di Facebook ridurrebbe la concorrenza tra le piattaforme di social media" e che "l'accordo ha già rimosso Giphy come potenziale concorrente nel mercato del display advertising". Per questa ragione, è stato stabilito che Meta deve vendere Giphy.

 la drastica decisione dell'Antitrust britannico

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Zuckerberg però non ha incassato la sconfitta senza provare a fare resistenza, e così a dicembre ha fatto appello contro la sentenza della CMA. E qui veniamo ad oggi, con il CAT che respinge le istanze di Meta e ribadisce quanto già espresso dal CMA: l'acquisizione di Giphy da parte di Meta crea i presupposti di uno scenario non concorrenziale in cui il gigante di Menlo Park "sarebbe in grado di aumentare il suo già significativo potere di mercato in relazione ad altre piattaforme di social media".

C' ANCORA SPAZIO PER UN COLPO DI SCENA

Come dicevamo in apertura, però, non si tratta di una sconfitta su tutto il fronte. Il tribunale infatti ha rigettato cinque dei sei motivi di impugnazione presentati da Meta. E questo significa che ne ha accolto uno, ovvero quello che riguarda il trattamento di informazioni confidenziali riguardanti terze parti: il riferimento specifico è al fatto che la CMA non ha informato Meta prima dell'agosto 2021 riguardo l'acquisizione di Gfycat da parte del concorrente Snap. Questo ritardo comunicativo non avrebbe permesso a Meta di strutturare in maniera più consapevole e con diversi argomenti la propria difesa, e il CAT ha riconosciuto l'errore.

Cosa succederà ora? Il tribunale ha fatto sapere che deciderà come rimediare in seguito ad una consultazione con il CMA e con Meta. Secondo la testata Reuters, addirittura non è da escludersi lo scenario in cui l'intera procedura venga annullata. Un reset, insomma, che riavvolgerebbe totalmente il nastro degli eventi e costringerebbe il CMA a ripetere l'indagine daccapo. E chissà che Meta non possa riuscire a spuntarla, alla fine.


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