Microsoft vuole creare uno standard per i DB NoSQL con DocumentDB, piattaforma open-source a licenza MIT

1 day ago 36

Di quanto, senza ombra di dubbio, Microsoft sia ormai la più grande azienda open-source del pianeta abbiamo già parlato, ma se dovessero servire delle conferme ulteriori, eccoci a raccontare del progetto DocumentDB, un contributo che vuole essere determinante a definire uno standard open-source, voluto e guidato da Microsoft.

Il progetto DocumentDB viene definito nell’annuncio di Microsoft , citando alla lettera, “una piattaforma database open-source ed il relativo motore della soluzione Azure Cosmos DB (basata su vCore) per MongoDB, costruita su PostgreSQL“.

Una definizione, ahi noi, piuttosto articolata che non aiuta molto a capire di cosa si stia parlando. Fortunatamente però, leggendo nel dettaglio, l’annuncio si fa più chiaro, soprattutto nel momento in cui viene indicato lo scopo del progetto, che è sostanzialmente quello di risolvere il problema comune a tutte le soluzioni NoSQL presenti sul mercato: non avere uno standard di interoperabilità.

DocumentDB si pone come istanza locale di un archivio dati di documenti interoperabile, portatile e completamente supportato, pronto per la produzione a cui si aggiunge la definizione di uno standard che fornisca flessibilità sia nella scelta che nel passaggio tra i database NoSQL.

La scelta sul motore database da usare per la piattaforma è ricaduta su PostgreSQL.

Dettaglio non trascurabile: la licenza con cui DocumentDB è distribuito è MIT, la più permissiva in assoluto che lascia libertà totale a contributori ed utilizzatori di, sostanzialmente, fare del codice quel che si vuole:

To uphold the true spirit of open source, the project uses the most permissive MIT license, where developers have no restrictions on incorporating the project into new and existing solutions of their own. There are no commercial licensing fees, no usage or distribution restrictions, and no gimmicks. While contributions to the project are always welcome and encouraged, there are no requirements for users to commit their customizations, contributions, and enhancements back to the project. The MIT license guarantees complete freedom to fork the repository, use, and distribute with no obligations.

Per sostenere il vero spirito dell’open source, il progetto utilizza la licenza MIT più permissiva, in cui gli sviluppatori non hanno restrizioni nell’incorporare il progetto in soluzioni nuove ed esistenti di loro proprietà. Non ci sono costi di licenza commerciale, nessuna restrizione di utilizzo o distribuzione e nessun espediente. Mentre i contributi al progetto sono sempre benvenuti e incoraggiati, non ci sono requisiti per gli utenti di impegnare le loro personalizzazioni, contributi e miglioramenti nel progetto. La licenza MIT garantisce la completa libertà di forkare il repository, utilizzare e distribuire senza obblighi.

Miele, per le orecchie di quanti credono nell’open-source.

Le ambizioni al progetto non mancano, infatti per essere ancora più chiari verso gli obiettivi di creazione di uno standard per i database open-source documentali, viene fatto un parallelo con lo standard SQL definito dall’ANSI (American National Standards Institute), con l’idea di arrivare esattamente allo stesso livello.

Infine per i potenziali contributori, gli interessati o i semplici curiosi, l’articolo contiene le istruzioni per far girare in 5 minuti la soluzione in locale ed il consueto progetto GitHub insieme al canale Discord dove interagire con quanti sono già al lavoro.

Ben fatto!

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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