Ai servizi di streaming (ma in generale alle grandi aziende) non piace dare i numeri esatti del loro pubblico. Sì, un conto sono il numero di utenti attivi o le statistiche personali tipo Spotify Wrapped, ma che dire delle ore totali di visualizzazione?
È un altro discorso, che tracima pericolosamente verso il concetto di trasparenza, parola che si sussurra con timore nei corridoi di una big tech. Ma siamo nel 2023, l'intelligenza artificiale spunta sotto ogni sasso e c'è stato uno degli scioperi più importanti di sempre da parte del sindacato degli sceneggiatori di Hollywood. Ed ecco che Netflix si è spinta dove nessun altro ha mai osato: ha pubblicato i dati di visualizzazione.
In un comunicato diffuso proprio ieri, il gigante dello streaming ha dichiarato che a partire da questo momento pubblicherà due volte l'anno un resoconto intitolato What we watched: A Netflix Engagement Report (Cosa abbiamo guardato: un rapporto di coinvolgimento di Netflix).
Il rapporto mostra tre metriche: ore di osservazione, se uno spettacolo è disponibile a livello globale e data di uscita, e copre oltre 18.000 titoli (il 99% del totale, ovvero i contenuti con più di 50.000 ore di visualizzazione) per quasi 100 miliardi di ore di visualizzazione. Uno scorcio incredibile sulle abitudini degli utenti.
Ma quali sono i titoli più visti? In questo primo rapporto, la prima stagione di The Night Agent è in cima alla lista con oltre 812 milioni di ore visualizzate, seguita dalla seconda stagione di Ginny & Georgia (566,1 milioni di ore viste), dalla prima stagione di The Glory (622.8 milioni di ore viste), dalla prima stagione di Mercoledì (507.7 milioni di ore viste) e da Queen Charlotte: A Bridgerton Story (503 milioni di ore viste). Qui sotto riportiamo i primi 10.
Ma perché questa scelta, e che c'entrano l'intelligenza artificiale e lo sciopero degli sceneggiatori? Partiamo dall'inizio.
Netflix pubblica già un rapporto con la top 10 delle visualizzazioni settimanali, ma quello rilasciato ieri rappresenta una visione molto più ampia dei dati sugli spettatori.
L'azienda dichiara di non averlo fatto finora perché all'inizio volevano capire come muoversi nel nuovo settore e il loro approccio era piaciuto ai creatori in quanto toglieva la pressione dai numeri del botteghino del fine settimana. Ma adesso hanno deciso di creare "un ambiente migliore per il sindacato [degli sceneggiatori], per i produttori, per i creatori, per la stampa e per noi".
Il punto è che lo sciopero degli sceneggiatori, per cui si è raggiunto un accordo a settembre, voleva contrastare due punti chiave: l'utilizzo dell'IA (per esempio un manager usa ChatGPT per creare una bozza di sceneggiatura, poi la manda a uno sceneggiatore che la scrive e i diritti sono del manager) e la trasparenza sui dati di visualizzazione.
Un creatore che sa quanto è visto un suo spettacolo ha maggiore potere di contrattazione (altro che ansia da botteghino, verrebbe da dire).
L'amministratore delegato di Netflix si guarda bene dal dire che il rilascio di questi dati è collegato al recente accordo, ma i tempi sono sospetti, e afferma che la scelta di mostrare ore visualizzate dipende dal fatto che sia una metrica che "permette di confrontare Netflix con altri servizi di streaming".
A questo punto resta da vedere se anche altre piattaforme come Amazon, Apple, Disney o Warner Bros saranno disposte a compiere lo stesso passo, ma visto che hanno firmato l'accordo scommettiamo che prima o poi lo faranno. Se siete interessati, trovate il documento a questo indirizzo (scaricherà un file .xlsx).