Niente social sotto i 16 anni e addio ai baby influencer: l'Italia prepara un bel giro di vite per genitori e figli

6 months ago 138

In lavorazione un ddl che potrebbe, giustamente, cambiare le regole del gioco per chi vuole "arricchirsi" con i propri figli

Un disegno di legge bipartisan, presentato da Lavinia Mennuni di Fratelli d'Italia al Senato e da Marianna Madia del PD alla Camera, vuole riscrivere le regole in materia di accesso ai social da parte dei minori di 16 anni. E forse 16 anni sono anche troppi!

Il ddl si chiama non a caso "Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale", e la sua bozza, visionata in esclusiva da adnkronos, verte attorno a 6 articoli, dei quali esamineremo a breve i più rilevanti.

È comunque già chiaro a chiunque frequenti i social da tempo che non si tratta certo di allarmismo, ma di contrastare pericoli concreti dei quali proprio i più giovani possono essere ignari e quindi vittime. Dai profili fake, alla diffamazione (e altro), fino alla dipendenza che questi servizi generano: la tutela delle nuove generazioni non è un argomento da prendere sotto gamba.

Baby influencer

I baby influencer sono quei bambini ancora molto piccoli, in età pre-scolare, che sono però già coinvolti attivamente nella promozione di prodotti e servizi, spesso destinati ad altri loro coetanei.

Parliamo di attività su vari social network e su YouTube, in particolare, che magari chi ha figli in quell'età avrà anche già visto.

Il ddl vorrebbe che, nel caso in cui le entrate tramite queste piattaforme superino i 12.000€ l'anno, l'utilizzo dell'immagine di qualsiasi minore di sedici anni fosse soggetta all'autorizzazione dei genitori / tutori, nonché a quella della direzione provinciale del lavoro.

Inoltre, tutti i proventi percepiti a partire dalla data di superamento di tale soglia dovranno essere versati su un conto corrente intestato al minore, e non potranno essere utilizzati dai genitori / tutori, salvo in casi di emergenza (per il minore), previa autorizzazione della competente autorità giudiziaria minorile.

Detta altrimenti, e senza tanti giri di parole: i genitori non potranno sfruttare i loro bambini per arricchirsi.

L'accesso ai social

Sempre nella stessa bozza del disegno di legge si parla anche dell'età minima per accedere ai social network, e delle modalità di registrazione.

Spetterà ai social verificare l'età degli utenti e l'accesso alle loro piattaforme dovrà essere negato ai minori di 16 anni se l'iscrizione non è stata effettuata con l'assistenza dei genitori / tutori. E visto che abbiamo detto si tratta ancora di un work in progress, l'età minima potrebbe essere abbassata a 15 anni.

I tempi per l'attuazione del ddl "Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale" non sono ancora noti, ma il fatto che si tratti di un'iniziativa congiunta (guidata da due madri, come hanno sottolineato le stesse autrici) ci porta a credere che non troverà troppi ostacoli, e che sarà appunto solo una questione di tempo. In che modo e come i social network dovranno adeguarsi è un altro discorso, che vedremo solo in seguito.

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