Il 2023 è stato un anno record. Non parliamo ovviamente in senso positivo, ma in merito alle temperature, facendone l'anno più caldo mai registrato, e le previsioni per il 2024 non sono certo migliori.
Tre ricercatori europei, Jan Esper, Max Torbenson e Ulf Büntgen, hanno analizzato i dati storici dell'emisfero Nord, e hanno scoperto che il riscaldamento attuale non ha precedenti negli ultimi 2.000 anni. Inutile sottolineare che questo è un chiaro sintomo del cambiamento climatico indotto dall'uomo.
Il problema delle passate temperature
Attualmente il monitoraggio globale delle temperature è molto accurato, ma andando indietro nel tempo è chiaro che non abbiamo dati uniformi e affidabili come quelli attuali. E allora come hanno fatto i 3 ricercatori ad affermare qualcosa di così perentorio?
La chiave sta nell'analisi degli effetti della temperatura. Ad esempio le dimensioni degli anelli annuali degli alberi o il rapporto degli isotopi dell'ossigeno presenti nel ghiaccio. Prendendo informazioni simili da varie località, è possibile generare stime delle temperature globali e regionali anche in epoche nelle quali non c'erano gli strumenti odierni.
Non è una scienza esatta, ed è possibile che in passato si siano verificati alcuni anni eccezionalmente caldi, ma magari inframezzati da anni relativamente freddi, che li hanno in pratica nascosti da rilevazioni di questo tipo.
Esper, Torbenson e Büntgen hanno quindi deciso di limitarsi alle aree del globo delle quali abbiamo i dati migliori: in pratica tutto ciò che è a nord del 30° parallelo (dall'Egitto in su, per capirsi), il che ci riguarda da vicino.
I risultati trovati sono che l'estate del 2023 era circa 2,3°C sopra le temperature preindustriali dello stesso periodo. E anche l'estate più calda registrata finora, il 246 d.C., era circa 1,2°C più fresca del 2023. Anche abbassando la soglia di confidenza nei dati stimati dal passato, l'estate del 2023 è stata più calda di oltre mezzo grado.
E sia chiaro che l'innalzamento che stiamo registrando negli ultimi anni è un fenomeno ancora in corso, la cui reale portata non è al momento del tutto comprensibile né prevedibile.
Con un po' più di tempo avremo senz'altro una prospettiva migliore su tutta la vicenda, ma se nel frattempo non saranno prese iniziative adeguate le cose non potranno certo migliorare da sole.