Non si lavorerà più: il futuro New Age che Musk prospetta grazie all'IA

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L'intelligenza artificiale come pericolo, strumento salvifico o fenomeno dirompente? Ne hanno discusso in Gran Bretagna i leader dei principali Paesi (Italia compresa) all'AI Safety Summit 2023, al termine del quale il primo ministro britannico Rishi Sunak si è trattenuto in una insolita intervista pubblica a Elon Musk.

Il miliardario americano non si è fatto pregare e ha detto la sua, spiegando come non solo veda l'IA come la forza più dirompente della storia, ma che prevede un futuro in cui non dovremo più lavorare e potremo concentrarci sulle cose veramente importanti. Come pensare al senso della vita, ad esempio (sapete come scrivere una canzone con l'intelligenza artificiale?).

La conversazione, che si è tenuta alla Lancaster House, residenza ufficiale del governo britannico, è stato un momento curioso: d'altronde non capita tutti i giorni che un capo di Stato intervisti l'uomo più ricco del mondo. Ma nasconde anche una serie di significati, non da ultimi gli sforzi di Sunak di attrarre investimenti nel settore tech nel suo Paese.

Durante la chiacchierata, infatti, il premier britannico era molto a suo agio, il che non sorprende visto che ha vissuto nella Silicon Valley per anni e il suo amore per la tecnologia è ben documentato, e a tratti è quasi sembrato cercare di arginare il dirompente Musk

Ma cosa ha dichiarato il miliardario americano? Sull'IA le sue opinioni sono contrastanti. Da un lato Musk è stato uno dei fondatori e primi investitori di OpenAI (l'azienda che ha creato ChatGPT e da cui Musk si è dimesso nel 2018), investe pesantemente nell'IA e ne riconosce le potenzialità, e dall'altro avvisa sui pericoli di questa tecnologia. 

Tra i benefici, Musk riconosce il fatto che l'IA ci potrà permettere di scegliere se lavorare o meno per dedicarci alla nostra soddisfazione personale, oppure per poter avere un amico fidato. Musk ha rivelato per esempio che uno dei suoi figli ha difficoltà a farsi degli amici e un amico IA "sarebbe fantastico" (viene in mente il film Lei con Joaquin Phoenix).

Il miliardario ha anche discusso dei vantaggi dell'intelligenza artificiale nel settore dell'educazione, dove potrebbe essere "il tutor migliore e più paziente".

Ci sono stati anche momenti in cui Musk si è fatto serio, come quando ha affermato che la possibilità di non lavorare potrebbe consentirci di pensare alle cose importanti, come il senso della vita. Oppure quando ha espresso i suoi timori che l'IA possa minacciare la società e l'esistenza umana stessa.

"C'è un problema di sicurezza, soprattutto con i robot umanoidi: almeno un'auto non può inseguirti in un edificio o su un albero", ha detto al pubblico. Sunak, che è desideroso di vedere investimenti nel crescente settore tecnologico del Regno Unito, ha subito replicato: "Questa non la vendi".

Ma le paure di Musk sono molto più profonde, e infatti è stato uno dei leader a chiedere di rallentare lo sviluppo dell'IA. Alla fine, Sunak ha riconosciuto l'"ansia" delle persone riguardo alla sostituzione dei posti di lavoro, e la coppia ha concordato sulla necessità di un "arbitro" che tenga d'occhio i supercomputer del futuro, una soluzione su cui hanno si sono anche accordati Stati Uniti e Cina.

In tutto, una chiacchierata di 50 minuti, che oltre alle considerazioni di Musk rivela anche uno scorcio interessante di quanto sta accadendo nella Silicon Valley e forse anche in tutta l'élite tecnologica mondiale.

La California è infatti sempre stato un luogo particolarmente fertile per le correnti New Age, ma dopo anni di stasi, ultimamente nella Silicon Valley si sta riscoprendo un nuovo Rinascimento per questo fenomeno. 

Non solo le esternazioni di Musk sul senso della vita, ma anche libri come quello del guru dell'IA Ray Kurzweil, La singolarità è vicina, per passare alle ambizioni degli amministratori delegati delle grandi aziende di vivere per sempre (tra cui lo stesso Kurzweil). Questo misto di New Age e IA rappresenta un fenomeno nuovo, per molti versi affascinante e per alcuni inquietante, che in un modo o nell'altro influenzerà le decisioni delle aziende tecnologiche. E che condizionerà le nostre vite, che lo vogliamo o meno. 

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