Notifiche push su Safari per iOS nel 2023: così Apple eviterà le "grane" su App Store?

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Notifiche push su Safari per iOS nel 2023: cos Apple eviter le "grane" su App Store?

22 Giugno 2022 0

Il rapporto tra Apple e le web app negli anni è stato poco costante. Per anni Steve Jobs ha detto di preferirle alle app vere e proprie, e Apple spinse parecchio in questa direzione preferendo lo standard HTML5 al Flash di Adobe. La linea è stata mantenuta con più di qualche saliscendi fino ad iOS 13, ma qualcosa di importante nel rapporto si era già incrinata al punto che il fondatore di Telegram nei giorni scorsi ha criticato l'approccio di Cupertino alle app da browser.

Secondo Durov, Apple preferisce spingere le app ospitate sullo store ufficiale piuttosto che quelle accessibili da Safari. Le autorità competenti, nello specifico il CMA citato dallo stesso numero uno di Telegram, stanno indagando sulle restrizioni imposte da Apple sui suoi sistemi operativi. Qualsiasi web app per iOS deve avere WebKit come motore di rendering, può utilizzare solo quello, per cui, senza concorrenza, qualcuno pensa che Apple abbia poche ragioni per spingere sullo sviluppo di WebKit.

Google Chrome ad esempio utilizza ovunque come motore di rendering Blink, tranne che su iOS dove è costretto a WebKit. Ma la sensazione al termine dell'ultima conferenza per sviluppatori è che Apple avesse preso sul serio le pressioni degli sviluppatori sulle web app, con l'annuncio alla WWDC delle notifiche push per Safari su mobile. Non arriveranno insieme ad iOS 16, piuttosto si lavorerà in vista del 2023.

NOTIFICHE PUSH SU SAFARI PER IOS, COME FUNZIONERANNO

Il progetto Web Push per Safari, previsto, appunto, per il 2023, si compone di Push API, Notifications API e Service Workers. Safari per macOS consente già di ricevere delle notifiche in tempo reale, la versione per iOS non lo ha mai permesso e non si ravvederà, diciamo così, prima del 2023.

Secondo quanto emerso finora, i portali, com'è ovvio, non potranno inviare arbitrariamente notifiche agli utenti, ma questi dovranno acconsentire alle push. Potranno essere disattivate dalle impostazioni di sistema, allo stesso modo delle notifiche per le app vere e proprie. Notifications API si occuperà di inviare le notifiche a browser chiuso, e tutte le API insieme ridurranno il gap che esiste attualmente - per precise scelte di Apple - tra le web app e le app, anche in virtù della possibilità di inserire nella schermata home un'icona di rimando a una determinata pagina o applicazione web.

Così facendo Apple potrebbe pure avere uno strumento in più con il quale provare ad aggirare la stretta degli enti regolatori, e il riferimento non può che essere ai progetti che vogliono costringerla al sideload delle app, cioè quelle che non passano da App Store e le sue commissioni. Recentissimo il caso di Telegram Premium: se ci si abbona passando dal sito di Telegram o dagli store di Google e di Apple. Nel primo caso costa 3,99 euro al mese, nel secondo ne servono 5,99 a causa delle commissioni imposte dai due giganti che Telegram ha deciso di "scaricare" sugli utenti, forse anche in maniera un po' provocatoria.

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