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Oreo, aprire il biscotto non una scienza esatta
20 Aprile 2022 0
Perché la fetta di pane con la marmellata cade sempre per terra dalla parte farcita? Perché quando apriamo un Ringo o un Oreo la cremina interna resta sempre attaccata a solo uno dei due biscotti? Domande fondamentali, queste, per il nostro benessere psico-fisico durante la colazione o lo spuntino pomeridiano. Che tuttavia da sempre incuriosiscono non solo noi comuni mortali, ma anche il mondo della scienza.
Così, dal semi-comico passiamo alla ricerca: il punto di partenza - e oggetto dello studio - è il biscotto Oreo, talmente famoso da aver prestato il nome alla versione 8 di Android. Ma forse di pubblicità non ne ha nemmeno tanto bisogno - ma ne siamo davvero così sicuri? - perché il dolcetto è talmente popolare da aver incuriosito (anche) il prestigioso MIT. E in particolare la ricercatrice Crystal Owens, che si occupa di reologia. Questa la definizione della disciplina secondo il vocabolario Treccani:
scienza che studia le caratteristiche di deformazione, sotto l'azione di forze esterne, dei corpi solidi, e in particolare dello scorrimento dei fluidi e semifluidi in riferimento alle loro proprietà e condizioni (densità, viscosità, concentrazione, temperatura, forze applicate, ecc.) e ai loro rapporti con l'ambiente circostante (pareti del contenitore, loro qualità e forma).
(O)REOLOGIA
Il passo da reologia a Oreologia è breve: in pratica, la definiamo la disciplina che studia il comportamento della cremina interna (il corpo solido) al ruotare del biscotto con le mani (in senso opposto, uno in senso orario, l'altro in senso anti-orario - l'ambiente circostante, ovvero le pareti del contenitore).
Tutto parte dall'analisi della cosiddetta esperienza meccanica del consumo, che tradotto significa che il nostro piacere di mangiare un determinato cibo - il biscotto Oreo, in questo caso - non si limita al solo atto del mangiare, ma si estende a tutta l'esperienza che comprende ad esempio il ruotare il biscotto per aprirlo rivelandone l'interno (la cremina). Una sorta di rito a cui è difficile rinunciare.
Quando i biscotti vengono contro-ruotati, la crema si deforma, scorre e alla fine si rompe, portando alla separazione del biscotto in due pezzi.
É sufficiente un (O)reometro per analizzare e misurare la meccanica di apertura del biscotto una volta sollecitato. In parole decisamente più povere, viene dimostrato come ruotando in senso opposto ciascuno dei due biscotti il 95% della crema rimanga attaccata solamente ad uno di questi. Il motivo? Probabilmente è legato al processo produttivo, perché la quantità di crema è uniformemente distribuita all'interno del biscotto, dunque in teoria dovrebbe staccarsi esattamente a metà: 1/2 e 1/2. In teoria.
Tuttavia, i biscotti in scatole conservate in condizioni potenzialmente avverse (temperatura e umidità più elevate) mostrano un cedimento coeso con conseguente divisione della crema tra le metà del biscotto dopo il cedimento.
Chiunque può fare esperimenti di questo genere, basta stamparsi in 3D un reometro dotato di elastici e monete per fare da peso e far ruotare la struttura per l'apertura del biscotto. Più sarà lento il processo, più il risultato sarà appagante. Lo dice la scienza.
Credits immagine d'apertura: Pixabay
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