Perché i caricabatterie sono scomparsi dalle confezioni degli smartphone e cosa c'entra l'Europa

5 months ago 125

In moltissimi modelli di smartphone e tablet presentati quest'anno non ci sono più i caricabatteria inclusi in confezione. La pratica di non includere il caricabatteria, che era iniziata con Apple nel 2020 ed è stata poi imitata da altri giganti come Samsung e Google, è ora divenuta la norma. Oltre a consigliarvi i migliori caricabatteria per sopperire alla mancanza, in diverse occasioni ci è capitato di chiedere direttamente alle aziende il motivo di questa scelta e la risposta è stata più o meno sempre la stessa: per rispettare le nuove normative europee.

Ma c'è davvero una norma dell'Unione Europea che vieta di includere il caricabatteria in confezione? La risposta, ovviamente, è non proprio

La normativa a cui tutte le società fanno riferimento è la Direttiva UE 2022/2380 del 23 novembre 2022 che, per intenderci, è la stessa che ha obbligato i produttori ad adottare l'USB-C come standard per la ricarica.

In questa direttiva, che entrerà in vigore a dicembre 2024 e che punta a ridurre i rifiuti elettronici armonizzando la ricarica dei dispositivi, si legge:

Se un operatore economico offre ai consumatori e agli altri utenti finali la possibilità di acquistare apparecchiature radio di cui all'articolo 3, paragrafo 4, insieme a un dispositivo di ricarica, l'operatore economico offre ai consumatori e agli altri utenti finali anche la possibilità di acquistare tale apparecchiatura radio senza dispositivi di ricarica.

In altre parole, oltre all'adozione del connettore USB-C e all'adozione dello standard di ricarica Power Delivery, l'Unione Europea richiede ai produttori di offrire agli utenti la possibilità di acquistare un prodotto senza il caricabatteria.

Ma offrire agli utenti la possibilità di non acquistare è ben diverso da obbligare i clienti ad acquistare separatamente, che è quello che tutti i produttori di elettronica di consumo sembrano aver recepito. 

La spesa ricade sui consumatori

La differenza è sottile, certo, e non si può dire che tutti i produttori che stanno rimuovendo il caricabatteria dalla confezione sbaglino: la direttiva europea è reale, ed è innegabile che il modo più semplice per essere conformi sia semplicemente eliminare il caricatore dalla scatola.

Inoltre, ci sono esempi virtuosi, come ad esempio Honor che, per il nuovo Honor 200 Pro, vende il caricabatteria in bundle al prezzo simbolico di 1,90€.

Al momento, acquistando Honor 200 Pro, il caricabatteria da 80W viene venduto in bundle al prezzo simbolico di 1,90€

Infatti, se da un lato è difficile quantificare il valore economico di un caricabatteria incluso in confezione, dall'altro è facile intuire che i produttori non abbiano adeguato il prezzo per compensare l'assenza di un componente che fino alla generazione precedente era incluso nel costo.

Ad esempio, guardando il costo del recente OPPO Reno 12 è facile notare che costa esattamente quanto costava OPPO Reno 10 (con caricabatterie incluso) un anno fa: 499€. Ma il discorso è lo stesso vale per tutti gli altri produttori che hanno recentemente rimosso il caricabatteria: i soliti prezzi (poco) "tondi" (499€, 599€, 649€ etc) che una volta includevano anche il caricabatteria, adesso si riferiscono alla confezione senza, con il caricatore che viene venduto a parte (solitamente con prezzi tra i 20€ e i 30€).

Sotto questo punto di vista, è innegabile anche una certa dose di "ingenuità" da parte dei legislatori, che forse non avevano previsto che le conseguenze di questa norma votata al ridurre i rifiuti elettronici si sarebbe potuta tradurre in una maggior spesa per i consumatori (nonché un maggior guadagno per le aziende).

Un caricabatteria SuperVOOC da 80W di OnePlus. Ancora incluso negli ultimi modelli dell'azienda, sul sito ufficiale ha un costo di 39,99€

Si fa presto a dire USB-C

L'esempio di OPPO del paragrafo precedente è abbastanza calzante, perché anche se è vero che ormai tutti gli acquirenti hanno un caricabatteria USB-C in casa, rinunciare al caricatore incluso vuol dire spesso rinunciare anche alle ricariche ultra rapide offerte dai produttori, che spesso rappresentano uno dei valori aggiunti dei prodotti, ma che utilizzano tecnologie di ricarica proprietarie.

Motorola Edge 50 Ultra è uno dei pochi top di gamma rimasti ad aver incluso un caricabatteria in confezione (da ben 125W)

Infatti, anche se l'USB-C è un connettore unico che permette di ricaricare facilmente tutti i dispositivi, le tecnologie e velocità di ricarica sono molto diverse e dipendono in grandissima parte dal produttore.

Di seguito un elenco (probabilmente non esaustivo) di tutte le tecnologie di ricarica basate su USB-C disponibili sul mercato, con relativo produttore:

  • Quick Charge (Qualcomm)
  • Power IQ3 (Anker)
  • Super VOOC (Oppo, Realme, OnePlus)
  • FlashCharge (Vivo, IQOO)
  • Adaptative Fast Charging (Samsung)
  • Pump Express (MediaTek)
  • SuperCharge (Huawei)
  • Hypercharge (Xiaomi)
  • TurboPower (Motorola)

Questa lista viene da questo interessante report di DxOMark di qualche anno fa che evidenzia in modo inequivocabile come alcuni dispositivi beneficino nettamente del proprio caricabatteria in termini di tempi di ricarica.

Questo vale soprattutto per i prodotti di aziende cinesi come Xiaomi e OPPO, che negli anni hanno investito molto in ricariche ultra-rapide con alto wattaggio.

Una tabella che confronta i tempi di ricarica tra caricabatteria originale e caricabatteria compatibili (via DxOMark)

La risposta è Power Delivery

Ma se la direttiva europea da un alto ha portato alla rimozione dei caricabatteria dalla confezione, dall'altro ha portato anche ad un beneficio: l'adozione indiscriminata dello standard USB-Power Delivery.

Fino a qualche tempo fa, infatti, era relativamente comune trovare dispositivi che godevano di ricarica rapida solo utilizzando la tecnologia di ricarica proprietaria. Al contrario, a partire da fine anno, tutti i dispositivi dovranno non solo adottare il connettore USB-C, ma anche implementare il protocollo di ricarica Power Delivery.

Nella direttiva, infatti, si legge:

3. Nella misura in cui possono essere ricaricate mediante cavo e con tensione superiore a 5 volt, corrente superiore a 3 ampère o potenza superiore a 15 watt, le categorie o classi di apparecchiature radio di cui al punto 1 della presente parte devono:

  • 3.1. integrare il protocollo USB Power Delivery, come descritto nella norma EN IEC 62680-1-2:2021 "Interfacce per bus universali seriali per dati e alimentazione elettrica - parte 1-2: Componenti comuni - Specifiche di alimentazione tramite USB";
  • 3.2. garantire che qualsiasi protocollo di ricarica supplementare consenta la piena funzionalità del protocollo USB Power Delivery di cui al punto 3.1, a prescindere dal dispositivo di ricarica utilizzato.

Attualmente, il protocollo Power Delivery supporta la ricarica fino a 100W (3A): questo non vuol dire che tutti i produttori adotteranno una velocità così alta (ci sono diversi altri fattori da considerare), ma in generale che sarà molto più facile avere la ricarica rapida anche con un caricabatterie "standard" (al momento, molti produttori supportano la ricarica PD fino a 55W).

Infine, la direttiva europea cita esplicitamente i recenti progressi dell'USB Implementers Forum nello sviluppare una nuova versione del protocollo Power Delivery che spingerebbe la ricarica fino a 240W e che, pertanto, porterebbe permettere l'adozione di velocità ancora più elevate.

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