Li attendevamo da qualche tempo e finalmente eccoli qui: dopo il lancio sul mercato del nuovo Pixel 6a - di cui qui trovate la nostra recensione - giusto una settimana fa, a stretto giro sono arrivati anche i nuovi auricolari della casa, i Pixel Buds Pro. Da oggi entrambi i dispositivi sono in vendita su Amazon e sul Google Store.
I Pixel Buds Pro raccolgono l'eredità dei Pixel Buds 2 lanciati nel 2020, primi auricolari true wireless della casa di Mountain View dal design iconico a forma di Mentos, e infatti li sostituiscono a listino. D'ora in poi infatti le alternative per chi vorrà acquistare degli auricolari tws a marchio Google saranno due: o i Pixel Buds A-series lanciati l'anno scorso, che racchiudono tutte le funzioni basic proprie del prodotto in un prezzo al di sotto dei 100 euro, o i Pixel Buds Pro lanciati oggi, che rappresentano la proposta top di gamma.
A fronte di un design conservativo, le novità principali sono l'arrivo della cancellazione attiva del rumore e della connessione multipoint, ma Google promette migliorie anche sul fronte della funzionalità grazie alle soluzioni messe a punto dal suo team specializzato nell'audio, dall'equalizzazione variabile in base al volume all'audio spaziale in arrivo entro la fine dell'anno. Basteranno queste novità a giustificare il prezzo di vendita di 219 euro?
ERGONOMIA E DESIGN
Il design delle edizioni precedenti era senz'altro azzeccato nella sua rotonda originalità, e anche il team di Google dev'essere dello stesso avviso, perché ne ha riproposto uno molto simile anche per le nuove Pixel Buds Pro, sempre bicolore ma in nuove varianti cromatiche. Quella che ci è capitata per il test è la grigio fumo, che ho trovato molto elegante.
La custodia, bianca con una finitura opaca color gesso, è solo un po' più larga rispetto alle precedenti, ma per il resto ne riprende tutti gli elementi apprezzabili, dalla cerniera solida alla chiusura magnetica. Ritroviamo l'ottima qualità costruttiva, il led frontale che indica il livello di carica della batteria e il tasto per l'associazione Bluetooth sul retro. Sul fondo la porta usb-C per la ricarica, che però può avvenire anche in modalità wireless (a questo proposito, in confezione non c'è il cavetto).
Mentre quelli delle Pixel Buds 2 e delle Pixel Buds A erano praticamente sovrapponibili, gli auricolari delle nuove arrivate sono un po' più allungati rispetto ai precedenti e quindi cambia il modo in cui li si indossa. Non c'è più l'aletta posteriore che li teneva fermi appoggiandosi al padiglione auricolare, e così la sensazione è che vadano infilati un po' più a fondo e "in obliquo" rispetto a prima, anche se una leggera rotazione all'indietro è sempre necessaria.
La sensazione - che ovviamente dipende dalla forma molto soggettiva delle orecchie di ognuno - è che siano un po' meno saldi, ma nella pratica non mi sono mai caduti, anche mettendoli alla prova con una corsetta. Tra i tre gommini disponibili ho scelto la taglia più piccola, perché con la media gli auricolari sporgevano troppo ed erano meno stabili (per capire la taglia corretta si può fare un test di indossabilità nell'app).
Hanno la certificazione IPX4 (mentre la custodia IPX2), quindi potete portarli tranquillamente con voi durante gli allenamenti anche sotto la pioggia, tenendo presente che ovviamente da bagnati i controlli touch diventano un po' meno precisi; per fortuna se avrete abilitato l'assistente Google potrete chiedergli di cambiare traccia direttamente a voce, senza dover toccare gli auricolari.
APP E CONTROLLI TOUCH
L'applicazione è la solita Pixel Buds che per i dispositivi Android è possibile scaricare dal Play Store, mentre sugli smartphone Pixel è già inclusa all'interno del sistema e vi si accede toccando la tendina che segnala l'utilizzo delle cuffie. Data la sua natura "di sistema" non è particolarmente accattivante dal punto di vista grafico e sembra quasi un menù; dalla sua ha senz'altro la chiarezza.
La home mostra il livello di carica di ogni auricolare e poi permette di configurare l'assistente Google, trovare gli auricolari facendoli suonare e vederne l'ultima posizione, attivare o disattivare l'ANC, la connessione multipoint e i comandi touch. Questi ultimi sono uguali per entrambi gli auricolari e permettono di:
- mettere in pausa o riprendere la riproduzione musicale e rispondere alle chiamate (un tap)
- andare al brano successivo o terminare una chiamata (doppio tap)
- andare al brano precedente (triplo tap)
- regolare il volume (swipe avanti o indietro; funzionalità che apprezzo particolarmente, già presente sulle Pixel Buds 2 ma non sulle Buds A).
La pressione prolungata, che di default permette di passare da ANC alla modalità trasparenza, è l'unico comando che può essere personalizzato su un singolo auricolare per evocare l'assistente Google. Nel complesso, una combinazione di controlli che permette di gestire tutte le necessità senza dover mai mettere mano allo smartphone: molto comoda, e molto soddisfacente perché il touch funziona perfettamente, così come il sensore di prossimità che interrompe la riproduzione musicale quando togliete l'auricolare dall'orecchio.
Il fast pair funziona molto bene, così come le funzioni dell'assistente Google: basta menzionare la hotword o tenere premuto uno degli auricolari per farsi leggere notifiche di messaggi, email, calendario, aggiornamenti traffico, e tradurre da decine di lingue in accoppiata con Google Translate, oltre a impostare sveglie, dare indicazioni stradali svolta per svolta e via di questo passo, come d'altronde succede anche sulle Pixel Buds A.
Una novità che ho apprezzato è l'introduzione di una connessione multipoint simile a quella degli AirPods, che permette di passare da un dispositivo all'altro automaticamente in base a quello che si sta utilizzando; una tecnologia di commutazione che si basa sulla funzione Fast Pair, che consente di collegare automaticamente gli auricolari BT allo smartphone o tablet e salvarli sull'account Google in modo da sincronizzarli su tutti i dispositivi collegati. La funzione si attiva nelle impostazioni "Dettagli dispositivo" tramite un apposito interruttore e per il momento funziona tra dispositivi Android.
Questo significa che, ad esempio, se sto guardando un film su un tablet e mi suona il telefono l'audio passa direttamente da quello del film alla chiamata. Oltre a questo audio switch tra dispositivi Android, le Pixel Buds Pro supportano anche il multipoint classico, che permette di connettersi a due dispositivi contemporaneamente (ad esempio lo smartphone e il PC con Windows a bordo) e scegliere quale ascoltare: per passare dall'uno all'altro basta interrompere la riproduzione sul primo e iniziarla sul secondo e l'audio seguirà.
Per quanto riguarda gli iPhone la storia è parecchio diversa: non è possibile scaricare l'app e quindi bisogna accontentarsi di associarle tramite tastino sul retro e utilizzarle in modo più basic senza possibilità di personalizzazione e ovviamente senza supporto a Siri. I controlli touch funzionano con le impostazioni di default, uguali per entrambi gli auricolari.
QUALIT AUDIO E ANC
Lato audio Google ha apportato dei cambiamenti, inserendo dei driver da 11mm (i precedenti erano da 12mm) e lavorando sul suono lato grazie agli algoritmi e a un nuovo processore. Il risultato è positivo: le chiamate sono rimaste soddisfacenti e l'ascolto musicale è migliorato dal punto di vista della qualità.
Per quanto riguarda le prime, l'audio in chiamata è molto buono da entrambi i lati della cornetta. La voce di chi usa le Pixel Buds Pro viene catturata dai tre microfoni presenti su ogni auricolare con una resa naturale e anche in situazioni rumorose la soppressione del rumore circostante consente di distinguere bene le parole (hanno superato la prova anche con un sottofondo di tram sferragliante). Molto comodo il fatto di poter regolare il volume dell'audio in entrata direttamente dalle cuffie.
La connessione Bluetooth 5.0 è molto stabile e raggiunge un raggio di una quindicina di metri. L'ascolto musicale, come anticipavo, è migliorato, anche se non raggiunge i livelli di alternative specifiche come le Sony WF-1000XM4 che regalano particolare profondità e nitidezza al suono. Lo scenario sonoro delle Pixel Buds Pro è equilibrato e piacevole: evidentemente la nuova funzionalità che regola l'equalizzazione in base al volume - evitando che i bassi spariscano quando il volume è basso o coprano tutto il resto quando è alto - fa il suo dovere. Pare inoltre che in autunno sarà implementato l'audio spaziale.
La grande novità riguarda la cancellazione attiva del rumore, assente su tutti i modelli precedenti, e devo dire che pur essendo una prima volta per gli auricolari Google svolge il suo compito in modo efficace. L'ANC è in linea con altre cuffie top di gamma che ho provato finora - in questo caso siamo sul livello delle Sony sopracitate - che tagliano fuori in modo efficace le frequenze basse, come quelle del rumore che si sente in aereo o in treno, mentre lasciano trasparire qualche voce attutita. La modalità trasparenza è nella media.
AUTONOMIA E RICARICA
Anche lato autonomia ci sono stati dei miglioramenti apprezzabili, visto che l'autonomia di ogni singolo auricolare delle Pixel Buds 2 e Pixel Buds A si aggirava sulle quattro ore abbondanti - senza ANC, visto che non c'era - e ora si è arrivati a 11 ore senza ANC e 7 ore con ANC, che diventano 31 ore senza ANC e 20 ore con ANC se si considera la carica della custodia.
Questi sono i dati annunciati dal produttore e devo dire che per il periodo di test sono risultati veritieri: gli auricolari si scaricano di circa il 7%-8% ogni ora (il sinistro più velocemente del destro) con un utilizzo misto per chiamate e ascolto musicale e ANC perlopiù acceso. La ricarica può avvenire via usb-C ma anche in modalità wireless, come già accadeva sulle Pixel Buds 2 ma non sulle Pixel Buds A.
PREZZO E CONCLUSIONI
Le Pixel Buds sono disponibili in altri tre colori oltre al grigio fumo che mi è capitato in sorte, ovvero grigio antracite, corallo e verde cedro, e vengono lanciate sul mercato italiano a 219 euro.
In conclusione, sicuramente l'implementazione della cancellazione attiva del rumore era imprescindibile per poter entrare a far parte degli auricolari top di gamma 2022, un miglioria che fa il paio con l'utilissima connessione multipoint (che ad esempio su molte top di gamma come le Sony WF-1000XM4 non c'è), l'autonomia più estesa e una qualità audio migliorata per l'ascolto musicale.
Questi sono tutti elementi pregevoli che si aggiungono a quanto di buono già era possibile fare con gli auricolari di Google, che nascono come estensione dell'assistente vocale della casa, e dunque più incentrati sulle funzioni smart che sul resto. Ciò rende queste Pixel Buds Pro all'altezza delle altre top di gamma, offrendo comunque a chi vuole solo le funzioni essenziali l'alternativa delle Pixel Buds A.
La qualità è alta e il prodotto ben fatto, ma certo il prezzo di lancio è un po' elevato, considerato che ad esempio altre top di gamma 2022 e 2021 si trovano sotto la soglia dei 200 euro. Il consiglio è di tenerle d'occhio in attesa di qualche offerta interessante.