Sempre più produttori stanno facendo spazio sui loro smartphone Android alla funzione RAM Virtuale. Ecco come funziona e a cosa serve
Una delle caratteristiche introdotte di recente via software su diversi smartphone Android è la RAM Virtuale. Ogni produttore la definisce in modo diverso, ma di base il funzionamento è identico: il suo scopo, infatti, è aumentare appunto virtualmente la memoria RAM del dispositivo mobile, sfruttando la memoria interna del dispositivo. Inserita all'inizio su alcuni top di gamma, la RAM Virtuale è stata estesa successivamente anche su diversi smartphone Android di fascia media e sempre più produttori stanno inserendo questa funzionalità all'interno delle loro interfacce software. Ma a cosa serve e quanto è veramente utile per migliorare le performance dello smartphone?
Cos'è la RAM Virtuale
Per capire cos'è la RAM Virtuale, è necessario prima partire da un concetto in qualche modo correlato: la RAM. Questa parola lunga appena tre lettere è l'abbreviazione di Random Access Memory, e cioè una memoria volatile a breve termine che ha il compito di memorizzare temporaneamente i dati di un'app in background. Quando lanciamo infatti un'applicazione sullo smartphone, non facciamo altro che eseguire un processo e questi processi vengono archiviati nella RAM fisica in background. La RAM è quindi importante perché consente di caricare le app più velocemente. Con la RAM Virtuale, invece, il software prende in prestito una parte della memoria interna del telefono (quella che in gergo prende il nome di ROM) per aumentare virtualmente la memoria complessiva, trasformandola appunto in RAM aggiuntiva. Non è casuale l'utilizzo del nome "virtuale", in quanto la RAM così "estesa" non è fisicamente presente all'interno del dispositivo mobile, ma lo è soltanto in modo virtuale. E le differenze sono sostanziali, in quanto la velocità delle memorie RAM è sensibilmente maggiore delle memorie interne dei devices. Volendo fare un esempio per capire il funzionamento della RAM Virtuale, se uno smartphone ha 8 gigabyte di memoria RAM e 128 gigabyte di spazio di archiviazione interno e il produttore di quel dispositivo consente di estendere via software la RAM di 6 gigabyte, tecnicamente si avranno a disposizione 14 gigabyte di RAM e circa 122 gigabyte di memoria interna. Può essere anche utile differenziare in poche battute la RAM e la ROM: la prima immagazzina dati in modo temporaneo, la seconda invece in modo definitivo.
Come funziona la RAM Virtuale
Quando si abilita la memoria virtuale sul proprio smartphone, il sistema invia i file temporanei alla memoria interna allocata (ROM) del dispositivo, assegnando le priorità e filtrando le app che devono essere archiviate nella RAM virtuale, così da permettere all'utente di caricare più app in background. Immaginiamo ad esempio di avere 10 app aperte sullo smartphone Android e la RAM effettiva del terminale è stata saturata: in questo caso, Android chiude le app che non sono in esecuzione in background o che eseguono attività dinamiche in background. Grazie alla RAM Virtuale, vengono mantenute in memoria quelle app che non hanno funzioni dinamiche in background per un periodo di tempo più lungo.
Nonostante l'apparenza, non ci sono tuttavia soltanto vantaggi, e anche in questo caso può tornare ancora utile un riferimento alla RAM fisica. Quest'ultima, infatti, ha prestazioni sensibilmente migliori per affidabilità e velocità rispetto alla RAM virtuale, considerato che le velocità della RAM sono molto più elevate rispetto a quelle della ROM, superando persino l'ultimo standard UFS 3.1 introdotto sui migliori smartphone Android top di gamma. Ecco perché soltanto quelle app leggere che non richiedono molte attività dinamiche in esecuzione in background verranno spostate nella RAM virtuale, considerato che la RAM virtuale non è in grado di gestire app pesanti come giochi, app pesanti o app di pagamento. Di conseguenza, le attività più pesanti verranno sempre mantenute nella memoria RAM effettiva dello smartphone e mai nella memoria virtuale. Inoltre, occorre ricordare che tutta la procedura di spostamento e la scelta dei processi viene gestita dal sistema. La RAM virtuale non aumenta quindi le prestazioni di gioco.
Quali brand supportano la RAM Virtuale
La RAM Virtuale è stata inserita per la prima volta sugli smartphone da alcuni produttori cinesi, ma non si tratta di una tipica "rivoluzione" mobile, essendo stata piuttosto presa in prestito dal mondo dei PC. Questa estensione virtuale della memoria RAM, utilizzata anche come strategia marketing al pari di tanti altri componenti che contraddistinguono le schede tecniche degli smartphone, sta trovando terreno fertile sui devices dei brand cinesi (Vivo, Oppo, Xiaomi, Realme, OnePlus) e verso la fine dello scorso anno è stata portata anche da Samsung su alcuni dei suoi dispositivi (tra cui anche i Galaxy S22, che hanno migliorato ulteriormente la funzione grazie a una apposita aggiunta della OneUI 4.1). Per verificare se il vostro smartphone Android supporta la RAM Virtuale basterà entrare direttamente nelle impostazioni del terminale.