Recensione ASUS VivoBook S15: Snapdragon X è davvero una rivoluzione?

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Recensione ASUS VivoBook S15: Snapdragon X davvero una rivoluzione?

18 Giugno 2024 1

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Finalmente il tanto atteso Snapdragon X Elite di Qualcomm è arrivato: la prima ondata dei cosiddetti Copilot Plus PC debutta proprio oggi sul mercato italiano. Non è certo un segreto che Microsoft punti molto su questa nuova fascia di prodotti - un po' per la presenza di una CPU ARM finalmente competitiva, quantomeno sulla carta, un po' per tutta la faccenda dell'intelligenza artificiale integrata ancora più a fondo nel sistema operativo e soprattutto eseguita in locale.

A questo punto non resta che scoprire come vadano davvero, questi computer. Lo facciamo con il "campione" di ASUS, che sostanzialmente propone una "Snapdragon X Edition" dell'ultimissima versione di Vivobook S15 OLED che circola già da qualche mese scorso con processori Intel Core Ultra o AMD Ryzen 8000 (tanto per capirci: quello è il modello S5506, questo con SXE è S5507). È una scelta comprensibile: si tratta di un buon notebook generalista, premium ma non troppo, con un ottimo "involucro" per contenere la nuova piattaforma hardware - ovvero, batteria bella capiente, scocca ben assemblata, fantastico display OLED ad altissima risoluzione, buon impianto audio, scocca sottile e leggera quanto basta.

Quindi mettiamola così: in questo primo contatto con i Copilot Plus PC ci concentreremo un pochino di più sui suoi componenti chiave: la piattaforma hardware e l'intelligenza artificiale. E possiamo anticiparvelo già subito: se è vero che Snapdragon X Elite rappresenta un passo avanti nell'avventura di Windows nel mondo ARM, siamo ben distanti da qualsivoglia rivoluzione epocale, e l'intelligenza artificiale è ancora più indietro. Ma andiamo con ordine.

SOMMARIO

SCHEDA TECNICA

  • Display: OLED, 15,6", 2880 x 1620 pixel, rapporto 16:9, refresh max 120 Hz, tempo di risposta 0,2 ms, HDR, 600 nit luminosità max, copertura DCI-P3 100%
  • Chip: Qualcomm Snapdragon X Elite X1E-78-100, 4 nm, TDP 45 W
    • CPU 12 core max 3,4 GHz
    • GPU Qualcomm Adreno, 3,8 TFLOPs
    • NPU 45 TOPs
  • RAM: 16 GB, LPDDR5X
  • SSD: 1 TB, NVMe PCIe 4.0
  • Porte:
    • 2x USB Type-A 3.2 Gen.2
    • 2x USB Type-C 4.0
    • 1x HDMI 2.1
    • 1x lettore microSD
    • 1x jack audio combo da 3,5 mm
  • Tastiera: tasti a isola, retroilluminazione RGB, tastierino numerico laterale, corsa tasti 1,5 mm
  • Webcam: FHD 1080p, sensore IR per Windows Hello, shutter privacy
  • Audio: speaker stereo Harman/Kardon, array microfoni con cancellazione del rumore di fondo AI
  • Connettività: Wi-Fi 7, Bluetooth 5.4
  • Batteria: 70 Wh, 3 celle
  • Caricatore: 90 W, Type-C, in confezione
  • Misure: 352,6 x 226,9 x 14,7 ~ 15,9 mm | Peso: 1,42 kg

ERGONOMIA E MATERIALI

Come dicevamo, grosso modo questa "Snapdragon X Edition" di Vivobook S 15 OLED è pressoché identica a quella con processori x86: la scocca è leggermente più corta e sottile, ma si parla di millimetri di differenza. Forse la differenza principale è che il display ha cornici un po' più ridotte, soprattutto quella inferiore. E, appunto, non è un male: è un laptop discreto, chiaramente di un certo prestigio, ma senza strafare.

Vetro e alluminio, una bella tastiera con corsa bella profonda da 1,5 mm, retroilluminazione, peraltro addirittura RGB (ma a una sola zona, decisamente più di classe e discreta rispetto a quanto siamo abituati a vedere nel mondo gaming) e con tastierino numerico laterale. Unico peccato l'assenza di uno scanner di impronte digitali, ma se non altro c'è una videocamera Windows Hello (peraltro con sensore di prossimità) molto reattiva e precisa.

La dotazione di porte è più che discreta, con due USB-A, altrettante USB-C peraltro versione 4.0, una HDMI, un lettore microSD e un jack audio da 3,5 mm. Manca giusto la porta Ethernet, ma la connettività wireless è di tale livello (Wi-Fi 7, nientemeno) che si può chiudere un occhio, anche in virtù dello spessore super contenuto (1,59 cm nel punto più spesso) e del peso piuma (1,42 kg). Molto elegante il logo del portatile inciso a macchina sul coperchio. La cerniera è a 180° ed è bella solida, e l'apertura a una mano sola è molto comoda.

DISPLAY E MULTIMEDIA

Il laptop è dotato di un bellissimo display OLED "3K" (2.880 x 1.620 pixel) da 15,6" di diagonale, 120 Hz di refresh e 600 nit di luminosità. Ha una copertura perfetta dello spazio colore DCI-P3 HDR e, come da tradizione per gli OLED, tempi di risposta sostanzialmente istantanei. È un assoluto piacere da usare a prescindere dal tipo di attività che si svolge, sia essa multimediale o lavorativa. Nonostante il rivestimento lucido, la visibilità è buona anche all'aperto sotto la luce diretta del sole, e l'ottima autonomia generale del portatile permette di essere piuttosto generosi con lo slider della luminosità. L'unico appunto che si può muovere è l'assenza di touch e supporto al pennino; in genere si può sorvolare, ma visti i prezzi e in ottica creativa/AI, come vedremo tra qualche paragrafo, poteva avere senso implementarlo

L'esperienza multimediale è completata da un buon set di altoparlanti Harman/Kardon, che producono un suono sorprendentemente corposo per un portatile di queste dimensioni, e una webcam FHD 1080p decorosa (anche grazie agli effetti AI) con supporto a Windows Hello e sensore di prossimità che blocca automaticamente il PC quando l'utente si allontana, a tutto vantaggio di autonomia e soprattutto privacy.

ASUS include anche diverse app per estendere e migliorare l'esperienza d'uso al di là di ciò che offre "il solito Windows": GlideX, che permette di interagire con smartphone Android e iOS oltre ad altri prodotti ASUS con trasferimento file, mirroring, estensione desktop e molto altro ancora; ScreenXpert, pensato per gestire multi-monitor e multi-window con layout preimpostati, shortcut e impostazioni rapide; e MyASUS, il classico control center multifunzione che ormai un po' tutti i produttori implementano. C'è anche StoryCube, una galleria fotografica con alcune funzioni AI e possibilità di importazione da cloud (Google Foto e OneDrive, per esempio).

MyASUS


ASUS ScreenXpert

ASUS GlideX

ASUS PhotoCube

LO STATO DI WINDOWS ARM

Con Snapdragon X Elite possiamo dire che per un utente domestico/ufficio generico, che non ha bisogno di carichi di lavoro specializzati troppo complessi o specifici, le CPU ARM sono finalmente un'alternativa valida a quelle x86 in casa Windows. Si potrebbe argomentare che lo erano già da qualche mese - per la precisione da quando Google ha rilasciato una versione nativa ARM del suo browser Chrome.

Il browser è il tipo di applicazione su cui gli utenti spendono più tempo - estremizzando un po' può addirittura arrivare a essere l'unica, in certi casi; e Chrome è il dominatore assoluto del mercato, nonostante i tanti tentativi, sempre più aggressivi ma apparentemente infruttuosi, di Microsoft di convincere gli utenti a rimanere su Edge. Lo Snapdragon X Elite garantisce finalmente la potenza sufficiente a un'esperienza d'uso che, a livello di pura percezione e al netto di benchmark e misurazioni più precise, non è quasi mai inferiore all'esperienza di un utente Windows su un PC con chip Intel o AMD. Anzi, delle volte è anche superiore, soprattutto quando si parla di risveglio dallo standby, qui istantaneo, e di autonomia, come vedremo tra poco.

Benché fondamentale, non basta un browser per fare un ecosistema. Stiamo osservando già da qualche tempo una crescita di interesse da parte degli sviluppatori terzi nel proporre app Windows ARM: per esempio abbiamo l'app nativa per Netflix, per VLC, per Prime Video, per Spotify, Instagram, TikTok e tanti altri, e anche chi ha bisogno di essere un po' più produttivo potrà contare su Photoshop, Lightroom (tra poco anche Illustrator e Premiere Pro), la suite Office (Teams incluso), DaVinci Resolve, Handbrake e tutte le app preinstallate di Microsoft. Anche qui: a livello di esperienza d'uso si può fare un sostanziale parallelismo tra usare app native x86/64 su una CPU Intel o AMD, naturalmente su un computer di pari fascia e classe di potenza.


L'ecosistema è ancora ben lungi dall'essere completo, ma per fortuna si osservano grandissimi passi avanti anche dal punto di vista dell'esecuzione dei software x86. Il nuovo interprete di istruzioni di Microsoft, in tandem con il nuovo chip Qualcomm, permette di eseguire app legacy in modo sostanzialmente "trasparente", o comunque in modo indistinguibile da un'app nativa. Un esempio volendo banale (per questioni di potenza/complessità dell'app) è Telegram Desktop: può rimanere in esecuzione tutto il giorno senza mai rallentare o causare surriscaldamenti del processore/battery drain percepibile, fenomeno che capitava piuttosto spesso con i chip più vecchi.

Abbiamo anche fatto qualche test con applicazioni un po' più impegnative, rispolverando vecchie versioni di Photoshop, l'attuale DaVinci Resolve x86 e l'attuale Reaper. Anche qui: funziona tutto come ci si aspetterebbe da un laptop attuale, moderno e compatto - forse i tempi di avvio sono un pochino più lunghi e l'esecuzione di determinate operazioni pure, ma siamo nella sfera dell'accettabile, del plausibile. Naturalmente una soluzione come questa ha senso solo in una fase transitoria e in caso di uso molto sporadico. E qui potrebbero sorgere le complicazioni per Microsoft.

Ormai lo si ripete da tempo immemore: se non hai un ecosistema software super solido la tua piattaforma non andrà da nessuna parte. Per Microsoft è al tempo stesso una benedizione e una maledizione: il suo Windows è una delle dimostrazioni più antiche e longeve di questa teoria, ma l'ecosistema si è stabilito in un certo periodo storico e con certe regole, e liberarsene, o meglio evolvere, è maledettamente difficile. Ci ha provato per anni, e non ci è ancora riuscita - neanche con Snapdragon X. Tanto per cominciare, un layer di compatibilità rimane una soluzione parziale, a prescindere dalla ragione - un minimo di impatto sulle prestazioni c'è, e ci sono comunque delle app che ancora non sono compatibili (e dal punto di vista del gaming la questione è ancora più complicata, come vedremo). Che siano più o meno di nicchia, non ha granché importanza: rimangono comunque delle rinunce per l'utente.

Il problema è che in casa Apple, all'epoca della rivoluzione Apple Silicon, non c'era molta alternativa: si sapeva fin da subito che nell'arco di qualche anno tutti i Mac sarebbero passati ai chip ARM proprietari, quindi per gli sviluppatori il discorso era molto semplice - o passavi alla nuova architettura o rischiavi di finire in difetto rispetto alla concorrenza. Peraltro, come sappiamo, quando sono arrivati sul mercato gli M1 Intel e AMD erano decisamente impantanate, così Apple si è trovata la strada spianata.

Per Snapdragon X la situazione è ben diversa. Ammettiamo pure ai fini del discorso (ed è sostanzialmente vero, beninteso!) che il chip sia paragonabile a un pari fascia x86 attuale. Intel e AMD spariranno dal mondo Windows? Assolutamente no, anzi, da ciò che hanno anticipato durante il Computex di Taipei sembra che possiamo aspettarci grandi cose dai chip di prossima generazione. E quindi il dubbio rimane: chi lo fa fare a me, sviluppatore, di realizzare e mantenere una nuova variante della mia app con una nuova architettura se tanto quella che già c'era rimane un'alternativa valida, diffusa e a cui tutti sono abituati?

Analogamente, perché io, utente finale, dovrei investire cifre comunque significative per un computer il cui ecosistema software è tutt'ora incerto, quando ho a disposizione praticamente lo stesso identico computer con un hardware fidato e conosciuto che non diventerà obsoleto nell'immediato futuro? Come dicevamo, Snapdragon X sembra aver incrementato un po' il numero di sviluppatori che prendono finalmente sul serio Windows su ARM, ma a nostro avviso per causare un esodo di massa le strade sono solo due - non deve esserci altra scelta (= niente più x86) oppure la nuova via dev'essere talmente migliore che sarebbe assurdo rimanere sulla vecchia.


Qualche breve parola, infine, sul gaming. Come sappiamo Microsoft ha messo molta enfasi sulle capacità videoludiche del chip, mostrando alcuni demo piuttosto impressionanti ed evidenziando un sito che tiene traccia di tutti i giochi la cui compatibilità è verificata con Windows ARM. Qualcomm all'epoca disse addirittura che la stragrande maggioranza dei giochi progettati per chip x86 dovrebbe semplicemente funzionare, senza bisogno di adattamenti dagli sviluppatori o accorgimenti da parte dell'utente. Nei nostri test e con questo particolare laptop, ciò è vero solo se si parla di giochi piuttosto vecchi, come la trilogia di Bioshock (remaster), la Master Chief Collection di Halo o titoli meno impegnativi come Minecraft.

Per giochi magari un po' attempati ma ancora molto esigenti i risultati sono decisamente meno entusiasmanti. Il "massimo" che siamo riusciti a ottenere è DOOM (2016) ben oltre i 30 FPS (tra i 40 e i 50, con pochi frame drop ma non inesistenti) a dettaglio basso: DOOM Eternal non è riuscito a partire, lo stesso vale per The Witcher 3, Cyberpunk 2077 e Shadow of the Tomb Raider (beh, una volta hanno tutti e tre funzionato, almeno per qualche secondo. Cyberpunk siamo riusciti addirittura a completare un benchmark: circa 30 FPS in FHD 1080p a dettagli minimi). Insomma: NON comprate un laptop Snapdragon X con la speranza di sostituire il vostro portatile da gaming, specialmente se ha una GPU dedicata - avvertimento che potrebbe percepito come piuttosto scontato, se vogliamo, ma visto come l'hanno inquadrato Qualcomm e Microsoft è meglio avvisare una volta di più.

A parte il framerate basso il nostro cruccio principale sono stati i crash, che peraltro abbiamo visto verificarsi anche in altre circostanze, sempre relative all'esecuzione di software x86 e con carichi di lavoro estremi - stress test, benchmark e così via. Rende difficile misurare con precisione le qualità del chip, ma non ha riscontri concreti con l'esperienza d'uso generale del laptop (al di là del gaming, come abbiamo visto), che è stata generalmente molto buona.

È ancora presto per capire cosa sia andato storto - potrebbe essere un problema del laptop quanto di ottimizzazione della piattaforma software. La situazione sarà da tenere ben d'occhio nelle prossime settimane, ma già ora propendiamo più verso la seconda ipotesi: circa un giorno prima della pubblicazione di questa recensione è arrivato un nuovo aggiornamento del sistema operativo che sembra aver migliorato, almeno un po', la stabilità soprattutto nei giochi, ma è ancora tutto molto casuale e in divenire.

INTELLIGENZA ARTIFICIALE

L'altra grossa premessa dei Copilot Plus PC è, come dice il nome stesso, l'AI, peraltro eseguita in locale, senza l'ausilio di connessioni a internet, a tutto vantaggio della versatilità ma soprattutto della privacy. Fondamentale in questo senso la NPU (Neural Processing Unit) degli Snapdragon X Elite, che sono in grado di eseguire 45.000 miliardi di operazioni AI al secondo (ovvero 45 TOPs, Trillion Operations Per second). I Copilot Plus PC devono essere in grado di eseguire almeno 40 TOPS, e allo stato attuale gli Snapdragon X sono gli unici processori sul mercato che rispettano questo requisito.

L'esperienza d'uso è tuttavia stata piuttosto deludente. Non siamo per niente convinti che 40 (o 45, se è per questo) TOPS siano sufficienti a realizzare la visione di Microsoft al di là di alcune demo accuratamente selezionate. Ma ancora prima di ciò, bisogna ricordare tanto per cominciare il pasticcio Recall, che rischia di essere un tale disastro per la privacy che da funzione quasi chiave dell'intera esperienza Copilot Plus è stato relegato da Microsoft a un ruolo di optional sperimentale (per precisare: nella build di Windows installata sul PC non ce n'era traccia).

Windows 11 Recall, Microsoft prova a difenderlo senza successo

Windows 07 Giu

E poi c'è il fatto che il vero e proprio Copilot per il momento in Europa non è disponibile a livello ufficiale. La pressione del tasto dedicato sulla tastiera si limita a richiamare Windows Search, esattamente come quando si clicca nel campo Cerca sulla taskbar. È possibile attivarlo impostando l'area geografica statunitense nelle impostazioni di Windows e, se questo non basta, fare una piccola modifica al Registro di sistema (HKCU\Software\Microsoft\Windows\Shell\Copilot\BingChat e impostare la chiave IsUserEligible a 1).

Copilot consiste sostanzialmente un pannello laterale richiamabile con l'apposito tasto sulla tastiera, che in precedenza era il CTRL di destra; e ci si può interagire con le "solite" modalità che abbiamo visto su altri computer, con tanto di moduli aggiuntivi/plugin di servizi come Klarna, Kayak e Suno (generatore di canzoni tramite AI). Da notare che queste esperienze non sono in locale, scambiano dati con internet.

Rimangono quindi alcuni nuovi effetti della webcam, che in effetti vale la pena definire piuttosto validi e interessanti (in particolare i filtri artistici che ti trasformano per esempio in un personaggio di A Scanner Darkly, e la sfocatura dello sfondo stile ritratto). C'è poi la possibilità di "remixare" le proprie immagini dall'app galleria di Windows 11 con altri stili artistici, scegliendo tra quelli predefiniti o specificando un prompt personalizzato. E... Com'è andata lasciamo che ve la spieghi questa serie di immagini qui sotto. Non sono gli unici test che abbiamo svolto, ma i risultati sono stati più o meno gli stessi.

Su Paint abbiamo poi una funzionalità chiamata Co-Creator che permette all'utente di farsi aiutare nella creazione di un'immagine mischiando l'AI con il proprio disegno personale e con le indicazioni date all'AI tramite i prompt testuali. Anche qui si intuisce che l'AI riesce a intercettare il nostro input in qualche modo, anche se molto grezzo e basilare, ma il risultato che ne esce non è particolarmente allettante, quantomeno: non "al volo", diciamo così. Si potrebbe argomentare che, in mano a un artista o professionista che sa il fatto suo, potrebbe essere uno strumento in più, ma da lì ad affermare che qualcuno potrebbe essere interessato ad abbandonare un ben più completo Photoshop (giusto per fare l'esempio più banale) in favore Paint solo per usare Co-Creator pare francamente un azzardo.


C'è da dire che le trascrizioni in tempo reale di qualsiasi flusso audio sono una gran comodità, soprattutto per chi ha problemi di udito ovviamente, ma volendo anche per chi per esempio guarda film/video/serie in lingua originale e nel servizio di streaming preferito non c'è la traccia dei sottotitoli nella stessa lingua (per esempio su Prime Video capita spesso che ci sia solo la lingua inglese con sub ita). Tuttavia la precisione non è assoluta, anzi. Da questo punto di vista YouTube, per esempio, è decisamente avanti, ma appunto Microsoft ha il vantaggio dell'ubiquità. Sono anche molto comodi e facili da configurare nel dettaglio.


Infine c'è l'Auto Super Resolution, o Auto SR, che è un po' la "Microsoft Edition" di tecnologie come il DLSS di NVIDIA o l'FSR di AMD. In teoria, quando sarà matura, dovrebbe funzionare su un po' tutti i giochi senza che lo sviluppatore faccia alcunché, ma al momento la questione è ben diversa. Sempre stando in base al sito di riferimento per la compatibilità dei videogiochi con Windows su Snapdragon X (realizzato da terze parti, ma citato da Microsoft in documentazioni ufficiali varie e in Windows stesso), i titoli verificati sono poco sopra la decina; purtroppo tra quelli in nostro possesso vanno tutti in crash prima di partire, figuriamoci fare un confronto di framerate. In concreto: non siamo riusciti a fare delle prove.

PRESTAZIONI

Andando un po' più nel dettaglio di Snapdragon X, è fondamentale tenere presente che ci troviamo sempre al cospetto di un processore di potenza tutto sommato modesta nel grande schema delle cose. Intanto una premessa doverosa: dare dei numeri precisi a 360° in questa fase è piuttosto complicato perché sono ancora pochi i tool di benchmark compatibili con Windows ARM: alcuni dei nostri strumenti preferiti, come per esempio PCMark, Prime95 o Furmark o si rifiutano di funzionare o vanno drasticamente in crash dopo poco.

C'è tuttavia il mitico Cinebench, che effettivamente restituisce risultati in linea con quanto dichiarato da Microsoft, Qualcomm e ASUS stessa - laddove il MacBook Air 15 M3 segna intorno ai 600 punti, questo Snapdragon X si spinge fino a 892, in multi-core. Ma un Core i9 per sistemi desktop, che consuma molto, molto di più, che è più grande e ha bisogno di un sistema di dissipazione molto più corposo, si spinge verso i 2.200 punti - e siamo ancora rimasti in ambiente consumer/enthusiast!


Questa considerazione sulle potenze e sulle dimensioni vale anche per GPU e, ancora più cruciale, NPU. La nostra sensazione è che per ora, semplicemente, i numeri non siano sufficienti a garantire dei risultati migliori di quanto abbiamo visto qualche paragrafo più in su.

Nelle scorse settimane abbiamo già fatto qualche esperimento iniziale con l'intelligenza artificiale eseguita in locale, e una scheda video discreta ottimizzata per l'AI come una RTX di ultima generazione di TOPS ne sviluppa fino a quasi 30 volte tanti (RTX 4090 = circa 1.300 TOPS); questo non è per fare un paragone diretto, che è ovvio: non ha senso, ma è per sottolineare che le dichiarazioni del reparto marketing di Microsoft vanno messe un po' in prospettiva.

C'è anche un altro problema: in questo periodo la potenza delle NPU integrate nei chip cresce quasi esponenzialmente da un anno all'altro. Che cosa succederà ai Copilot Plus PC di quest'anno quando nel 2025 Microsoft (è quasi certo, a questo punto) lancerà nuove funzionalità AI locali più avanzate e precise, magari in tandem con uno Snapdragon "X2" da 90 TOPS?


In ogni caso, i risultati ottenuti nei benchmark dal nuovo chip di Qualcomm richiedono un po' di considerazioni in più, ma in generale siamo convinti che la scelta di spingere così tanto con i paragoni con un MacBook Air M3 sia un'arma a doppio taglio. Tanto per cominciare, è già uscito da qualche mese il chip M4 ed è lecito assumere che i MacBook Air di nuova generazione arriveranno in tempi relativamente brevi. Inoltre:

  • Snapdragon X Elite è disponibile in 4 diverse SKU, con frequenze di clock e addirittura TDP diversi (tre varianti da 45 W, una sola da addirittura 80). Gli Apple M3 comunque consumano intorno ai 20 W.
  • I MacBook Air non hanno bisogno di un sistema di dissipazione attiva del calore, mentre il nostro laptop ASUS monta una soluzione a due ventole tutto sommato paragonabile a quelle che si trovano su un portatile x86.
  • In single-core gli M3 rimangono molto più potenti di Snapdragon X Elite (quantomeno del modello che abbiamo testato, ovvero quello base gamma): parliamo di 140 punti contro 105. Snapdragon X è avanti nei test solo perché ha molti più core ad alta potenza - il che però si traduce in maggiori consumi e maggior calore sviluppato.

Nel complesso ci sembra che, andando bene a vedere, Microsoft cerchi di fare un paragone tra (ehm) mele e pere tirando in ballo i MacBook Air M3; si tratta di chip realizzati con filosofie, tecnologie profondamente diverse, in esecuzione su piattaforme software molto agli antipodi. In ultimo è vero, in un carico di lavoro ben specifico (come Cinebench, appunto), uno dei due è chiaramente vincitore, ma non senza compromessi termici/energetici.

In ogni caso. Negli stess test prolungati, con CPU al massimo, abbiamo rilevato temperature che si aggirano sui 90-95°C; le frequenze operative dei core si stabilizzano intorno ai 2,7 GHz, a fronte di una frequenza di picco massima di circa 3,4 GHz. Anche in questi casi estremi il portatile rimane ragionevolmente fresco - come ormai di consueto le aree più calde sono spostate verso il retro, un pochino sopra la tastiera e soprattutto sotto la scocca, ma non si raggiungono mai temperature che lo rendano insostenibile se appoggiato sulle gambe, per dire.

Durante test più impegnativi ma realistici, come per esempio il rendering su Cinebench, le temperature si aggirano invece intorno ai 50°C, con ventole attive ma non troppo fastidiose. In idle o con scenari lavorativi più basilari (office/browser) il portatile si aggira tra i 35 e i 40°C, e in genere le ventole sono o spente o al minimo, impercettibili.


AUTONOMIA

Un aspetto di eccellenza assoluta è tuttavia l'autonomia. Al giorno d'oggi è quasi normale riuscire a raggiungere le otto ore di giornata lavorativa con un po' tutti i notebook, a patto di limitarsi un po' coi carichi di lavoro e magari con la luminosità del display. Qui invece si può stare più "di manica larga", per così dire: lasciar brillare per bene il bell'OLED e godersi tutti e 120 gli Hz di refresh, costantemente. Impostando il piano energetico bilanciato, in caso di uso moderato ma non anche occasionalmente intenso (prevalentemente "office"/navigazione Web, ma anche streaming, multimedia, un po' di lavoro più intenso con app specifiche) siamo arrivati comodi alle otto ore di giornata lavorativa, anche se con l'ultimo sprint finale in modalità risparmio energetico; il caricatore in confezione, da 90 W, ricarica la batteria da 70 Wh in poco più di un'ora e 10; la tecnologia di ricarica rapida permette di passare da 0 a 60% in 50 minuti circa.

CONCLUSIONI

Quindi, stringendo: questi Copilot Plus PC, questo Windows ARM e questo Snapdragon X valgono finalmente la pena? Forse per la prima volta possiamo dire: per qualcuno , ma con riserve. Allo stato attuale la "carota" principale è l'autonomia, il "bastone" l'esperienza software. Se siete certi che nel vostro flusso di lavoro quotidiano userete prevalentemente (che non vuol dire "esclusivamente") app native ARM, vi godrete un'autonomia semplicemente impareggiabile. Per esempio, possiamo immaginare che una macchina equipaggiata con Snapdragon X potrebbe spopolare in una redazione. Se invece i vostri principali software sono ancora x86/64, buone notizie: ASUS propone sostanzialmente lo stesso laptop anche con chip Intel e AMD di ultima generazione.

Per quanto riguarda tutto il discorso AI in locale, siamo convinti che i Copilot Plus PC, almeno in questa forma, avranno vita breve: i 40 TOPs come requisito minimo sono troppo pochi per sperare di ottenere dei risultati soddisfacenti senza l'aiuto di internet, e siamo un po' convinti che in fondo Microsoft lo sappia - a ben vedere i portatili sono stati presentati un po' in sordina, nel corso di un evento riservato a pochi giornalisti e che non è stato trasmesso pubblicamente in streaming, per esempio. Non possiamo esimerci dal provare un po' le stesse sensazioni di quando il colosso di Redmond, tristemente specialista nella tecnica di "overpromise, underdeliver", presentò la "rivoluzione VR" di Windows 10 (curiosamente, anche quella volta era coinvolto Paint), poi sparita nel disinteresse generale in tempo zero.

È comunque già una conquista il fatto che si possa dire questo: è possibile, addirittura plausibile, che tra qualche anno guarderemo indietro e identificheremo proprio i Copilot Plus PC e gli Snapdragon X come il punto di svolta dell'iniziativa Windows ARM.

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