Recensione MacBook Pro 16 M3 Max: sempre più potente, sempre più elitario

1 year ago 114

Con il lancio dei processori M3, Apple ha aggiornato anche i MacBook Pro, dando maggiore coerenza alla propria line-up, nella quale non è più presente il Pro da 13 pollici.

A dispetto però di quella che è una semplificazione, i MacBook Pro con M3 non potrebbero essere più diversi uno dall'altro, e non solo e soltanto a causa del processore. Vi spieghiamo tutto nella nostra recensione di MacBook Pro 16 con M3 Max, il meno mainstream di tutta la serie.

La confezione non è stato oggetto di attenzione alcuna da parte di Apple, e del resto nemmeno ce lo aspettavamo. All'interno trovate il MacBook, il cavo di ricarica MagSafe (nero, ma più scuro rispetto al notebook) e l'alimentatore (bianco) da 140 Watt USB-C: alla fine avrete un bel trittico di colori!

Non ci sono novità dal punto di vista del design e dei materiali; non che ce le aspettassimo, visto il refresh di pochi anni fa. In compenso c'è la discussa nuova colorazione nero siderale, disponibile solo per i MacBook Pro configurati con M3 Pro o M3 Max. Apple ha sottolineato come, grazie all'originale processo di anodizzazione dell'alluminio (non è quindi un rivestimento oleofobico), le impronte siano notevolmente ridotte, ma nella pratica questo è vero solo fino a un certo punto.

In generale, sui notebook neri, le impronte digitali sono sempre più visibili che non su quelli chiari, e nonostante gli sforzi di Apple non sono scomparse del tutto (nella video recensione potete farvi un'idea pratica), anche se la situazione è senz'altro migliore dei tanti portatili Windows "all black" che abbiamo provato; parte del merito è infatti anche del fatto che il nero siderale di Apple non è proprio "nero nero", quanto piuttosto un grigio scuro.

Lo si nota anche sia dal contrasto con la tastiera, che rimane come sempre nera, sia da quello con il cavo di alimentazione, a sua volta nero. E l'alimentatore, particolarmente generoso anche nelle dimensioni, è del solito bianco. Alla fine viene fuori un patchwork di colori che farà contenti forse i tifosi della Juventus, ma che 

Non fraintendeteci: il nero siderale è un bel colore, e soprattutto sul MacBook Pro 16, viste le sue generose dimensioni, l'impatto è notevole. Se siete molto attenti a come usate il vostro portatile, se lo riponete spesso una custodia quando lo spostate, potremmo anche consigliarvelo, altrimenti il classico argento, per quanto più banale, è quello che resisterà meglio al passare del tempo (e alle impronte digitali).

Non c'è alcuna novità su questo fronte. La tastiera è la stessa che troviamo anche nel 14 pollici o nel MacBook Air, ed è ormai lo standard da anni per Apple.

Idem per il touchpad, che varia nelle dimensioni a seconda dello spazio a disposizione sul portatile, ma non nelle funzionalità. Ogni volta che esce un nuovo MacBook speriamo che Apple aggiunga qualche personalizzazione lato software, e ogni volta restiamo "delusi".

Del resto squadra che vince non si cambia, e in generale non c'è nulla di cui lamentarsi se non l'assenza di novità. La tastiera è a membrana, con un'ottima retroilluminazione, completa di tanti toggle a grandezza pari a quella degli altri tasti, e touch ID nel pulsante di accensione che non perde un colpo.

Il touchpad è grandissimo, ma non così tanto da rappresentare un problema durante la scrittura. Preciso, con un force touch impeccabile, e un feedback sonoro piuttosto discreto, come i tasti stessi.

Il MacBook Pro 16 che abbiamo in prova è il più potente tra gli ultimi modelli presentati da Apple. Ciò non significa che non possa essere ulteriormente configurato sullo store ufficiale per aumentare RAM e archiviazione, ma di base è comunque il top di gamma.

Amplieremo questo concetto a breve, ma è bene sottolinearlo subito: questo modello in particolare è il "vero MacBook Pro", quello destinato solo a un'utenza professionale con pretese molto importanti in termini di prestazioni e un flusso di lavoro quotidiano che comprenda determinati applicativi molto esigenti. Si tratta di un fattore determinante nel giudizio di questo MacBook Pro 16 M3 Max, perché di fatto la versione con M3 "base" è come se fosse un altro notebook. Ma non perdiamoci in altri preamboli e mettiamo nero su bianco questa potenza.

  • Schermo: 16,2'', 3.456 x 2.234 pixel, 254 ppi, Liquid Retina XDR, mini LED 1.600 nit di picco, 120Hz ProMotion
  • CPU: M3 Max (CPU 16 core con 12 performance core e 4 efficiency core / GPU 40 core con ray tracing hardware)
  • Memoria unificata: 48 GB
  • Archiviazione: 1 TB
  • Webcam: full HD
  • Connettività: Wi-Fi 6E, Bluetooth 5.3
  • Porte: 3x Thunderbolt 4, HDMI 2.1, slot SDXC, MagSafe 3, jack audio
  • Batteria: 100 Wh con alimentatore da 140 Watt
  • OS: macOS 14.1.1 Sonoma

Al netto del processore, del quale parleremo più in dettaglio in seguito, non ci sono differenze degne di nota con la generazione precedente, se non una maggiore luminosità del display in SDR, che passa da un massimo di 500 a 600 nit.

Possono tornare utili nelle situazioni più critiche, quando per esempio avete il sole che batte in pieno sullo schermo, ma è appunto un caso eccezionale. 600 nit è un valore di luminosità così elevato che difficilmente ne avrete bisogno su base quotidiana, e in situazioni di fortissima illuminazione ambientale potrebbe comunque non essere abbastanza per garantire una leggibilità ottimale. Resta invariata la luminosità con contenuti HDR (o meglio XDR), con picchi di 1.600 nit.

Tutto il resto (connettività, webcam, batteria, porte ecc.) è già stato visto e testato nella generazione con chip M2.

Abbiamo già parlato in precedenza della sola novità relativa al display: la maggiore luminosità massima in SDR, che poi sono quelli che ragionevolmente userete di più. Al netto di questi 100 nit in più, che userete solo in determinate situazioni "critiche", lo schermo è lo stesso di prima, e difficilmente noterete differenze nell'uso di tutti i giorni; e anche in caso di forte luce (solare) i riflessi sono comunque inevitabili.

Non ci stiamo lamentando, sia chiaro, vogliamo solo mettere le cose in prospettiva.

16,2 pollici, 254 ppi, fino a 120Hz di refresh rate (gestito dinamicamente dalla funzione ProMotion), 100% dello spettro P3, True Tone per adattare la resa del colore alla luce ambientale, ottima calibrazione di fabbrica, night shift per ridurre l'affaticamento notturno, passaggio automatico (volendo) da tema chiaro a tema scuro, e una resa generale del colore molto incline al realismo più che a esaltare contrasto e saturazione, come a volte fanno alcuni notebook più "piacioni".

Rimane la sensazione di spazio sprecato in quel notch là in alto in mezzo al display, all'interno del quale non sono ancora presenti i sensori per il face ID. È un peccato che proprio Apple, che su iPhone abbraccia da anni questo metodo di sblocco biometrico, ancora non si sia decisa a portarlo sui MacBook. Su Windows ci sono da tempo ottime soluzioni, che siamo sicuri l'azienda di Cupertino saprebbe senz'altro eguagliare, se non superare.

Se e quando vorrà farlo rimane però un mistero.

  MacBook Pro 16 M3 Max MacBook Pro 16 M2 Pro MacBook Pro 14 M1 Pro MacBook Air M2
GeekBench 6 single-core 3150 na 2420 na
GeekBench 6 multi-core 21275 na 10800 na
GeekBench 6 GPU 91400 na 64200 na
Cinbench R23 1945 (single) / 24060 (multi) 1645 (single) / 14820 (multi) 1535 (single) / 9600 (multi) 1605 (single) / 8700 (multi)
Cinebench 2024 140 (single) / 1700 (multi) / 12780 (GPU)   112 (single) / 650 (multi) / 2290 (GPU)  
SSD lettura 5065 MB/s 6500 MB/s 5240 MB/s 2800 MB/s
SSD scrittura 6370 MB/s 5330 MB/s 4920 MB/s 2400 MB/s

Abbiamo tra le mani il più potente MacBook attualmente in circolazione. E se avete dato un'occhiata alla tabella qui sopra vi sarete accorti non solo che parliamo di "numeroni", ma che il salto generazionale c'è, soprattutto sul fronte grafico.

Purtroppo non abbiamo più tra le mani tutti i precedenti MacBook (a eccezione dell'M1 Pro che uso personalmente), quindi non possiamo rifare ogni benchmark che vorremmo (ma il database di Geekbench, ad esempio, ne è pieno), ma anche così è immediato constatare i progressi compiuti dagli Apple Silicon nel giro di pochissimo tempo.

Rispetto all'M1 Pro, ad esempio, Cinebench 2024 ha un punteggio di oltre 5 volte superiore sulla GPU, che tra l'altro guadagna, per la prima volta su un Apple Silicon, il supporto hardware a Ray Tracing e Mesh Shading. Ciò apre le porte a un impiego ancora più vasto nel campo della grafica avanzata e del rendering 3D, dove le soluzioni di NVIDIA (con Windows) ancora dominavano.

Perché è importante sottolineare, casomai ce ne fosse bisogno, che questo non è in alcun modo un portatile consumer, sebbene condivida lo stesso nome con macchine di stampo molto diverso. Permetteteci di illustrare.

La tabella qui sopra, ricavata direttamente dal sito ufficiale di Apple, mostra le differenze tra i vari M3, e come vedete sono cose non da poco, tanto che tra M3 "base" ed M3 Max c'è un abisso! 3 volte tanto i performance core, 4 volte tanto i core sulla GPU e la banda di memoria; e poi il doppio dei motori di codifica / decodifica video, oltre alla possibilità (su M3 Max) di arrivare fino a 128 GB di memoria unificata.

In ambito Windows non esistono due portatili tanto diversi dal punto di vista delle prestazioni, e quindi dei potenziali clienti, che condividono però lo stesso nome. Sia chiaro che questo non è un problema, ma ci serve solo per ribadire con chi abbiamo a che fare.

La line-up Apple è solo apparentemente semplice (ci sono due modelli: MacBook Air e MacBook Pro!), perché in realtà, al netto di una base comune molto solida, le differenze tra i vari Apple Silicon targettizano in modo molto diverso una variante dall'altra.

E per quanto in questo periodo ci sia stata una innegabile spinta di Apple verso il mondo gaming, nessuno comprerà un portatile come questo per giocarci. Al netto dei titoli disponibili, con 5.000 euro vi fate un notebook gaming con RTX 4090 e display a 240 Hz che surclassa questo MacBook nei giochi. Qui parliamo di un prodotto a cui il suffisso "Pro" è cucito proprio su misura, e come tale va inteso e giudicato.

Per di più, la cosa che ogni volta stupisce, è la temperatura di utilizzo. Anche col sistema al 100% e le ventole a pieno regime abbiamo temperature superficiali sotto i 40°, e il portatile non ha mai quella sensazione di "inchiodamento" che a volte si ha quando un sistema è sotto carico massimo (e qui il merito è anche di macOS).

Per di più la rumorosità di dette ventole è assolutamente tollerabile e mai fastidiosa. È come vedere un centometrista respirare come se fosse sdraiato sul divano: incredibile!

Attenzione: questo non vuol dire che M3 Max non consumi. Sotto carico massimo vedrete la batteria da 100 Wh scendere rapidamente (ulteriori dettagli nel paragrafo dedicato all'autonomia). Il senso è però che intanto c'è comunque una grande efficienza nel SoC di Apple, e seconda di poi che, anche grazie a tale efficienza, raffreddarlo non richiede di immergerlo nell'azoto liquido, a tutto vantaggio della comodità d'uso.

E un altro particolare importante, che rappresenta una unicità nel panorama notebook, è il fatto che le stesse prestazioni che avete con alimentatore collegato potete ottenerle anche in mobilità (c'è anche un apposito menu nelle impostazioni, per decidere se far andare al massimo il portatile quando a batteria). La batteria, come già accennato, accuserà il colpo, però almeno potrete portare a termine il lavoro nel minor tempo possibile e senza compromessi.

Ancora una volta Apple riesce a coniugare prestazioni e autonomia come nessun altro. Gli efficiency core sono davvero molto efficienti, ma anche più performanti di prima, il che significa che li userete per ancora più compiti, con conseguente ulteriore risparmio di batteria. Detto questo, M3 Max in particolare conta 12 performance core e 4 efficiency core, quindi è chiaro che l'asticella sia spostata nettamente in direzione delle performance.

Ciò significa che nell'uso generico MacBook Pro 16 M3 Max può tranquillamente coprire l'intera giornata lavorativa, arrivando anche intorno alle 11 ore con uso misto di navigazione e chat, a luminosità media: un buon risultato se considerate anche risoluzione e luminosità del pannello.

Mettendolo sotto carico massimo però l'autonomia scende vistosamente: con mezz'ora di Cinebench 2024 multi-core e luminosità al massimo ci siamo fumati il 30% di batteria, il che vuol dire un'ora e mezzo circa di autonomia nel caso peggiore.

La forbice è quindi piuttosto ampia, ma la buona notizia è che M3 Max cerca di essere parsimonioso quando può. Se però per voi l'autonomia vale più delle prestazioni non è certo alla variante Max che dovete puntare, bensì alla base.

L'esperienza d'uso di un MacBook è sempre di primo livello, e questo indipendentemente dalla variante di Apple Silicon che c'è al suo interno. Questo perché è un notebook estremamente bilanciato in ogni suo aspetto, e senza particolari scivoloni che guastino l'uso quotidiano.

Dalla costruzione solida, alla tastiera veloce e ben illuminata, passando per l'enorme touchpad, l'audio assolutamente da primo della classe (tanto da potervi far dimenticare anche di tanti speaker portatili), e un display tra i più confortevoli che ci siano in circolazione. Tutto contribuisce al piacere d'uso, e la buona notizia è che questo vale per ogni MacBook Pro. E che dire dell'ampia selezione di porte a disposizione, che esclude solo le ormai davvero vetuste USB-A.

Ci sono alcuni rovesci della medaglia, in particolare il "design blindato" che impedisce qualsiasi tipo di upgrade (una filosofia per certi versi agli antipodi rispetto a quella di Framework), o la mancanza di Face ID, che più passa il tempo e più si fa sentire (perché l'ampio notch è sempre lì nel mezzo), ma così stanno le cose: prendere o lasciare.

Come già ribadito anche in passato, il vero nodo gordiano è il software. Non è tanto un fatto di come funziona macOS: io personalmente lo preferisco da anni a Windows, perché si adatta meglio al mio flusso di lavoro, ma in una workstation come questa non è questione tanto del sistema operativo, quanto se ci sono programmi che davvero vi servono per lavorare, e come girano.

E chi compra un portatile da 5.000 euro come questo sa già che fa al caso suo, altrimenti non avrebbe nemmeno senso investirci a scatola chiusa.

La buona notizia è che, come avrete visto dal paragrafo precedente, il salto di prestazioni c'è, e soprattutto sulla GPU è davvero sensibile, quindi per qualcuno potrebbe addirittura valere l'upgrade da un Apple Silicon di generazione passata.

Chi si avvicina per la prima volta al mondo MacBook, magari perché incuriosito, o anche perché cerchi un migliore rapporto prestazioni / autonomia rispetto a un x86, non partirà comunque dall'M3 Max ma da uno dei modelli base, che costano meno della metà. E poi da lì chissà...

Questo MacBook Pro 16 con M3 Max "maxato" costa 4.949€; il MacBook Pro 14 con M3 parte da 2.049€. C'è quindi una forbice enorme tra questi due modelli, che hanno sì tanti punti in comune, ma anche grandi differenze in termini di processore (con annessi e connessi).

È quindi impossibile dare un giudizio univoco sul prezzo (e non solo), perché di fatto parliamo di portatili con target estremamente diversi.

Di questo M3 Max è facile dire che sia caro, perché oggettivamente lo è, ma cercate una workstation Windows con un CPU e GPU così potenti, 48 GB di RAM e un display di questo calibro, e vi accorgerete che le cifre richieste non sono certo lontane da quelle di Apple (anzi).

È il mercato che su questa fascia "impone" queste cifre, che una volta di più relegano questi modelli a quegli utenti / aziende che lavorano con software fatti e ottimizzati per workstation di questo calibro. Nessun altro ne ha bisogno, a prescindere da quanto piacevole possa essere usarlo.

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Giudizio Finale

MacBook Pro 16 M3 Max

MacBook Pro 16 M3 Max è quanto di più "pro" possa esserci in un MacBook, e come tale è indirizzato a una fetta precisa (e ristretta) di utenti. Non è questo insomma il modello che si imporrà tra le masse, ma riesce comunque a centrare il bersaglio, perché ancora una volta Apple può confermare, "prestazioni alla mano", che i processori M sono stati una scelta vincente. Del resto, se in tre anni siamo già arrivati alla terza generazione, è forse una questione più di orgoglio che di reale esigenza, no?

Sommario

Benchmark e Temperature 9.5

Voto finale

MacBook Pro 16 M3 Max

Pro

  • Schermo più luminoso in SDR
  • Grandi performance, con "poco" sforzo
  • Il nero è bello...
  • Finalmente il Ray Tracing

Contro

  • Prezzo elevato
  • Il software può ancora fare la differenza
  • ...ma dovete comunque starci attenti
  • Non espandibile in alcun modo

Nicola Ligas

Nicola Ligas Ciao, sono Nicola Ligas, e sono caporedattore di SmartWorld.it. Sono appassionato di notebook, TV e home cinema, action cam, mobilità elettrica, e in generale di tutti quei prodotti che possono rendere più comoda la nostra vita. Se non mi trovate qui a scrivere, probabilmente sto giocando (con mio figlio).

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