Il messaggio che POCO F4 GT cerca di veicolare è piuttosto semplice: le migliori prestazioni al prezzo più basso possibile, al fine di creare un’esperienza d’uso soddisfacente per qualsiasi tipologia di utente ma in particolare per chi, con lo smartphone, vuole innanzitutto giocare.
Se lo si guarda nell’ottica del mercato dei gaming phone, il nuovo top di gamma POCO (che altrove è uscito come Redmi K50 Gaming Edition) è un prodotto interessante: all’interno dello stesso smartphone convivono l’ultimo arrivato di casa Qualcomm, ovvero il system on chip Snapdragon 8 Gen 1, uno schermo capace di regalare delle soddisfazioni, un sistema di controllo non inedito ma curioso e alcune comodità, come la ricarica a 120 Watt, che possono cambiare (in meglio) l’esperienza d’uso.
A 599 euro per la versione 8/128 e a 699 per quella 12/256, al netto delle offerte di lancio che trovate nelle conclusioni, POCO F4 GT rappresenta una scelta valida per gli appassionati, anche se bisogna fare alcuni importanti distinguo che riguardano, soprattutto, il comparto fotografico.
PENSATO PER I GIOCATORI
Tolto dalla scatola il POCO F4 GT non nasconde la sua natura da gaming phone. Le dimensioni di 162,5 x 76,7 x 8,6 mm, lo schermo da 6,67 pollici e un peso di 210 grammi lo rendono un dispositivo che di certo non si posiziona nel novero di quelli più portabili in assoluto.
La colorazione argento che ci è stata fornita dal brand non è di per sé troppo appariscente, certamente lo è meno rispetto a quella gialla, anche se alcuni dettagli come il flash a forma di fulmine e gli arzigogoli posteriori lasciano intendere la volontà di creare un prodotto con un look comunque piuttosto aggressivo. L’alternanza di una superficie posteriore opaca con alcuni dettagli lucidi, permette di non doversi preoccupare eccessivamente delle ditate anche se io l’ho trovato un po’ troppo scivoloso. La cover presente nella confezione dà però una mano, quindi vi consiglio di utilizzarla.
Più esplicita rispetto alle ambizioni del telefono è la presenza dei grilletti magnetici a scomparsa che, agendo sulle apposite levette, saltano fuori dalla scocca e danno modo di accedere a un ulteriore paio di pulsanti, questa volta fisici, da utilizzare all’interno dei propri giochi preferiti. Non si tratta di una soluzione inedita, ma resta ugualmente piuttosto interessante.
Rispetto ad altri sistemi di controllo analoghi, come i pulsanti a sfioramento Air Trigger dei ROG Phone, quelli del POCO F4 GT hanno l’indubbio vantaggio che, essendo dei tasti veri e propri, offrono un’esperienza più tattile e in qualche modo vicina a quella che siamo abituati a sperimentare con i normali controller da gioco. La corsa è molto breve e non sono ideali qualora si senta la necessità di dosare l’azione sul pulsante, però li ho trovati versatili a sufficienza da essere comunque due compagni fidati in molti giochi. Ad esempio negli sparatutto o in tutte quelle situazioni in cui si ha bisogno di premere lo stesso comando per molte volte.
Avendo utilizzato per un periodo di tempo piuttosto lungo gli ultimi modelli di ROG Phone e anche il Legion Phone, mi è forse un po’ mancata la programmabilità delle soluzioni a sfioramento, che ad esempio danno la libertà di dividere ciascun grilletto in due oppure di impostare comandi specifici in base alla gesture che si compie, però si tratta di esperienze diverse, ciascuna con pro e contro che ricadono nel campo dei gusti personali.
I tasti pop up possono, volendo, anche essere utilizzati per richiamare funzioni non strettamente ludiche, impostando ad esempio una scorciatoia per richiamare la fotocamera, registrare un video o lo schermo, attivare la torcia e così via. Non è possibile programmare i pulsanti per fare qualsiasi cosa si desideri, creando ad esempio delle macro, ma anche così non è difficile trovare degli utilizzi che li rendono un comodo extra in alcune situazioni quotidiane piuttosto frequenti.
L’assenza del jack da 3,5mm si fa, secondo me, sentire più che in altre occasioni visto che molti giocatori appassionati prediligono ancora oggi soluzioni cablate e hanno headset da gioco costosi. Si fa invece molto apprezzare, sempre nella prospettiva di chi il telefono lo vuole usare per giocare, magari online, la presenza di un microfono extra sul lato lungo opposto a quello dei trigger magnetici, così da poterlo sfruttare quando si tiene il telefono impugnato in orizzontale, senza il rischio di coprirlo. In un’ottica simile è stata anche posizionata un’antenna wi-fi 6E extra, che non viene coperta dalle mani in modalità landscape.
PRESTAZIONI NOTE, CON I VIDEOGAME IN TESTA
Come detto, a muovere il POCO F4 GT ci pensa lo Snapdragon 8 Gen 1, SoC octa-core a 4nm che abbiamo già imparato a conoscere nei mesi passati e che viene accompagnato, in base alla configurazione scelta, da 8 o 12GB di RAM LPDDR5 e da 128 o 256GB di UFS 3.1 per quanto riguarda lo storage. Non si tratta di una configurazione inedita, visto che abbiamo incontrato qualcosa di simile su diversi smartphone usciti nei mesi scorsi, così come non è nuova la possibilità, che comunque può essere apprezzata da una fetta di utenti, di reindirizzare 3GB di memoria di archiviazione in modo che diventi una sorta di RAM aggiuntiva.
I risultati sono in linea con quelli che abbiamo imparato a conoscere. E nella pratica quotidiana il POCO F4 GT si rivela un ottimo compagno anche durante lunghe sessioni di gioco. Lo abbiamo testato con un buon numero di titoli, da Genshin Impact a Real Racing 3, passando per Call of Duty Mobile e PUBG New State, ottenendo sempre performance in game molto solide.
Più interessante e particolare la scelta di puntare su un sistema di raffreddamento multi strato molto generoso, nominato dall’azienda LiquidCool Technology 3.0, dotato di una doppia camera di vapore e da alcuni inserti in grafite posti in corrispondenza delle aree che tendono a generare più calore. Il risultato è uno smartphone che anche durante lunghe sessioni di gioco riesce a tenere piuttosto bene a bada i bollenti spiriti del suo system on chip e che, soprattutto, non è mai fastidioso da impugnare anche quando lo si tiene in orizzontale (e quindi mentre si gioca).
AUTONOMIA, RICARICA E USO TELEFONICO
Sebbene manchi la seconda presa USB Type-C laterale che abbiamo visto su molti gaming Phone, ROG in particolare, non mancano le buone notizie grazie all'implementazione di un sistema di ricarica a 120 Watt che permette di riempire completamente la batteria da 4.700mAh in circa 20 minuti. Considerando che è improbabile lo scenario in cui si arriva con la batteria completamente scarica, il vantaggio maggiore di una soluzione simile è ovviamente quello di poter collegare lo smartphone al suo caricabatterie a metà giornata e in una manciata di minuti garantirsi la quantità sufficiente di ricarica per arrivare a sera.
Secondo me, più che la disponibilità di batterie di dimensioni maggiori, è proprio la presenza di ricariche così veloci che può cambiare in meglio l’esperienza d’uso di uno smartphone. Se a questo aggiungiamo anche l'ottima autonomia generale, ecco che il rimanere "a piedi" sarà un'eventualità molto difficile. In una giornata di uno stress di riescono a fare circa 16 ore di utilizzo misto e in generale anche giocando per circa 3 ore al giorno, si riesce ad avere sufficiente carica per tutte le altre attività. Mediamente ho sempre superato le 5 ore di schermo acceso.
Per quanto riguarda la parte telefonica, nonostante manchi un sensore di prossimità fisico, non si è presentata, almeno nella nostra esperienza, la problematica che diversi dispositivi Xiaomi/Poco hanno portato alla luce negli ultimi anni: sia durante le chiamate sia, ad esempio, quando si ascoltano i vocali, lo schermo si spegne correttamente quando lo si porta all’orecchio per poi riaccendersi quando lo si allontana. Ovviamente la precisione e l'utilizzo non è equiparabile a quello di un sensore fisico vero ma l'algoritmo è sicuramente tarato in modo corretto per l'utilizzo quotidiano. Senza però il movimento che porta lo smartphone alla guancia, non avrete l'effetto "sensore di prossimità".
Detto questo, la qualità dell’audio in chiamata è buona, le casse doppie permettono di avere un vivavoce dal volume alto anche se il timbro non è molto caldo e si nota in questo una differenza percepibile rispetto a smartphone di fascia più alta. Nulla di grave comunque!
DISPLAY
Lo schermo da 6,67 pollici FullHD+ del POCO F4 GT supporta l’HDR 10+, ha un refresh rate fino a 120Hz e un touch sampling rate fino a 480Hz: non si tratta di valori da record ma sono più che sufficienti per avere un’esperienza in game e di visualizzazione dei video più che ottimale. Soprattutto perché accompagnata da una buona resa dei colori, dei neri piuttosto profondi e da un sistema a 1920Hz di PWM dimming che rende più confortevole osservarlo anche in situazioni di luce fioca e previene qualsiasi tipo di sfarfallio.
La luminosità massima di 930 nits lo rende anche un pannello con una buona resa all’aperto. La cornice che ritaglia lo schermo non è certamente tra le più sottili presenti sul mercato ma, considerando che l’idea è quella di usare questo smartphone soprattutto per giocare, è funzionale a evitare tocchi e quindi interazioni accidentali sul display.
Il sistema di audio stereo è caratterizzato da due coppie di speaker, un woofer e un twitter, su ciascun lato, capaci di generare un buon volume massimo senza grosse distorsioni dell’audio. Molti utenti preferiranno comunque dotarsi di un paio di cuffie o auricolari, però il modulo montato da POCO riesce ugualmente a garantire una buona qualità nella riproduzione di contenuti multimediali.
COMPARTO FOTOGRAFICO
Il comparto fotografico è certamente quello dove il POCO F4 GT mostra più il fianco a possibili critiche. Il sensore principale da 64MP è il Sony IMX686, già osservato in azione in una moltitudine di altri dispositivi come nel già citato ROG Phone 5(s), accompagnato da una Ultrawide da 8MP con apertura f/2.2 e da una Macro da 2MP f/2.4. Mancano alcune caratteristiche a cui oramai molti utenti ambiscono, come lo stabilizzatore ottico.
Sfruttando il sensore principale i risultati sono, in condizioni di luce ottimali, comunque buoni soprattutto perché non si notano particolari artefatti o rumore negli scatti. Di notte le cose si fanno un pochino più complesse ma, se non avete enormi pretese e senza ovviamente poter paragonare i risultati con gli ultimi top di gamma di Samsung, Apple, Oppo e compagnia, portarsi a casa immagini da pubblicare sui social o condividere con gli amici è tutt’altro che impossibile. Lo zoom digitale arriva fino a 10x, valore che già però mostra il fianco a fin troppe problematiche e a una perdita di definizione eccessiva.
La Ultrawide e la macro fanno, in base alle situazioni, un lavoro a cavallo della sufficienza ma è chiaro che POCO non ha puntato sulla fotografia per rendere questo nuovo ingresso nella sua line up un prodotto appetibile per il pubblico. I video, fino a 4K a 60 frame al secondo sono ugualmente di buona ma non eccezionale qualità e hanno una resa paragonabile a quella già osservata in prodotti dotati di un simile comparto fotografico.
Può invece tornare utile il sensore da 20MP frontale che scatta buoni selfie e permette di registrarsi con una qualità non banale, utile qualora ad esempio si decida di fare streaming durante i quali si gioca e allo stesso tempo ci si vuole mostrare sullo schermo, da pubblicare su Twitch o qualsiasi altra piattaforma.
CONCLUSIONI
POCO F4 GT si pone un obiettivo non semplice, ovvero mettere insieme uno smartphone studiato innanzitutto per giocare, con performance da top di gamma e un prezzo allettante. Tra l'altro proponendosi al lancio già con la combo Android 12 e MIUI 13.
Lo Snapdragon 8 Gen 1 è un punto di partenza solidissimo in questo senso e una serie di attenzioni, dai tasti dorsali magnetici al generosissimo sistema di dissipazione, riescono a porre le condizioni perché in effetti un giocatore appassionato possa farne il suo nuovo dispositivo di riferimento. E questo è vero soprattutto se si decide di sfruttare le offerte pre lancio (valide fino al 29 aprile), che vedono il prezzo dell’8/128 scendere a 499€ (da 599) e quello del 12/256 a 599€ (da 699).
Certo bisogna tenere a mente che ci sono alcuni limiti oggettivi, come quelli del comparto fotografico e del peso piuttosto importante, ma l’F4 GT non fa nulla per nasconderli e non prova a stringere l’occhio all’utenza più generalista, quindi si tratta di un prodotto che semplicemente sceglie di parlare a un'utenza piuttosto specifica, riuscendo a dare delle risposte nel complesso soddisfacenti.
VOTO 8.0