Chi l'avrebbe mai detto che anche Stellar Blade sarebbe stato un videogioco impegnativo in stile Dark Souls? In realtà nei suoi primissimi vagiti, quando fu mostrato per la prima volta nel lontano 2020, sembrava già suggerire un'impostazione simile, ma solo alla pubblicazione della versione dimostrativa ha palesato la sua natura: eppure, dopo averlo finito, il titolo di Shift Up si è rivelato un progetto ancora più particolare di ciò che avevamo tastato con mano nella demo. Mettetevi comodi e gustatevi la recensione di questa nuova esclusiva PS5.
Scheda videogioco
- Publisher Sony Interactive Entertainment
- Sviluppatore Shift Up
- Genere Azione
- Numero giocatori Giocatore singolo
- Lingua Italiano
- Disponibile su
Cos'è Stellar Blade
Stellar Blade è un videogioco d'azione realizzato da Shift Up, il primo studio sudcoreano second-party di PlayStation. Si tratta del loro primissimo progetto tripla A, considerando che l'azienda ha spesso lavorato a titoli mobile.
La formula si ispira in particolar modo a Sekiro: Shadow Die Twice, viste le sue lotte parry-centriche, basate appunto sul tempismo e sulla deviazione dei colpi avversari. Tuttavia, per parecchi versi, l'avventura si avvicina anche agli stilemi gettati dalla serie Star Wars Jedi, poiché incorpora elementi soulslike con alcune sequenze di salto e di arrampicata, proprio come se fosse un platform, lasciando al giocatore la scelta della difficoltà, che a livello "normale" è senz'altro impegnativa.
Storia
La storia di Stellar Blade è ambientata in un futuro prossimo dove gli esseri umani hanno perso la guerra contro la razza aliena dei Naytiba, che ha invaso e colonizzato la Terra. La lore è colma di riferimenti biblici, a partire dalla premessa, ispirata all'apocalisse del Nuovo Testamento, per poi finire sui personaggi, Eve, Adam e Lily.
Il racconto risulta lineare rispetto alla media dei soulslike, con sequenze d'intermezzo ed interazioni in gioco tra i tre personaggi principali che spiegano una vicenda post-apocalittica in cui le origini stesse dei protagonisti sono nebulose.
Purtroppo, già dai primi momenti, il gioco fatica nel catturare l'interesse del giocatore a causa di personaggi abbastanza freddi. L'agile e longilinea protagonista, la splendida Eve, è tanto formosa nelle curve, quanto un po' debole nella caratterizzazione, così come il suo amico Adam, che vi salverà da una situazione spiacevole per portarvi a Xion, l'ultima città rimasta sul pianeta popolata da esseri umani. Personalmente non ho trovato nulla di entusiasmante e di coinvolgente nella narrativa, ma almeno fa da buon collante tra le fasi in gioco, risultando poco invasiva e bilanciata abbastanza bene.
Gameplay
Molto particolare la giocabilità dell'avventura di Shift Up, perché non si limita ad un solo genere, o meglio, non ha paura di variare la minestra, almeno se si considerano gli stilemi rigidi del soulslike.
L'ossatura rimane sempre quella di un gioco d'azione nel quale i combattimenti richiedono un minimo di tattica per uscirne vittoriosi.
L'incedere dello scontro, come anticipato, richiama i soulslike: gli schemi comportamentali dei nemici vanno un attimino studiati, va compreso il momento in cui colpirli, quando effettuare combo brevi o quando rischiare una più lunga. Gli avversari, oltre alla barra della vita, vantano due indicatori extra: uno è lo scudo, la cui riduzione a zero li stordisce e li espone a danni più alti, l'altro invece si riduce ogni volta che viene eseguita correttamente una deviazione del colpo. Non appena si esaurisce, sarà possibile effettuare un attacco critico che infligge danni enormi.
Sebbene la deviazione sia la meccanica portante, il sistema di combattimento è arricchito da ulteriori sfaccettature. I nemici talvolta eseguiranno dei colpi contraddistinti da un bagliore di luce, tale per cui dovrete eseguire un'azione a tempo per schivare l'attacco.
Per esempio, un bagliore azzurro vi consentirà, se effettuato il comando con tempismo, di balzare alle spalle del nemico per stordirlo, mentre un bagliore viola permette di esporre il nemico al suo punto debole, sul quale dovrete scatenare la vostra fida arma da fuoco per infliggere danni extra.
Insomma, il tutto è incentrato sul tempismo, ma proprio quest'ultimo non gode della stessa freschezza e responsività di un Sekiro: Shadow Die Twice. La colpa è in parte della lentezza dell'animazione della parata, poiché la protagonista ci mette circa un secondo per mettersi in posizione di difesa, rapportata invece alla velocità della schivata, molto responsiva. Inizialmente la discrepanza lascia disorientati, eppure, una volta digerita, si comincia ad apprezzare il sistema, che funziona molto bene quando ci si scontra con singoli avversari, ma diventa confusionaria quando i nemici a schermo sono più di uno.
Sia chiaro, a parte le animazioni di certi boss troppo feroci e di alcuni insettoidi, gli attacchi si riescono a leggere bene, così da contrattaccare, però, complice la telecamera stretta e i tanti colpi in arrivo, è davvero farraginoso dover gestire più avversari in contemporanea.
Tuttavia, nella maggior parte dei casi, le lotte divertono, soprattutto quelle contro i boss. Non raggiungono la memorabilità nel design di altri prodotti, ma offrono un po' di varietà e di sana sfida.
Se da una parte le lotte fanno il loro dovere per tenere alto l'interesse, lo stesso non si può dire della fetta platform, molto meccanica nell'esecuzione. Alle volte tenta anche un approccio all'Uncharted, cercando di essere spettacolare con esplosioni, arrampicate impossibili e crolli di macerie, ma la realizzazione sia visiva che ludica lascia a desiderare. I controlli non sempre rispondono in maniera impeccabile, anche perché i balzi stessi della protagonista, così come il dondolio su una sbarra, non sono precisi come il genere vorrebbe.
Longevità
L'avventura può essere completata nel giro di circa 20 ore, ma molto dipende dal vostro desiderio di voler completare le missioni secondarie. Non abbiamo infatti ancora parlato della struttura di Stellar Blade, che offre un ritmo non avaro di qualche sorpresa qua e là.
Se nelle prime ore presenta una classica impalcatura à-la-Dark Souls, con un disegno dei livelli appena intrecciato, caratterizzato da scorciatoie sbloccabili e accampamenti nei quali ci si può riposare (al costo di far rinascere i nemici), il viaggio poi vi porterà nel cuore della città di Xion, dove potrete completare missioni secondarie di semplice entità, come enigmi e raccolte di oggetti.
Il gioco vi offrirà delle macro-zone nelle quali navigare liberamente a piedi alla ricerca di risorse e nano-componenti per potenziare l'eroina. La progressione del personaggio è abbastanza semplice e ruota attorno appunto all'acquisizione di reagenti per potenziare dei bonus: ce ne sono pochi e non gravano eccessivamente sul bilanciamento, segno che la componente numerica non è troppo invadente.
Non aspettatevi dunque grandi novità nelle armi e negli accessori nel corso del viaggio, ma almeno vi è un albero di talenti per aumentare il numero di mosse da poter attuare in campo.
Purtroppo nella prima metà del gioco avrete già sbloccato tutte le abilità più interessanti, e col passare delle ore si sente il bisogno di qualcosa in più in grado di scuotere il gioco.
C'è da dire che Stellar Blade, alle volte, ci prova. Ci prova a mettervi in una sezione in stile Resident Evil, dove disattiva la vostra fida spada e vi lascia solo con il vostro drone-pistola con munizioni limitate. In questa fase il ritmo cambia e, nonostante la realizzazione non sia propriamente raffinata, riesce a fornire una boccata d'aria fresca dal solito sterminio di nemici, anche perché azzarda pure diversi enigmi ambientali che non vanno a ripetersi pigramente.
Meno riuscita, come già detto, la parte da gioco di piattaforme, che, per carità, sarebbe stata anche gradita, se avesse avuto controlli adatti e fosse stata meglio armoniosa. Saltare di piattaforma in piattaforma non è piacevole, malgrado alle volte sia anche ben piazzata, proprio per migliorare la varietà della minestra.
Nonostante l'assortimento delle situazioni sia buono, nella seconda metà il gioco non ha il medesimo appeal, tanto da riciclare un'intera sezione, quella "horror", senza scendere più in profondità. Meglio di sicuro le battute finali, malgrado non vi sia la stessa curiosità riscontrata, appunto, nelle prime 10 ore.
Difficoltà
Il livello di sfida è personalizzabile e lo si può plasmare scegliendo una delle due difficoltà, cioè "storia" o "normale", con una terza sbloccabile una volta completato il gioco. Eventualmente si può fin da subito aumentare ancora la sfida "svestendo" la protagonista dell'armatura, così da disattivare la riduzione dei danni e lasciare Eve con una tuta di pelle sintetica che la fa sembrare nuda, ma ho trovato la "normale" sufficientemente impegnativa.
In linea generale mi è sembrato un po' più permissivo rispetto ad altri soulslike, considerando che potete munirvi di vari oggetti curativi consumabili oltre alle classiche pozioni ricaricabili negli accampamenti, ma padroneggiare il sistema di combattimento è un imperativo per poter affrontarlo.
Più di un paio di boss potrebbero darvi filo da torcere a causa della loro ferocia.
Grafica e Sonoro
L'estetica di Stellar Blade ruota attorno alla sua protagonista, alla quale Shift Up ha riservato una quantità smisurata di attenzioni. Il gioco non maschera in alcun modo la sua sessualizzazione anche nel più piccolo dei dettagli: giusto per citare un esempio, l'animazione di discesa dalla scala mette in luce in maniera evidente i movimenti del fondoschiena del personaggio.
Per non parlare poi dei vestiti, confezionati con materiali lucenti, studiati per far risaltare ancora di più le perfette curve di Eve, enfatizzate pure dalla regia dei filmati d'intermezzo. Questa sua sfacciataggine è ammirevole sia in senso positivo, che negativo: sta a voi scegliere da che parte stare. Personalmente avrei preferito una maggiore cura nelle ambientazioni: ce ne sono una manciata ben rese, specie nella parte finale, quando ci si immerge nelle "viscere" dei Naytiba, ma altre si perdono nei soliti complessi industriali e su distese desertiche molto povere.
Visivamente comunque rimane piacevole, nulla di stravolgente, ma almeno il tutto non è deludente come l'ultima esclusiva PlayStation. Con la modalità bilanciata è in grado di fornire il giusto compromesso tra pulizia e fluidità a sessanta fotogrammi al secondo, cosa non così scontata di questi tempi. I volti non sono espressivi in ogni occasione, ma i modelli sono indubbiamente ben fatti: c'è anche una degna varietà di nemici tra mostri funginei, insetti e creature meccanizzate.
Discreto il doppiaggio in italiano, alle volte un po' monocorde e non paragonabile alle produzioni di prima fascia (vedi Marvel's Spider-Man 2), ma non è altalenante come quello sentito in Rise of the Ronin. La componente sonora, poi, è in linea con l'atmosfera che si respira nell'avventura, con canzoni cantate tendenti al j-pop.
Prezzo e Uscita
Stellar Blade sarà disponibile dal 26 aprile 2024 in esclusiva su PS5 al prezzo di 79,99€, ma su Amazon la potete recuperare a 10€ in meno in formato fisico.
Sullo store digitale è possibile acquistare la Deluxe Edition che include vari bonus, tra i quali c'è un costume per Eve che, guarda caso, ne accentua il seno.
Stellar Blade - Immagini
La chiave digitale per questa recensione è stata fornita da Sony PlayStation, che non ha avuto un'anteprima di questo contenuto e non ha fornito alcun tipo di compenso economico.
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Giudizio Finale
Stellar Blade
Stellar Blade è un soulslike, anzi, un "soulslite" che piacerà agli amanti del genere. Non eccelle in nessuno dei suoi elementi, ma l'assenza di acuti non deve allontanarvi. Certo, la firma PlayStation fa pensare a ben altri livelli qualitativi, eppure l'opera prima di Shift Up sul territorio della console Sony si presenta come un piacevole gioco d'azione con alcune chicche identitarie, più interessanti nella prima parte, che nella seconda.
Voto finale
Stellar Blade
Pro
- Il sistema di combattimento è valido
- Tutto sommato, l'avventura risulta varia
- Fluido e visivamente piacevole
Contro
- Nella seconda metà perde appeal
- La parte platform è debole
- La narrativa non è coinvolgente
Giorgio Palmieri Da oltre 10 anni scrive sulle pagine del network di SmartWorld. Adora la tecnologia come Winnie The Pooh con il miele. Ama scrivere di videogiochi e si occupa di info-commerce, ed è anche particolarmente bello. Almeno, così dice sua madre.