Se Elden Ring e God of War avessero un figlio, sarebbe Flintlock: The Siege of Dawn. Certo, non proprio il più brillante della famiglia, di quelli da vantare con orgoglio ai colleghi di lavoro, perché qualche bella gatta da pelare ve l'ha data durante la crescita. Ma gli si vuole bene comunque, è pur sempre un "figlio". Un figlio nato in un'epoca videoludica complicata, dove realizzare un doppia A di successo è un'impresa ardua, quasi un terno al lotto. E se sbagli, sei fuori. I creatori di Ashen ci hanno provato, non curanti del fatto che sia appena uscita l'espansione "Shadow of the Erdtree" di Elden Ring. E sapete? Qualche buona freccia al suo arco Flintlock: The Siege of Dawn ce l'ha. Ve ne parlo in questo speciale, ma prima di iniziare, sappiate che potete già giocarlo senza costi aggiuntivi se siete iscritti a Xbox Game Pass.
Se odiate i souls-like, potrebbe piacervi
La protagonista è Nor, una guerriera armata di ascia intrappolata in una guerra senza fine contro i morti viventi, perché qualcuno ha lasciato aperta la porta dell'aldilà, in un mondo fantasy contaminato dalla polvere da sparo.
Dopo un tentativo fallito di risolvere la situazione, Nor incontra Enki, una creatura divina simile a una volpe che la accompagna nell'avventura, nella speranza di chiudere definitivamente quella porta.
Il sistema di combattimento ricorda di primo acchito quello dei titoli souls-like, ma in realtà vi è molta ispirazione ai giochi d'azione puri, in particolar modo al nuovo corso di God of War. Ci si sente più forti e meno impauriti nel mondo circostante rispetto appunto ad un Dark Souls, anche perché Nor può schivare, attaccare, deviare con facilità i colpi dei soldati, addirittura usare la sua arma da fuoco per infliggere gravi danni agli avversari e interrompere gli attacchi nemici, come succedeva in Bloodborne. Le munizioni poi si ricaricano eseguendo colpi in mischia, cosa che spinge a utilizzare ad alternanza sia l'ascia, che la pistola.
Come se non bastasse, il gioco offre pure un bel archibugio che può disintegrare i nemici a distanza.
C'è addirittura un sistema di ricarica attiva ispirato a Gears of War, a testimonianza che Flintlock: The Siege of Dawn abbia voluto includere un po' di tutto nel suo minestrone.
Per quanto riguarda l'esplorazione, il gioco è composto da macro-aree nelle quali è possibile navigare liberamente con salti doppi che consentono un buon grado di verticalità: si completano missioni secondarie, si liberano villaggi e si raccolgono risorse per potenziare il proprio equipaggiamento. Insomma, naturali routine, con l'obiettivo principale sempre ben visibile a schermo e sulla bussola, così saprete sempre dove dirigervi.
Sconfiggere i nemici e completare missioni consente di guadagnare "reputazione", utilizzabile per sbloccare abilità, migliorare le armi o acquistare nuovi abiti. Morire comporta la perdita della reputazione accumulata, che può essere recuperata tornando al luogo della morte. Vi ricorda qualcosa, sì?
Il gioco implementa pure un sistema di bonus che moltiplica la reputazione guadagnata eseguendo attacchi diversi in combattimento, ma si azzera quando si subisce un colpo: è una bella meccanica, dove si può "rischiare" e aumentare il moltiplicatore per appunto ricevere più punti esperienza, oppure li si può riscattare per evitare di perdere il moltiplicatore già accumulato.
Anche la presenza di Enki introduce dinamiche interessanti, che in qualche modo fa le veci di Atreus in God of War: il principio è simile praticamente, poiché la volpe può attaccare i nemici e distrarli, oltre ad effettuare potenti incantesimi non appena il relativo indicatore magico è pieno. Nor poi è in grado di eseguire salti doppi e scatti in aria, e sbloccare portali triangolari che la catapultano attraverso il cielo, rendendo il ritorno al punto di morte meno tedioso.
Come avrete senz'altro capito, Flintlock si presenta come un'esperienza più accessibile rispetto ai tradizionali souls-like, ma è tutt'altro che perfetta. La trama lascia a desiderare, i combattimenti non godono della precisione e pulizia di un God of War, e nemmeno della varietà di un Elden Ring, anzi: le tipologie di avversari sono davvero poche, cosa che inevitabilmente lascerà l'amaro in bocca.
C'è però del buono, se lo si prende per quello che è, ovvero un gioco d'azione divertente, con aree gradevoli da esplorare, che nascondono sempre equipaggiamenti capaci di aggiungere ulteriori strati di profondità alla crescita del personaggio.
Anche il binomio ascia / arma da fuoco funziona, sono ben sinergizzati tra loro, con la magia di Enki che fa da ciliegina sulla torta:il tutto si espande bene con le abilità che via via si vanno sbloccando con i punti "reputazione".
In definitiva, Flintlock: The Siege of Dawn è uno di quei titoli che potrebbe passare in sordina, ma che indubbiamente offre un'esperienza piacevole, a differenza di un Gangs of Sherwood ad esempio. E chissà, magari vi sorprenderà proprio quando meno ve lo aspettate. Provatelo se siete iscritti a Xbox Game Pass, e scoprite se questo "figlio" è in grado di ritagliarsi un posticino nel vostro cuore, nonostante tutto.
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