Siamo andati a vedere la prima selfie room d'Italia, ecco come è andata | Video

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Si dice che il primo selfie della storia sia stato scattato nel 1920, quando un gruppo di fotografi della Byron Company - uno studio fotografico di Manhattan - si è autoritratto sul tetto del Marceau Studio, sulla Fifth Avenue, tenendo in mano un obiettivo dell'epoca (in due, perché allora erano strumenti particolarmente pesanti).

Oggi, a oltre cento anni di distanza, i selfie sono all'ordine del giorno: secondo uno studio se ne scattano più di 1000 al secondo, per una media totale di 93 milioni di selfie al giorno, che vengono diffusi sui social. Una tendenza che ha fatto sì che nascessero le selfie room, luoghi appositamente studiati per scattare foto che promettono di farci fare un figurone sui social.

LA PRIMA SELFIE ROOM D'ITALIA

All’estero ci sono già da qualche anno: negli Stati Uniti esistono addirittura dei franchising che danno vita a spazi con ambienti tutti diversi, mentre in Europa il fenomeno è solo agli inizi. A Londra c’è la Selfie Factory realizzata all’interno dell’O2 Arena, e in Italia la prima selfie room ha aperto giusto qualche tempo fa a Milano: si trova a Pero, vicino alla zona fieristica di Rho a nord-ovest della città.

Si tratta di uno spazio sotterraneo di 250 metri quadrati dove trovano spazio 15 diversi set, tra stanze, muri e angoli che forniscono spunti interessanti per i propri scatti. Uno spazio colorato, pop, decisamente irreale che spazia dalla classica cabina telefonica londinese a un carcere tutto giallo che ricorda Orange is the new black, passando per orsi giganti, palloncini e così via.

I set vengono cambiati durante l’arco dell’anno seguendo le stagioni, le feste comandate e gli eventi, e in giro ci sono varie ringlight sia fisse che mobili che possono essere aggiustate per ottenere l'illuminazione che si preferisce. L'ingresso da un'ora costa 15 euro a persona, su prenotazione, ma ci sono band che la noleggiano per intero per girare i propri videoclip musicali.

UNA FOTOCAMERA SELFIE-CENTERED

Abbiamo deciso di farci un giro accompagnati dal Vivo V23, che è dotato di un comparto fotografico frontale composto da due fotocamere , una da 50 MP con sensore d'immagine ISOCELL JNV con autofocus e una grandangolare da 8 MP, e da un'illuminazione con varie possibilità che includono un doppio LED per me inedito.

L'abbiamo scelto per questa esperienza perché è uno smartphone evidentemente pensato innanzitutto per i selfie, ma non è male anche per il resto, come vi avevamo raccontato nella nostra recensione. Anche in questo frangente abbiamo ritrovato performante la messa a fuoco che individua efficacemente l'occhio e la resa brillante dei colori che vengono riprodotti bene sul display AMOLED HDR10+ da 6,44".

Tutte le foto sono state scattate con la fotocamera frontale (quelle a distanza, con autoscatto e treppiede). La risoluzione è buona e soprattutto, testando le fotocamere in vari angoli dello studio con e senza illuminazione dedicata delle ringlight, gli scatti mantengono sempre una certa qualità anche in condizioni di luce non sempre ottimali e con la luce artificiale.

L'app fotocamera è intuitiva, facile da usare, e permette di passare da una modalità all'altra in scioltezza sfoderando anche il jolly della grandangolare per i selfie di gruppo, che in alcuni casi può tornare utile. Insomma, il Vivo si è dimostrato un degno compagno di selfie room.

COM' ANDATA?

Pur non essendo un'amante dei selfie in quanto tali, devo dire che l'esperienza della selfie room non è stata affatto male. Una volta dentro è facile farsi prendere dall'entusiasmo delle opportunità di scatto che da un lato, essendo preparate ad hoc, sono curate nei minimi dettagli, dall'altro, se tutti iniziassero improvvisamente ad andarci, potrebbe porsi un problema di originalità. Probabilmente anche per questo è previsto che diversi set vengano cambiati nel corso dell'anno.

In generale, dato il prezzo contenuto del biglietto, se vi sentite ispirati potrebbe valer la pena farci un giro, fosse anche solo per curiosità, e se ci si va con più di un amico si possono creare delle variabili interessanti, magari anche delle storie. In pratica è un set fotografico variegato e multicolore a un prezzo abbordabile, dove sicuramente vengono eliminate tutte le variabili che di solito rischiano di rovinare gli scatti, dalla luce sbagliata agli intrusi sullo sfondo, passando per gli oggetti fuori luogo come il cesto della biancheria che spesso fa capolino nei famigerati selfie allo specchio.

Il maggior afflusso si registra, come prevedibile, nel fine settimana, quindi se volete averla tutta per voi o quasi il consiglio è di andarci in un giorno feriale; a meno che il vostro obiettivo non sia fare photobombing nei selfie degli altri o fare amicizia, nel qual caso fate pure il contrario.

Che dite, è un'esperienza che potrebbe interessarvi o l'avete già provata? Nella vostra città c'è qualcosa del genere?

Contenuto realizzato in collaborazione con Vivo

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