Un impianto di rimozione del carbonio, come si può facilmente intuire dal nome, serve a ridurre i livelli di CO2 nell'atmosfera. In un certo senso è come costruire una grande foresta: entrambi assorbono il biossido di carbonio dall'aria, contribuendo a ridurre i gas serra e a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. E siccome le grandi foreste ormai non bastano più, in futuro dovremo abituarci ad avere sempre più impianti simili. E per l'appunto, il più grande impianto di questo tipo, denominato "Mammoth", è stato appena inaugurato in Islanda.
Situato a Hellisheiði, Mammoth è stato sviluppato e gestito dalla società svizzera Climeworks (tra i suoi clienti troviamo anche Microsoft e Shopify, tanto per fare un paio di nomi.
L'impianto utilizza la tecnologia di cattura diretta dall'aria (DAC), che aspira l'aria attraverso filtri chimici capaci di assorbire la CO2. Una volta catturato, il carbonio può essere stoccato sottoterra o utilizzato in altri modi, come nella produzione di combustibili sintetici o materiali da costruzione.
Nel caso specifico, la CO2 catturata viene miscelata con acqua e iniettata nel sottosuolo di basalto islandese, dove si trasforma in roccia solida.
Inizialmente, Mammoth catturerà circa 36.000 tonnellate di CO2 all'anno, l'equivalente di una foresta tropicale di circa 170 ettari (un paragone un po' "a cazzotto", ma giusto per rendere l'idea). È chiaro che, in ottica globale, questo valore è ancora assai piccolo, ma anche per questo gli USA hanno avviato piani per ulteriori impianti simili, con finanziamenti per miliardi di dollari.
Va da sé che il costo e l'efficienza energetica di questi impianti sono ciò che ne determinerà il futuro, ma è altrettanto chiaro che le soluzioni al cambiamento climatico hanno bisogno di tutta l'attenzione possibile, perché ne abbiamo urgente bisogno.