Siri risorgerà nel 2024. O almeno spero.

6 months ago 148

Negli ultimi anni Siri ha fatto passi da gigante e, finalmente, anche in italiano è in grado di fornire risposte e indicazioni sufficientemente pertinenti alle richieste degli utenti. Ma nonostante le notevoli migliorie, l'assistente vocale di Apple non riesce ancora a competere con Alexa o Assistente Google, specialmente nella nostra lingua.

Siri riesce ad assisterci in operazioni quotidiane: imposta una sveglia quando glielo chiedi, aggiunge un promemoria e ovviamente risponde bene quando si parla di meteo. Considerando che la maggior parte degli utenti consulta gli assistenti vocali per chiedere che tempo fa domani o per eseguire azioni dirette (timer, sveglie, promemoria...) probabilmente non ci sarebbe troppo da lamentarsi: tuttavia, la differenza con Alexa e Google Assistant diventa abissale quando si parla di questioni di più ampio respiro.

Provate a chiedere a Siri domande banali come In che città si trova la Tour Eiffel?, Chi è il regista de Il Padrino? o Chi è stato il primo imperatore romano? e l'assistente vocale di Apple si rivelerà praticamente inutile, suggerendo risultati di ricerca dal web o, peggio ancora, fraintendendo la domanda.

Al contrario, in italiano Alexa eccelle in questo genere di richieste e anche l'assistente Google fa il suo.

Questo divario potrebbe colmarsi già dal prossimo anno, grazie all'integrazione in Siri di un sistema di intelligenza artificiale generativa.

Il 2023 è stato l'anno dell'IA generativa

Il 2023 è stato senza dubbio l'anno delle IA generative: da ChatGPT a Midjourney, nel corso di pochissimo tempo è diventato praticamente normale conversare o chiedere un'illustrazione a un'intelligenza artificiale. Dopo l'esplosione di ChatGPT e OpenAI, e il connubio con Microsoft e Bing, Google è immediatamente corsa ai ripari e ha lanciato Google Bard che, dopo un esordio traballante, è pronto per essere integrato in Google Assistant (a breve).

In tutto questo movimento, che succede in casa Apple? Secondo quanto riportato da Mark Gurman, giornalista di Bloomberg molto vicino all'azienda, Apple sarebbe rimasta spiazzata dalla velocità con cui queste nuove tecnologie si sono diffuse, anche la società della mela sta lavorando su una sua intelligenza artificiale generativa da anni, come confermato dallo stesso Tim Cook.

Ma mentre Google rilasciava Bard (anche se un po' rotto) e Microsoft integrava ChatGPT in Bing, Apple si limitava a sfruttare le competenze sull'IA per migliorare il correttore automatico in iOS 17. Un po' pochino.

D'altra parte, non c'è troppo da stupirsi: Apple è un'azienda che si è sempre presa i suoi tempi per rilasciare nuovi prodotti, con un approccio diametralmente opposto a quello di Google. Se quest'ultima non si fa troppi problemi a dare in pasto agli utenti una nuova tecnologia in fase beta, Apple ha sempre cercato il perfezionismo prima di mostrarsi al pubblico.

Tuttavia, sull'intelligenza artificiale generativa non si può più attendere oltre, visto l'andamento del mercato: lo stesso Gurman conferma che all'interno della società c'è grande fermento e i vari team cercano di studiare i modi per integrare l'IA generativa nei vari software e servizi.

Apple è già pronta

Secondo quanto riferito, infatti, l'azienda ha sviluppato da tempo un suo Large Language Model (LLM) chiamato Ajax, e sta testando internamente un chatbot, informalmente soprannominato Apple GPT.

Questo sarà la base per integrare l'IA generativa sulle app di iOS e macOS: si parla della possibilità di averlo nei Messaggi per migliorare i suggerimenti automatici, su Xcode per assistere gli sviluppatori (in modo analogo a Copilot di Microsoft), su Pages, Numbers e Keynote per aiutare gli utenti con documenti, presentazioni e fogli di calcolo.

E poi, ovviamente, c'è Siri.

Una rinascita di Siri, insieme alla crescita del protocollo Matter, potrebbe dare nuovo senso anche agli HomePod.

L'assistente vocale di Apple dovrebbe essere il grande protagonista della rivoluzione dell'intelligenza artificiale generativa della mela: questa tecnologia sarà in grado di migliorare drasticamente Siri, con un salto avanti che non sarà percepito come un upgrade incrementale, ma come un vero e proprio salto generazionale.

Secondo Gurman, questa rivoluzione potrebbe avvenire già nel 2024, con iOS 18, anche se non ci sono ancora certezze in merito. I chatbot conversazionali sono strumenti decisamente notevoli, ma che possono portare i loro problemi, sia in termini di adeguatezza delle risposte fornite, sia per la tutela della privacy degli utenti.

A tal proposito, uno dei dibattiti interni all'azienda verte sulla decisione se eseguire le operazioni in locale (sul dispositivo) o in cloud, anche se è molto probabile che alla fine venga un approccio misto.

Insomma, le premesse per una rinascita di Siri ci sono tutte e, probabilmente, è solo una questione di tempo perché le intelligenze artificiali generativi arrivino su tutti gli assistenti vocali, aprendo un mare di nuove opzioni per gli utenti. Con la speranza che le novità arrivino subito anche per l'italiano (purtroppo non è affatto scontato), il 2024 potrebbe essere uno spartiacque per la storia degli assistenti vocali.

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