Sony e cloud gaming: tante difficoltà, ma si va avanti

1 year ago 256

Il cloud gaming è tecnicamente ancora molto complicato: lo ha detto il CEO di Sony Kenichiro Yoshida nel corso di un'intervista rilasciata al Financial Times, specificando che tra le varie opzioni che l'azienda valuterà in futuro per i giochi in streaming rientra anche lo sfruttamento della super intelligenza artificiale proprietaria GT Sophy.

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Tra i problemi principali che riguardano il cloud gaming, spiega il numero uno di Sony, vengono citati latenza e tempi morti, ovvero quando i server sono inattivi durante il giorno in attesa del picco che generalmente si verifica la sera. E specifica che l'azienda è ben consapevole di questi ostacoli che vuole superare nonostante le difficoltà incontrate dalla concorrenza nel recente passato e le titubanze di giocatori e sviluppatori.

Penso che il cloud stesso sia un modello di business straordinario, ma quando si tratta di giochi le difficoltà tecniche sono elevate. Quindi ci saranno sfide per il cloud gaming, ma le vogliamo affrontare.

Siamo stati in grado di sfruttare le ore più tranquille per l'apprendimento dell'intelligenza artificiale.

Per Sony il cloud gaming non è una novità: già da oltre 10 anni è impegnata nello sviluppo della tecnologia e nell'internalizzazione del know how, si pensi ad esempio all'acquisizione di Gaikai avvenuta nel 2012 per 380 milioni di dollari e della piattaforma OnLive nel 2015. Ed è datato 2014 il debutto di PlayStation Now, servizio di streaming di giochi PlayStation basato proprio sulla piattaforma Gaikai che lo scorso anno è entrato a far parte del servizio PlayStation Plus.

E poi c'è la questione Microsoft-Activision, che vede Sony tra le realtà che si oppongono all'acquisizione. Più volte l'azienda nipponica ha manifestato la sua contrarietà, negli ultimi giorni poi sono stati dati pareri discordanti sulla conclusione dell'affare da parte delle autorità: al no della CMA britannica si contrappongono i pesanti sì di Cina ed Unione Europea.


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