Spreco alimentare in Europa, l’Italia è al terzo posto

1 month ago 95

L’ultimo report di Eurostat sullo spreco alimentare in Europa restituisce un’immagine poco edificante dei cittadini dell’Unione, che nel 2022 hanno buttato nel cestino 132 kg di cibo ancora perfettamente commestibile.

Fra gli Stati membri peggiori, troviamo la Germania (oltre 10,7 milioni di tonnellate - Mt - di cibo buttato nel 2022), la Francia (oltre 9,4 Mt) e l’Italia (oltre 8,2 Mt); secondi i dati raccolti, questi tre Paesi, coprono quasi il 50% dello spreco alimentare europeo.

DALLA TAVOLA AL CESTINO, CHE FINE FA IL CIBO IN EUROPA

Nel 2022 i cittadini dell’Unione Europea hanno sprecato 132 kg di cibo ancora commestibile, segnando un aumento rispetto al 2021 di circa 1 kg di risorse alimentari buttate inutilmente.

I comportamenti peggiori, arrivano preoccupantemente dalle famiglie, responsabili di poco più delle metà degli alimenti finiti nel cestino.

Seguono l’industria alimentare, con gli scarti della trasformazione, la ristorazione, il commercio al dettaglio, la distribuzione e infine la sede di origine degli alimenti.


Nel dettaglio, le origini dello spreco sono:

  1. famiglie (72%),
  2. produzione primaria (8%),
  3. commercio al dettaglio e distribuzione (7,67%),
  4. trasformazione (6,58%),
  5. ristorazione (5,78%).

CONTRO LO SPRECO ALIMENTARE, L'APP TOO GOOD TO GO

Se il primo passaggio per evitare di sprecare cibo è sicuramente quello di non comprare più del necessario quando facciamo la spesa e imparare a conservare correttamente gli avanzi di quello che cuciniamo, in nostro aiuto arrivano anche alcune società anti-spreco.

Fra queste, la più famosa (e quella che uso anche io) è probabilmente Too Good to Go, un’app scaricabile sul proprio smartphone che permette non solo di acquistare cibo invenduto dai piccoli negozi, bar, pasticcerie, panetterie e supermercati, ma anche di acquistare delle “surprise box”.

Queste ultime, il cui contenuto è metà svelato e metà a sorpresa, ci verranno recapitate direttamente a casa e contengono un buon numero di prodotti a scadenza ravvicinata, che le aziende potrebbero avere difficoltà a vendere nei punti vendita cui si appoggiano.

Il loro prezzo estremamente competivo (mediamento 1-2 euro a prodotto contenuto) permette anche di risparmiare considerevolmente su alimenti che acquistiamo con regolarità (nel mio caso, le bevande vegetali).

Come abbiamo visto dai dati riportati da Eurostat, lo spreco alimentare coinvolge ogni passaggio della filiera dalla produzione alla nostra tavola, ed è pertanto interessante avere la possibilità di intervenire in ogni momento.


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