Spyware Graphite, Mantovano: “Paragon non ha rescisso nessun contratto con l’Italia”

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Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata ai Servizi, Alfredo Mantovano, smentisce dunque ogni coinvolgimento del Governo sul caso Graphite Anzi, il Governo passa al contrattacco. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato ieri durante il question time alla Camera che “il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque lo abbia accusato di aver spiato i giornalisti”.

“Paragon non ha mai sospeso il servizio e non ha rescisso nessun contratto. In sede di Copasir ho più volte illustrato come in concreto garantisco a nome del governo il rigoroso rispetto della costruzione della legge 124, in assoluto e in modo particolare nei confronti dei soggetti che meritano tutela specifica, a cominciare dai giornalisti. Tutti hanno constatato che vi è stata una stretta rispetto al periodo precedente. Questi sono i dati obiettivi”.

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e Autorità delegata ai Servizi, Alfredo Mantovano, parlando con i giornalisti alla Camera, smentisce dunque ogni coinvolgimento del Governo sul caso Graphite e dello spionaggio che ha visto coinvolti Francesco Cancellato, direttore di Fanpage.it, e Luca Casarini, il fondatore della ONG Mediterranea Saving Humans: il data breach ha permesso l’accesso ai dati personali, inclusi i messaggi salvati sul dispositivo.

Ciriani: “Andremo per via legali”

Anzi, il Governo passa al contrattacco. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, ha annunciato ieri durante il question time alla Camera che “il Governo intende adire le vie legali nei confronti di chiunque lo abbia direttamente accusato di aver spiato i giornalisti”, ha detto.

“Come tutte le intelligence del mondo, anche i Servizi italiani, al fine di contrastare le organizzazioni terroristiche o criminali, in nome della sicurezza nazionale da molti anni fanno ricorso a strumenti come quelli prodotti e forniti dall’azienda Paragon Solutions”. Le agenzie di intelligence, sottolinea, “rispettano nel modo più rigoroso la Costituzione e le leggi e, in particolare, la legge 3 agosto 2007, n. 124. Questo rigoroso rispetto vale anzitutto verso i soggetti specificamente tutelati da tale legge, in primis i giornalisti. Tutto ciò avviene sotto il controllo, ciascuno per la sua parte, dell’Autorità delegata, del Copasir e della magistratura”. “Va dato atto che la società Paragon Solutions ha garantito la fornitura del servizio, in ottemperanza alle clausole contrattuali, con massima professionalità e serietà. Nessuno ha rescisso in questi giorni alcun contratto nei confronti dell’intelligence. Tutti i sistemi sono stati e sono pienamente operativi contro chi attenta agli interessi e alla sicurezza della Nazione” ha risposto il ministro per i Rapporti con il Parlamento.

“La puntuale e costante applicazione della legge 124/2007 non esclude la disponibilità ad aggiornare la legislazione medesima, se necessario. Compete in ogni caso all’autorità giudiziaria accertare l’origine delle vulnerabilità denunciate. I Servizi italiani sono pronti a dare tutto il loro supporto. Puntuale risposta agli interrogativi sollevati da questa vicenda è stata fornita al Copasir ieri dal direttore di Aise, audito dal Comitato, e altre ne verranno nelle prossime settimane, qualora sia richiesta l’audizione di altri appartenenti all’intelligence”.

Le opposizioni vogliono spiegazioni

Ma allora chi è stato? Per le opposizioni, la spiegazione del governo è assolutamente insufficiente. Il deputato del Movimento 5 Stelle, Francesco Silvestri, attacca il ministro Ciriani: “Il governo annuncia azioni legali, noi non ci facciamo intimidire”. Poi cita il commento sulla vicenda fatto venerdì scorso da Matteo Salvini. “È stato il viceministro Salvini a parlare di resa dei conti interna tra servizi segreti.” “Una resa dei conti”, aveva detto esattamente Salvini, correggendo poi il tiro. 

“Quale forza di polizia ha in uso il sistema israeliano? La Finanza, i Carabinieri, la Polizia Penitenziaria? Ma perché a questa semplice domanda nessuno vuole dare una risposta?” insiste Matteo Renzi di Italia Viva.  “Come è stato possibile l’introduzione di tale sistema? E soprattutto con chi è stato contrattualizzato tale sistema prodotto dall’azienda Paragon?” attacca il deputato del PD, Federico Fornaro, che annuncia un’iniziativa a livello europeo.

Anche Nicola Fratoianni di AVS chiede spiegazioni al governo. La scorsa settimana, il quotidiano inglese The Guardian aveva rivelato che la società israeliana Paragon aveva interrotto il contratto con il governo italiano proprio per l’uso improprio nei confronti di persone che non dovevano essere intercettate. “Un altro colpo di scena: due membri del governo, Ciriani e Mantovano, ci dicono che il contratto con Paragon è ancora attivo, che non è stato rescisso”, è la considerazione polemica di Fratoianni.

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