Spyware Paragon, tra interrogazioni e richieste di chiarimento al governo. Cosa sta succedendo

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La vicenda dello spyware Graphite si inserisce in un contesto più ampio che solleva interrogativi politici e istituzionali. Il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, evidenzia un possibile collegamento tra l’utilizzo dello spyware e il rilascio del generale e torturatore Almasri.

Il team legale della ONG Mediterranea Saving Humans, rappresentato dagli avvocati Fabio Lanfranca e Serena Romano, ha depositato questa mattina un esposto presso il Centro di Sicurezza Cibernetica della Polizia di Stato di Palermo. L’obiettivo è chiedere agli inquirenti di accertare cosa sia accaduto e chi abbia ordinato lo spionaggio del telefono del fondatore della ONG, Luca Casarini, attraverso lo spyware Graphite, sviluppato dalla società israeliana Paragon Solutions.

“Chiediamo di accertare che tipo di attività sia stata svolta”, ha dichiarato all’ANSA l’avvocato Serena Romano.

La vicenda si inserisce in un contesto più ampio che solleva interrogativi politici e istituzionali. Il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto di Palazzo Madama, evidenzia un possibile collegamento tra l’utilizzo dello spyware e il rilascio del generale e torturatore Almasri.

“C’è un nesso tra il caso Almasri e gli accessi abusivi effettuati con il software spia Graphite, fornito all’Italia dalla Paragon Solutions: il filo conduttore è la gestione dei migranti e il rapporto con la Libia, un paese considerato strategico da molti esecutivi italiani. Il governo deve spiegare chi, tra i nostri apparati di sicurezza e di indagine, aveva in uso questo spyware e se ritiene legittimo l’utilizzo che ne è stato fatto”, ha affermato De Cristofaro.

Ha poi aggiunto: “Non può passare sotto silenzio il fatto che qualcuno abbia attivato un sistema di sorveglianza su attivisti e giornalisti senza alcuna autorizzazione. Questa vicenda rappresenta una palese violazione dei diritti costituzionali e rischia di stravolgere la natura democratica del nostro Stato. Non può essere trattata solo davanti al Copasir, organismo le cui audizioni sono segrete e da cui Alleanza Verdi e Sinistra è esclusa. Il governo non può cavarsela riferendo a porte chiuse: deve venire in Aula e chiarire quali agenzie di intelligence e di polizia avevano accesso allo spyware di Paragon e se ha autorizzato tali incursioni. Ci aspettiamo risposte immediate, perché altrimenti il rischio è il passaggio da una democrazia liberale a uno Stato autoritario di polizia”.

Spyware Graphite, per Bonelli è scandalo di Stato

Anche Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e parlamentare AVS, denuncia la gravità della situazione:

“Siamo di fronte a uno scandalo di Stato di proporzioni gravissime. Giornalisti e attivisti sono stati spiati con un software in uso al governo, mentre i servizi segreti denunciano alla magistratura il procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, accusandolo di aver diffuso informazioni riservate sul capo di gabinetto di Giorgia Meloni. Nel frattempo, Salvini attacca gli 007, tentando di prendere le distanze dal disastro. Nel caos generale, Meloni continua a fuggire dal Parlamento, evitando il confronto e rifugiandosi dietro comunicati ambigui e dichiarazioni sui social”.

Bonelli conclude con domande dirette all’esecutivo: “Chi ha autorizzato questo uso illecito? Quali informazioni sono state raccolte? Chi, nel governo o nelle agenzie di sicurezza, ha utilizzato lo spyware Graphite per sorvegliare cittadini che nulla avevano a che fare con il crimine organizzato? E perché è stato liberato il criminale e stupratore Almasri? Meloni smetta di fuggire e dimostri di avere il coraggio e l’onestà di affrontare queste domande in Parlamento”.

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