Telegram con paywall: Apple minaccia ban, la piattaforma fa marcia indietro

2 years ago 160

La "sperimentazione" dei contenuti a pagamento su Telegram potrebbe essere già arrivata al capolinea. Lo fa intendere un arrabbiato Pavel Durov, che sulla piattaforma di sua proprietà annuncia il ritiro della funzionalità su iOS in quanto non compatibile con i termini e le condizioni dell'App Store. La storia è sempre la stessa: Apple vuole che tutti i pagamenti passino dallo store, così da trattenere il 30% sotto forma di commissioni.

Telegram aveva testato all'interno dei canali un sistema per la pubblicazione di post da sbloccare previo pagamento di una determinata cifra (in pratica, se vuoi leggere il messaggio devi pagare X euro che ti vengono detratti dalla carta di credito precedentemente salvata). Il social ha poi specificato che non si trattava di veri e propri test di contenuti a pagamento, piuttosto dell'impiego da parte di alcuni autori di bot di pagamento di terze parti per aggiungere paywall ai post. Test o meno, da Cupertino sono arrivati i primi avvisi che suonano più o meno così: o ritiri subito i post con pagamento diretto, o l'app sarà estromessa dall'App Store.

IL COMMENTO DI DUROV

Pavel Durov ha spiegato come i contenuti a pagamento consentissero agli autori di monetizzare immediatamente e di ricevere "quasi" il 100% di ciò che gli abbonati pagavano:

Sfortunatamente, abbiamo ricevuto comunicazione da Apple che non approvavano il fatto che gli autori dei contenuti monetizzassero i loro sforzi senza il pagamento della tassa del 30% ad Apple. Visto che Apple ha il pieno controllo sul suo ecosistema, non avevamo alternative se non quella di disabilitare i post a pagamento sui dispositivi iOS.

L'ATTACCO AD APPLE

E qui parte l'attacco: il monopolio di Apple domina il mercato, chi ne fa le spese sono i milioni di utenti che vorrebbero monetizzare il loro lavoro. Durov si augura che le istituzioni si muovano in tal senso, per "agire prima che Apple distrugga più sogni e schiacci più imprenditori con una tassa più alta di qualsiasi IVA imposta dal governo".

Non viene fatta esplicita menzione di Android: il CEO si limita a dire che la piattaforma "lavorerà per offrire ai creator strumenti potenti e semplici per monetizzare i loro contenuti al di fuori del ristretto ecosistema Apple". Resta da capire quale sarà la posizione di Google su questa novità.


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