Tesla potrebbe aprire la produzione in Italia, ma non per quello che pensate

5 months ago 127

Il Governo vuole far ripartire la produzione di veicoli in Italia, e dopo Stellantis sta prendendo piede la possibilità che anche Tesla possa aprire un sito. Ma non di auto, bensì di camion e furgoni (sapete quali sono i difetti e gli svantaggi delle auto elettriche?).

Ad annunciarlo è il Sole 24 Ore che citando fonti industriali getta una luce su quelle che sono settimane frenetiche, per non dire decisive, per il settore produttivo italiano. 

Il ministro D'Urso vuole più di un produttore di veicoli

Ma cosa sta succedendo? Sappiamo come il Governo sia in trattativa con Stellantis per avviare la produzione in Italia di 1 milione di vetture, tra auto e veicoli commerciali.

Dal 2 aprile inizieranno gli incontri sui stabilimenti produttivi, ma il ministro D'Urso è stato chiaro: in Italia non può esserci un solo produttore. Il riferimento è agli altri Paesi europei, che vedono la Germania e la Spagna con sette produttori, la Francia e l'Ungheria 4, e la Repubblica Ceca con 3.

Ecco perché nelle scorse settimane il Governo ha avviato incontri con produttori cinesi come BYD, Great Wall e Chery: il Mimit si è posto l'obiettivo di 1,3 milioni di veicoli. Quindi 1 milione da parte di Stellantis e 300.000 da un altro marchio. 

Ora sulla scena è apparsa anche Tesla, e ci sono diversi motivi per cui questa potrebbe essere la scelta su cui punta il Governo.

I produttori cinesi come arma per convincere Stellantis e Tesla?

La situazione è molto più complessa di quello che potrebbe sembrare. È noto come i produttori cinesi, BYD su tutti, stiano guardando all'Europa con forte interesse. L'Unione Europea, timorosa però di un'invasione nel mercato di auto elettriche asiatiche a basso costo che ucciderebbero la produzione continentale, potrebbe imporre dei dazi che darebbero un po' di respiro ai "nostri" marchi. 

Ecco quindi che le aziende cinesi vorrebbero aprire stabilimenti in Europa. In Ungheria, BYD aprirà un sito di produzione, e l'Italia ha intavolato discussioni con la stessa BYD, Great Wall, Leapmotor e Chery Automobiles.

Attenzione, però, avverte Tavares di Stellantis. I produttori cinesi non vogliono costruire le auto in Europa, ma solo assemblarle. Ed è qui che entra in gioco Tesla.

Stando ad alcune interpretazioni, inserire i marchi asiatici nella trattativa è una mossa del Governo per convincere Stellantis ad aumentare la produzione a 1 milione di veicoli e Tesla (con cui i contatti sono aperti da tempo) ad aprire un sito da noi. Ma non di auto, bensì di camion e furgoni.

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