Lo scorso febbraio, la Commissione Europea lo aveva decretato: sulla strada verso la banda ultralarga le reti in rame devono essere dismesse entro il 2030 (se siete in cerca di un'offerta di rete fissa, date un'occhiata al nostro utilissimo comparatore di prezzi).
Proprio nella mattinata di oggi, TIM ha quindi annunciato lo switch off della rete in rame e lo spegnimento delle centrali. Si comincia domani con le prime 62.
Come avverrà lo switch off della rete in rame
Lo switch-off della rete in rame rappresenta un passaggio cruciale per il settore delle telecomunicazioni europeo e il passaggio verso le connessioni in banda ultralarga.
Ma come è strutturato questo piano da parte di TIM? In totale, sono circa 6.700 le centrali in tecnologia completamente in rame che devono essere dismesse entro il 2028.
Queste centrali sono localizzate prevalentemente in aree periferiche o Comuni di piccole dimensioni, ma nondimeno stiamo parlando, come ricorda Elisabetta Romano, Chief Network Operations & Wholesale Officer di TIM, di oltre il 60% di quelle esistenti.
Che ammontano a circa 10.500.
Come abbiamo anticipato, da domani viene avviata la dismissione delle prime 62, che sono collocate in 54 comuni distribuiti su 11 regioni: Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto.
Ricordiamo che nella roadmap presentata dalla Commissione Europea per centrare gli obiettivi digital & green, si prevede che l'80% dello switch off avvenga entro il 2028, e al 100% entro il 2030.
Cosa comporta lo switch off
Lo switch off della rete in rame, che fa parte di una serie di interventi di adeguamento tecnologico approvati dall'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCom), ha una serie di conseguenze.
Innanzitutto, sugli utenti. Lo spegnimento comporta il passaggio dei collegamenti attestati sulle centrali dismesse (Adsl, Isdn e linee telefoniche Rtg) sulla rete TIM di nuova generazione, già disponibile totalmente o in parte in fibra.
Questo implica che i clienti verranno migrati verso connessioni in banda ultralarga, con il conseguente miglioramento delle prestazioni e della qualità del servizio.
Non solo, ma TIM rileva anche benefici dal punto di vista ambientale. Si stima infatti che con la dismissione delle centrali verranno anche spenti tutti gli apparati legati ai servizi tradizionali presenti nelle altre centrali a esse collegate. Nel complesso, questo consentirà a regime una riduzione dei consumi energetici di circa 450 mila MWh e minori emissioni di CO2 per 209.600.000 kg, equivalenti a 16.108.000 alberi.