ByteDance ha confermato di essere ancora in trattative con il governo degli Stati Uniti per trovare un'intesa che consenta a TikTok di continuare a operare nel Paese. L'annuncio è arrivato poco dopo la decisione del presidente Donald Trump di firmare un nuovo ordine esecutivo che proroga di 75 giorni la scadenza originaria fissata per la cessione delle attività americane della popolare piattaforma. In base alla normativa approvata lo scorso anno dall'allora presidente Joe Biden, ByteDance era obbligata a dismettere TikTok negli Stati Uniti entro il 19 gennaio 2025. Tuttavia, la società cinese ha finora resistito all'idea di rinunciare a un business valutato tra i 20 e i 150 miliardi di dollari, a seconda dei termini proposti e delle tecnologie coinvolte.
Nel suo comunicato di venerdì, ByteDance ha ribadito che diverse questioni chiave devono ancora essere risolte e che qualunque accordo dovrà comunque ottenere l'approvazione delle autorità cinesi. La proroga firmata da Trump rappresenta il secondo rinvio concesso per consentire la finalizzazione di un'intesa. Nonostante il limite legale preveda un'unica estensione di massimo 90 giorni, il nuovo ordine sembra andare oltre il quadro normativo esistente, alimentando discussioni politiche e giuridiche sul margine di manovra presidenziale.
L'ALGORITMO RESTA A PECHINO
Trump ha affidato la gestione del dossier a un team ristretto di funzionari di alto profilo, guidati dal vicepresidente JD Vance e dal consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz, incaricati di vagliare le offerte e accelerare l'esito della trattativa. Tra le proposte in esame, quella di un consorzio composto da Oracle, Blackstone e la società di venture capital Andreessen Horowitz è emersa come la più avanzata. Secondo fonti vicine ai colloqui, il piano prevederebbe la creazione di una nuova entità statunitense, controllata al 50% da investitori esterni e al 30% dagli attuali azionisti americani di ByteDance. La quota cinese verrebbe così ridotta a meno del 20%, soglia ritenuta accettabile dalla normativa sulla sicurezza nazionale statunitense. Nei giorni scorsi era anche arrivata un'offerta di Amazon.
Nel modello discusso, Oracle acquisirebbe una partecipazione di minoranza nelle attività americane di TikTok e si occuperebbe di garantire la sicurezza dei dati degli utenti. Il nodo più delicato – il controllo sull'algoritmo che alimenta la piattaforma – resterebbe però nelle mani di ByteDance. Questa soluzione sarebbe stata pensata proprio per evitare attriti con le autorità di Pechino, notoriamente restie a cedere tecnologie strategiche.
Trump ha ribadito su Truth Social la sua determinazione a chiudere positivamente l'operazione:
"La mia Amministrazione sta lavorando duramente per un accordo che SALVI TIKTOK e abbiamo fatto enormi progressi. Serve ancora lavoro per ottenere tutte le approvazioni necessarie, motivo per cui sto firmando un ordine esecutivo per mantenere TikTok operativo per altri 75 giorni. Speriamo di continuare a lavorare in buona fede con la Cina, anche se so che non sono molto contenti delle nostre tariffe reciproche (necessarie per un commercio equo e bilanciato tra Cina e Stati Uniti!). Questo dimostra che i dazi sono lo strumento economico più potente, e molto importante per la nostra sicurezza nazionale! Non vogliamo che TikTok ‘si spenga'"
Anche nel nuovo intervento, Trump ha rilanciato l'idea di usare i dazi come leva negoziale: in cambio del via libera da parte di Pechino alla vendita di TikTok, Washington potrebbe concedere un alleggerimento delle misure commerciali.