Tutto l’entusiasmo di openSUSE Tumbleweed nell’utilizzo di systemd-boot al posto di GRUB

8 months ago 214

Era il lontano 2018 quando raccontavamo di Pop!_OS, sistema operativo basato su Ubuntu lanciato nell’ottobre del 2017 da System 76, e dell’abilitazione di systemd-boot come rimpiazzo di GRUB, il boot loader che potremmo definire “storico” di Linux (OK, gli utilizzatori di lilo, come il sottoscritto, appartengono ad un’altra era geologica).

Da quell’annuncio Pop!_OS ha mantenuto le promesse tanto che ad oggi il bootloader di default del sistema operativo è proprio systemd-boot. Certo GRUB è ancora presente, ma solo per situazioni di “Legacy BIOS mode”.

Cosa c’entrasse systemd con il bootloader se lo sono chiesti da subito in tanti, ma Lennart Poettering, suo creatore e manutentore (oltre che dipendente Microsoft) lo ha da sempre detto: systemd si interessa di tutto, dalle home directory ad, appunto, il processo di boot.

Tutta questa lunga premessa per dire che, anche se non ce ne si è accorti, l’ascesa di systemd-boot non è mai terminata.

È chiaro come fintanto che la sua implementazione rimane confinata a distribuzioni che potremmo definire di nicchia (se non altro per l’impronunciabile nome) come Pop!_OS allora la “preoccupazione”, se vogliamo chiamarla così, rimane limitata.

Quando però distribuzioni main stream come openSUSE dicono non solo che systemd-boot è disponibile, ma che addirittura i risultati del suo impiego stanno dando diverse soddisfazioni, allora ecco che forse vale la pena leggere con molta attenzione la notizia di Phoronix che ne parla.

Ad onor del vero altre distribuzioni, vedi Debian, Arch o Fedora supportano tutte in qualche modo systemd-boot, ma è sempre considerato “sperimentale”. A cambiare in questo caso è, per così dire, l’entusiasmo dei toni.

Tutto nasce da questo blog post di Douglas DeMaio, nel quale il PM di openSUSE afferma con chiarezza:

A shift from the traditional GRUB boot loader is promising better system boot performance and security.

Il cambiamento dal tradizionale boot loader GRUB si sta dimostrando migliore sotto l’aspetto delle performance e della sicurezza del boot

E via nella descrizione di tutti quelli che sono gli aspetti positivi in termini di semplicità ed efficienza di systemd-boot, soprattutto per quello che riguarda la full-disk encryption.

Viene fatto notare infatti come i boot loader tradizionali come GRUB richiedano l’incorporamento dei codici di decrittazione e delle funzioni di derivazione della chiave che possono complicare il codice del boot loader e il processo di avvio, con i derivanti rallentamenti all’avvio.

Con systemd-boot, queste responsabilità sono delegate al kernel Linux e allo spazio utente, il che aiuta a semplificare il processo di avvio.

Quindi, piaccia o meno, essendo questi temi oggi giorno determinanti, c’è da desumere come prima o dopo, a meno di enormi problematiche di sicurezza che dovessero insorgere, systemd-boot si farà strada ovunque.

Al momento quanto descritto si applica unicamente a openSUSE Tumbleweed (quindi la distribuzione rolling) ed è considerato ancora assolutamente sperimentale.

Ma l’entusiasmo, si sa, fa miracoli.

Da sempre appassionato del mondo open-source e di Linux nel 2009 ho fondato il portale Mia Mamma Usa Linux! per condividere articoli, notizie ed in generale tutto quello che riguarda il mondo del pinguino, con particolare attenzione alle tematiche di interoperabilità, HA e cloud.
E, sì, mia mamma usa Linux dal 2009.

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