In Twitter è partita la rivoluzione firmata Elon Musk. Ad acquisizione avvenuta, l'attenzione della nuova proprietà è tutta rivolta verso la revisione della piattaforma e la sua potenziale profittabilità. Così com'è non va, insomma, e serve trasformarla nel minor tempo possibile. Tant'è che dall'alto sono già arrivati ultimatum: o si fa come dico io e nei tempi che dico io, oppure quella è la porta.
SI PARTE DA TWITTER BLUE
Se si parla di profitti non si può non pensare a Twitter Blue, in sostanza l'unico strumento che il social ha per ottenere ricavi dagli utenti tramite una sottoscrizione a pagamento. Lanciato sul mercato a giugno 2021, il servizio è già stato oggetto di un aumento di prezzo la scorsa estate, con l'abbonamento passato da 3 a 5 dollari (4,99, per la precisione).
Nulla in confronto a ciò che potrebbe accadere a breve: 19,99 dollari potrebbe infatti diventare presto il prezzo ufficiale per iscriversi alla versione premium, un salto del 300% giustificato però dall'introduzione di una serie di novità importanti - almeno per Elon Musk. E a quanto pare, l'ultimatum sarebbe rivolto anche agli attuali abbonati: o passate al nuovo Blue entro 3 mesi, o perderete la spunta blu. La deadline imposta dalla nuova proprietà sarebbe il 7 novembre.
The whole verification process is being revamped right now
— Elon Musk (@elonmusk) October 30, 2022Il tweet riportato qui sopra è la dimostrazione che non si tratta di parole al vento: i lavori sono già in corso, anzi sembra che siano in fase di rifinitura. Con un rinnovato Twitter Blue Elon Musk intende sferrare il primo colpo contro bot e account fasulli - è il suo grande cruccio - visto che l'aumento di prezzo sarà giustificato proprio dalla garanzia di un sistema di verifica molto rigoroso. In pratica, la spunta blu potrà essere una garanzia della veridicità dell'account, tutto a scapito di bot e falsi che tuttora popolano la piattaforma. Musk vuole che gli abbonamenti rappresentino almeno la metà degli introiti della piattaforma.
LICENZIAMENTI
Una profonda riforma societaria passa inevitabilmente anche dalla revisione della forza lavoro. Lo abbiamo visto con i tagli del top management, mentre ora i dirigenti rimasti al loro posto sono impegnati a segnalare alla proprietà i nomi dei dipendenti che non rientrano più nel progetto. Inizialmente si era parlato addirittura di un 75% del personale da licenziare, Musk era successivamente intervenuto affermando che questo non sarebbe mai avvenuto in proporzioni così importanti.
Ne sapremo di più a breve, anzi, a brevissimo, perché per evitare di pagare i licenziati con premi in azioni la procedura dovrà essere necessariamente attuata entro il 1° novembre - domani.
TROLL SCATENATI
Non sarà un avvio facile quello di Elon Musk alla guida di Twitter, perché il nuovo proprietario dovrà fare i conti (anche) con i troll che da quando è stata data comunicazione dell'avvenuta acquisizione hanno riempito la piattaforma di decine di migliaia di tweet contenenti frasi d'odio.
L'intento era quello di far credere agli utenti "normali" che con l'inizio dell'era Musk in Twitter la piattaforma sarebbe stata molto più leggera nella moderazione, permettendo la pubblicazione di tweet sino a ieri non consentiti. Secondo le prime stime, i tweet sarebbero circa 50.000 pubblicati da 300 account. La campagna di trolling è stata denunciata dal responsabile della sicurezza di Twitter, che ha assicurato che nulla è stato modificato in termini di divieto nella pubblicazione di contenuti offensivi e di odio.
Anzi, Musk ha rilanciato in questi giorni annunciando la creazione di un consiglio di moderazione "con punti di vista ampiamente diversi":
To be super clear, we have not yet made any changes to Twitter’s content moderation policies https://t.co/k4guTsXOIu
— Elon Musk (@elonmusk) October 29, 2022IL NUOVO CORSO E GRANDI RITORNI
Licenziamenti, abbonamenti, inedite forme di moderazione: non si fermerà qui la rivoluzione di Twitter, poiché a quanto pare saranno revocati anche diversi ban imposti negli ultimi mesi - fatta eccezione per i casi considerati più gravi, ovvero quelli che sostengono la violenza in modo esplicito. Il primo nome che viene in mente è Donald Trump, estromesso dalla piattaforma subito dopo i tragici eventi del Campidoglio. Sempre che Trump voglia effettivamente tornarci, su Twitter, visto che lo aveva definito "un posto noioso".
Altro personaggio controverso pronto a tornare è Alex Jones, complottista rimosso da più piattaforme per le sue espressioni d'odio. Non ha mai manifestato pentimento, ed il fatto di essere bannato pressoché da tutti i social della rete potrebbe portare Musk a non riattivare il suo account.
Che sia chiaro: il passaggio di Twitter nelle mani di Elon Musk non significa che d'ora in poi il social network diventi terreno fertile per messaggi violenti, pubblicazione di fake news o contenuti d'odio. É in corso una revisione, questo è un dato di fatto, ma non per questo d'ora in poi ci sarà totale libertà di twittare. Come ha specificato la nuova proprietà, le decisioni sulle modalità verranno prese dopo la costituzione del consiglio di moderazione dei contenuti.