Unity pronta a voltare pagina: arriva la versione 6 del suo motore grafico 3D

2 months ago 130

Unity sta cercando di tornare sulla cresta dell’onda, dopo il pesantissimo danno d’immagine di più o meno un anno fa quando annunciò un nuovo sistema di prezzi. Nelle scorse ore ha rilasciato la nuovissima versione del suo motore grafico 3D, la 6.0, che fino all’anno scorso era una delle scelte più apprezzate dagli sviluppatori di videogiochi e altre tipologie di esperienze interattive.

La nuova versione di Unity incorpora tutta una serie di workflow ottimizzati per sviluppare con facilità videogiochi multiplayer online, e più strumenti e opzioni per i progetti rivolti alle piattaforme mobile principali, ovvero Android e iOS - non solo app native, ma anche browser-based.

A livello più tecnico, il nuovo motore promette prestazioni migliorate soprattutto nella renderizzazione, ed effetti grafici più moderni e avanzati, soprattutto dal punto di vista dell’illuminazione. Ci sarà spazio anche per l’intelligenza artificiale: Unity includerà infatti una nuova versione di Sentis, la sua libreria di librerie per l’uso di modelli di machine learning nel motore.

A settembre 2023 Unity non solo aveva annunciato un incremento dei prezzi, ma anche l’introduzione di una cosiddetta “runtime fee” che, retroattivamente, avrebbe preteso dagli sviluppatori una commissione per ogni download di giochi basati su Unity. La commissione era stata accolta con estremo disappunto dagli sviluppatori, e molti annunciarono che se ne sarebbero andati.

Nelle settimane successive Unity chiese scusa e apportò alcuni cambiamenti mitigatori, ma è difficile dire quanto abbiano avuto successo - appena un mese dopo John Riccitiello, l’amministratore delegato della società (per nove anni, prima dirigeva Electronic Arts) e principale fautore del nuovo sistema di prezzi, è stato cacciato; nei mesi a venire la società ha apportato massicci tagli al personale, e a settembre 2024, un anno esatto dopo il “fattaccio”, ha annunciato la rimozione della “runtime fee” e un dietrofront pressoché totale sulle modifiche annunciate l’anno prima.


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