Ma ve lo ricordate Google+? Gli inviti, le cerchie, i tasti +1, le spiegazioni sul perché fosse un social migliore di Facebook?
Era il 2011 quando venne lanciato e nel giro di poco tempo diventò il cuore di Google: tutto doveva passare da G+, tutto doveva avere un pulsante +1, tutti i servizi di Google non solo dovevano essere perfettamente integrati nel social network, ma dovevano diventare strumento attivo di promozione di Google+.
Durò una manciata d'anni e, nonostante tutti gli sforzi immani di Google, non prese mai davvero piede. Venne chiuso nel 2019, quando ormai era un posto dimenticato da tutti. Facebook, invece, sta ancora lì. Thumbs up.
Ma questo non è un altro articolo sul Google Graveyard, ossia sullo sterminato elenco di servizi lanciati e poi uccisi da Google (splendidamente raccolti, per altro, su KilledByGoogle.com). No, qui parliamo di servizi ancora vivi e attivissimi, che però pendono sempre da una parte all'altra, come banderuole al vento.
Parliamo di YouTube, ad esempio.
Tra iscrizioni, commenti e video risposte, YouTube ha sempre avuto un'importante componente social e, per certi versi, è sempre stato il social network più importante per Google.
Nel 2016 YouTube ha svelato una nuova funzionalità, chiamata Community: i canali con più di 1.000 iscritti (poi ridotti a 500) possono attivare le loro community e pubblicare dei post con foto e testo per comunicare con i propri utenti, che possono commentare.
Una funzione a metà tra un canale Telegram e un gruppo Facebook, potenzialmente molto interessante, ma abbandonata un po' a sé stessa. A sette anni dal lancio, le community sono quasi irraggiungibili da desktop.
Per arrivare ad un post della community dovrete necessariamente aprire un canale a cui siete iscritti e poi cliccare sul tab Community. Una serie di step che rendono davvero improbabile che un utente finisca a leggere un post da computer.
Si potrebbe ribadire che le Community non sono state pensate per uso da desktop, bensì da mobile: nell'app YouTube i post vengono effettivamente integrati nella home, alternati ai video.
Bene, ma ho comunque qualche domanda: perché cliccando sulle immagini, queste cambiano formato? Perché non aprono il post a tutto schermo, magari mostrando tutto il testo, di cui di base sono leggibili solo due righe? A chi serve l'interazione che mostra l'immagine con un formato diverso?
E perché da mobile non c'è una sezione dedicata solo alle community, in modo da poter leggere in un colpo solo tutti gli ultimi aggiornamenti dei canali che mi interessano?
Ma sorvoliamo pure sulle Community, che dopotutto sono una funzione secondaria per YouTube: parliamo invece di YouTube Shorts.
Gli Shorts, ossia video verticali di breve durata, sono senza se e senza ma una copia del modello TikTok (e dei Reels di Instagram, a voler essere buoni).
Sono spuntati un po' a sorpresa verso la fine del 2020, inizialmente come funzione sperimentale per il mercato indiano. Da quel momento in poi la disponibilità di è ampliata molto e YouTube ha fatto di tutto per spingere i suoi Shorts: ci ha investito letteralmente milioni e, se avete un canale, avrete sicuramente notato che, mediamente, gli Shorts vanno meglio dei video "normali."
D'altra parte, è comprensibile: gli Shorts durano meno e YouTube gli ha dedicato un intero pulsante (addirittura!) nell'app mobile, che avvia un'interfaccia che di fatto è una copia spudorata di TikTok. Tasti per mettere Like o commentare sul lato destro, descrizione in basso e swipe verso l'alto per cambiare video: l'esperienza utente è praticamente identica.
Ma non fraintendetemi, questo è un bene! Copiare dai leader di mercato va sempre bene, serve a non confondere l'utente.
Il problema è se per inseguire le ultime mode del momento, ti dimentichi cosa ti ha reso grande. E se gli Shorts sono stati ben implementati da mobile, da desktop sono ancora un disastro.
Chi vuole dedicarsi unicamente agli shorts anche da desktop ha (per fortuna) un tasto dedicato, che lancia un'interfaccia simile a quella mobile (tasti a destra, scorri per cambiare video).
Ma lasciamo perdere l'evidente problema di utilizzare un formato video pensato per smartphone anche su desktop, non starò qui a commentare la grande quantità di spazio inutilizzato nell'interfaccia che – per forza di cose – risulta inadeguata.
Quello su cui vorrei soffermarvi, invece, è la gestione degli Shorts per i canali che, semplicemente, non esiste. E se dando un'occhiata al nostro canale siete confusi e vi siete chiesti perché non abbiamo separato i video orizzontali dagli Shorts in verticale, è molto semplice: non è possibile farlo.
Com'è possibile che un gigante come Google non abbia ancora trovato una soluzione per rendere più fruibile questo casino anche da desktop? Perché non c'è ancora un toggle o un filtro per decidere cosa mostrare?
E per fortuna che da qualche tempo è arrivato almeno quel logo in basso a destra che identifica gli Shorts, altrimenti – fino a poco tempo fa – l'unico modo per distinguere gli Shorts dagli altri video era l'hashtag #shorts. Che pare vada necessariamente utilizzato per catalogare correttamente gli Shorts, perché aggiungere un apposita voce nel menu di upload sarebbe stato chiedere troppo.
E poi lasciatemi togliere un ultimo sassolino dalla scarpa: le copertine degli Shorts. Tutte quelle che vedete nell'immagine da sopra, verticali e ritagliate male, sono quelle selezionate autonomamente da YouTube, che evidentemente ha pensato bene che un frame in verticale incorniciato in un rettangolo orizzontale fosse la miglior esperienza utente possibile.
E voi potrete chiedervi: ma allora perché almeno non scegliete voi le copertine? La verità è che lo facciamo, ma utilizziamo immagini in orizzontale, dato che lo stesso YouTube mostra in Homepage la copertina corretta, orizzontale (e senza logo Shorts), ma nella visualizzazione del canale mostra un frame a caso, in verticale (con logo Shorts).
A questo punto è probabile che abbiate intuito dove voglio andare a parare: Google deve decidere cosa vuole da grande con i social.
Non può limitarsi a inseguire gli ultimi trend, cercando di implementare con pressapochismo idee già viste: perché gli Shorts magari funzioneranno pure (e me lo auguro), ma l'implementazione attuale è da incubo.
Manca di coerenza e, forse ancor più grave, sembra mancare di progettualità: insomma, dove stiamo andando? Gli Shorts sono qui per restare o sono l'ennesimo progetto che finirà nel Google Graveyard?