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A poco meno di un anno dal precedente video del 2023, dove andavamo ad analizzare come i vari brand di telefonia stessero seguendo ed aggiornando i propri dispositivi, oggi torniamo a parlare dell'argomento, con sempre gli stessi smartphone più alcuni nuovi sotto esame.
Abbiamo tenuto in analisi tutti i telefoni, o quasi, presenti all'interno del precedente contenuto, così da seguire non solo nel breve periodo ma anche sul medio e lungo periodo il ciclo vitale degli stessi smartphone. L'obiettivo è sancire quali aziende stanno lavorando bene sul supporto software e chi invece deve migliorare per arrivare al livello degli altri.
NB: IN BASE AL DISPOSITIVO E ALLA PROVENIENZA DELLO STESSO, POTREBBERO ESSERCI LIEVI DIFFERENZE TRA GLI AGGIORNAMENTI DEI NOSTRI SMARTPHONE DI TEST E I VOSTRI. AL NETTO DI QUESTE PICCOLE DIFFERENZE, I RAGIONAMENTI FATTI NEL PEZZO SONO COMUNQUE SEMPRE VALIDI.
Chi scrive non è un fanatico dei numeretti aggiornati per quanto riguarda le patch di sicurezza, ma riconosce l'importanza di uno smartphone aggiornato. Personalmente sono un grande fan di quei brand che magari si prendono una o due settimane in più per rilasciare un aggiornamento in cui non cambiano solo il numeretto delle patch, ma ci sono delle vere e proprie migliorie alle fotocamere, all'autonomia o alle prestazioni, per esempio.
All'interno di questo nuovo e aggiornato contenuto quindi andremo a classificare gli smartphone non solo per la quantità degli aggiornamenti rilasciati ma anche la qualità. Occhio alle soprese, come Nothing, ed alcune leggere delusioni, come in parte Motorola. Tra i prodotti che non abbiamo potuto visionare a lungo tempo c'è Sony, ma considerando anche le vendite quasi nulle non crediamo sia una perdita troppo grave. Manca ad esempio anche Vivo, poiché solo in questo 2024 è tornata forte anche sul nostro mercato.
I MIGLIORI: GOOGLE E I SUOI PIXEL
Pixel a fine 2023 si è presentata con i nuovi Pixel 8, i primi smartphone Android a supportare ben 7 anni di aggiornamenti tra major update, feature drop e patch di sicurezza. Non è tanto la longevità a farci mettere Google sul podio ma la qualità degli aggiornamenti e la ricchezza di nuove funzioni. Seppur lato grafico ogni tanto lo sviluppo della UI proceda a rilento, come dimostra il tema Pixel, "in beta" per più di due anni, le migliorie che arrivano su telefoni anche vecchi di 3-4 anni sono irraggiungibili per gli altri.
I feature drop portano una tonnellata di nuove feature e spesso anche vecchi Pixel hanno un supporto specifico. Non solo perché fin quando c'è il supporto a nuove versioni di Android si avrà sempre la certezza e garanzia di essere tra i primi a poter usufruire della beta pubblica e della versione stabile.
Ciò che al momento ci fa storcere il naso riguardo il supporto dei Pixel è l'esclusività di alcune funzioni software e soprattutto funzioni relegate al cloud. Già con i Pixel 8 e Pixel 8 Pro abbiamo visto delle feature cloud a disposizione soltanto della variante Prof, come il Video Boost, e con i nuovi Pixel 9, 9 Pro e 9 Pro XL il rischio di vedere questa forbice di funzioni farsi ancora più ampia è dietro l'angolo.
Alcune funzioni è lecito aspettarsi che dopo 3-6 mesi dal lancio vengano integrate anche nelle precedenti generazioni, ma altre è anche possibile aspettarsi che vengano invece spostate in soluzioni di abbonamento come Google One, portando quindi ad una ulteriore spesa per sfruttarle. Bene avere quindi 7 anni ma rispetto al passato aspettiamoci sempre più limitazioni software non dovute alla mancanza di hardware.
L'ALTERNATIVA: SAMSUNG E I SUOI GALAXY
Anche Samsung ha seguito la strada intrapresa da Google ed ha integrato sui suoi smartphone top di gamma 7 anni di aggiornamenti tra patch di sicurezza, versioni di Android ed integrando anche alcune funzioni AI basate sul Cloud. Nessun telefono del 2023 sotto analisi in questo articolo però supporta questa nuova politica di aggiornamento, essendo esclusiva soltanto dei top di gamma del 2024.
Fare questa introduzione era necessario poiché Samsung ha portato sui Galaxy S23, Z Flip 5 e Z Fold 5 tutte le funzioni di Intelligenza Artificiale esclusive, in fase iniziale, alle nuove versioni. Rispetto a Google, l'azienda coreana è stata decisamente più accorta a non fare discriminazioni software, a maggior ragione se non vi è dietro un motivo hardware o di incompatibilità.
In futuro, poiché sette anni sono tanti e le novità hardware sempre meno, è probabile che anche Samsung si pieghi a limitare alcune funzioni software ai nuovi dispositivi, ma poiché ad oggi sono soltanto congetture il voto per il supporto software non può che essere eccellente. I Major arrivano in tempo quasi come Google, anche sui telefoni più economici, e le patch sono praticamente mensili su ogni device.
Ciò che vorremmo vedere da Samsung è una miglioria costante non solo al numero delle patch di sicurezza ma anche rispetto alle prestazioni dei propri dispositivi, soprattutto quelli più economici. Ogni tanto è capitato qualche aggiornamento su S23 che ha peggiorato l'autonomia o la gestione delle temperature mentre Galaxy A54 nel tempo è diventato sempre più lento e con sporadici micro lag.
LE CONFERME: REALME, OPPO E ONEPLUS
Accorpiamo in questo capitolo OPPO ed i suoi due "sottobrand", seppur sia riduttivo chiamarli così. Realme e OnePlus ad oggi hanno una specifica autonomia ed una identità di brand abbastanza forte, ma è innegabile che molto know how in fase di produzione, condivisione di progetti e tecnologie ed infine lo sviluppo della UI grafica sia in collaborazione con OPPO.
La RealmeUI, la ColorOS e la OxygenOS ad oggi sono tre facce della stessa medaglia, con giusto delle minime differenze grafiche. Molte funzioni software proprietarie ad esempio le ritroviamo su tutti e tre i brand, come anche l'account usabile per alcune applicazioni. Questo a conti fatti è un PRO, poiché vedremo come anche i telefoni più economici giovino di questa differenziazione di brand.
Ho personalmente acquistato un Realme 9i a Gennaio 2022, quasi tre anni fa, per seguire da vicino il supporto di un prodotto economico, pagato 199€ al day one. Con estremo stupore ho potuto notare come i due major update promessi siano arrivati con perfetta tempistica, con 2 massimo 3 mesi di ritardo rispetto ai rivali Samsung, mentre le patch di sicurezza sono state stabili con un aggiornamento ogni due mesi, sporadicamente anche un aggiornamento al mese.
Ciò che a nostro modo di vedere è da uniformare fra i tre brand è la longevità del supporto. Realme nel 2023 supportava 2 major update e 3 anni di patch, mentre nel 2024 è passata a politiche di aggiornamento miste: alcuni telefoni ancora "2+3", altri "3+4" ed altri "4+4". OnePlus per i top di gamma offre ancora ad oggi 4 major update e 5 anni di patch di sicurezza, ma nel 2024 si è spinta anche a 6 anni di patch di sicurezza sul OnePlus Nord 4 mentre per le varianti CE abbiamo ancora un supporto "2+3".
OPPO nel 2023 è passata dai "2+3" degli OPPO A Family ai "2+4" degli Oppo Reno, creando anche qui molta confusione. Quello che si chiede è quindi una omogeneità maggior e una chiarezza sulle varie politiche. I telefoni economici sarebbe bene avere almeno quattro anni di aggiornamenti con tre anni di major, mentre dai medio gamma in su arrivare a quattro anni di major e cinque o più anni di patch.
GIOIE E DOLORI: NOTHING E MOTOROLA
Accorpiamo in questo capitolo Nothing e Motorola poiché entrambe le aziende fanno fede ad una interfaccia grafica tendente ad Android Stock, ed entrambe le aziende hanno delle line up di prodotti chiare e distinte. Avere una interfaccia grafica semplice è un bene sia per le prestazioni dei telefoni economici, andando a gravare poco sulle prestazioni, ma anche per la facilità nel produrre aggiornamenti per le aziende, riducendo al minimo i rischi di bug vari e complicazioni.
Nothing è sicuramente la sopresa in positivo del 2023: tutti i telefoni del brand continuano ad aggiornarsi con estrema regolarità: Nothing Phone (2) ed anche il più recente Nothing Phone (2)a stanno ricevendo quasi un aggiornamento al mese, con non solo patch di sicurezza ma anche tantissime migliorie, come testimoniano i changelog. I modelli più economici supportano tre anni di aggiornamenti con due Major, mentre gli altri si spingono a tre Major e quattro anni di patch. La UI grafica continua ad evolversi mese dopo mese, senza discriminazioni tra vecchi prodotti e nuovi o tra smartphone economici e costosi.
Motorola, al contrario di Nothing, sta facendo fatica a supportare in modo costante la sua line up di prodotti. Il Motorola Edge 40 fra le nostre mani è ancora fermo alle patch di Marzo 2024 con Android 13 e ha ricevuto lo stesso numero di aggiornamenti di Moto G84, uscito svariati mesi dopo. Proprio il Moto G84 ha ricevuto Android 14 a fine aprile, leggermente in ritardo rispetto ai competitor, tranne Honor, ma in una tempistica accettabile per un telefono da 200€.
Abbastanza male anche la longevità del supporto: il Moto G84 dopo essersi aggiornato ad Android 14 non riceverà altri Major. Tutti gli altri telefoni Motorola, di fascia superiore, del 2023 si fermeranno ad Android 15. Gli aggiornamenti quando arrivano sono quasi sempre patch di sicurezza con sporadicamente qualche bugfix. Rispetto alle tante novità che introduce Nothing siamo un passo indietro. Motorola tra l'altro non sta portando la HelloUI, la nuova interfaccia grafica, sui vecchi smartphone.
L'INGIUSTAMENTE CRITICATA: XIAOMI
Che Xiaomi si porti dietro molti fantasmi del passato è innegabile ma sarebbe ora di capire che, per l'appunto, appartengono al passato. Xiaomi non è sicuramente la migliore azienda per quanto riguarda gli aggiornamenti, e con tutti gli smartphone che hanno a listino non ci saremmo aspettati altro, ma nel 2023 e nel 2024 si è comportata decisamente bene.
Nel 2024 Xiaomi ha finalmente abbandonato la pratica, come Honor, di lanciare smartphone con vecchie versioni di Android. Nel 2023 lo abbiamo visto con Xiaomi 13 Lite ed i Redmi Note 12, una pratica che ha reso nullo il major update extra garantito alla fascia media. Rispetto ad Honor Xiaomi però ha aggiornato i propri telefoni nel giro di qualche mese e ad oggi tutti hanno Android 14, tra l'altro con non troppo ritardo.
I Major Update arrivano ed in tempo: i top di gamma come Xiaomi 13 Pro si sono aggiornati addirittura prima di Samsung, per fare un esempio, mentre parlando di medio gamma passiamo dai 2 ai 3 mesi di ritardo rispetto ai medio gamma Samsung. Quello che manca è quindi una omogeneità e costanza nel supporto, discorso riconducibile anche alle patch di sicurezza.
Rispetto a Motorola però Xiaomi ha portato su tutti i propri telefoni la nuova HyperOS, una operazione mastodontica seppur ovviamente non prima di bug su qualche smartphone. Il citato prima Xiaomi 13 Lite ha ricevuto quasi un aggiornamento al mese, per fare degli esempi, mentre il Redmi Note 12 Pro+ soltanto sei dalla sua commercializzazione. Questa forbice che a volte porta un dispositivo a ricevere il doppio del supporto dell'altro dovrebbe essere ridotta.
LA CRITICATA: HONOR E I MEDIO GAMMA
Honor nel 2023 non si è comportata bene con gli aggiornamenti. Non abbiamo avuto modo di tenere sott'occhio tutti i giorni smartphone come l'Honor Magic 5 Pro, che ha ricevuto quasi un aggiornamento ogni due mesi, ma abbiamo potuto farlo con i medi gamma. Il risultato è stato un ampio ritardo con i major update e un rilascio delle patch randomico. La longevità della politica è nella media, a metà tra Xiaomi e Motorola.
Il problema che abbiamo evidenziato in questo test è il seguente: Honor Magic 5 Lite esce con Android 12 e si aggiorna ad Android 13 soltanto a novembre del 2023, con Android 14 in rilascio su tutti i suoi competitor. Ad oggi Android 14 ancora non è arrivato e siamo ad Android 15. Honor 90 Lite è uscito con Android 13 e soltanto durante questa settimana dovrebbe ricevere finalmente Android 14. Honor X8b per fare un ulteriore esempio ha ricevuto Android 14 soltanto qualche giorno fa. Si può e deve fare di meglio.
FUORI CLASSIFICA: HUAWEI, ASUS E SONY
Aggiungiamo infine qualche riflessione su tre brand come Huawei, Asus e Sony. Il primo con il passaggio ad HarmonyOS e ai GMS ormai fa gara a sé, con le versioni Android che non vengono più aggiornate. Le patch di sicurezza comunque arrivano, circa ogni due mesi. Sony vende forse meno di Huawei, risultando con Xperia 5 V ed Xperia 1 V pressoché irreperibile nel nostro paese. Nel 2024 Sony ha fatto finalmente un passo in avanti riguardo la politica di aggiornamento ma i suoi smartphone sono ancora irreperibili per vie ufficiali.
ASUS al contrario di queste due aziende vende i propri prodotti, ovvero Zenfone e ROG, senza problemi. Qui come su Sony e Motorola non abbiamo politiche di aggiornamento longeve, i Major arrivano decisamente in tempo ma per il resto abbiamo degli aggiornamenti patch ogni circa due mesi e nulla più. Nel 2025 ci aspettiamo da ASUS una nuova politica di aggiornamento, e magari anche un ritorno allo Zenfone compatto.
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