Brutte notizie per gli utenti affezionati ad Alexa: l'aggiornamento che renderà l'assistente vocale di Amazon più intelligente e "conversazionale" potrebbe richiedere un nuovo abbonamento. Secondo quanto riportato da CNBC, Amazon starebbe infatti pianificando di separare l'accesso a questa versione potenziata di Alexa dal servizio in abbonamento Prime. Non è la prima volta che una voce simile emerge.
Al momento, Amazon non ha voluto rilasciare ulteriori commenti, ma sappiamo che oltreoceano c'è già la possibilità di provare in anteprima alcune funzionalità dell'Alexa potenziata attivando la versione preview, tuttavia gli sviluppi continuano.
Durante l'evento di presentazione dei dispositivi dello scorso settembre, Amazon aveva mostrato l'Alexa aggiornata basata su un modello di linguaggio avanzato (LLM). Questa trasformazione permetterà ad Alexa di comprendere meglio le frasi colloquiali e di eseguire più richieste in sequenza con un singolo comando. Ad aprile, l'amministratore delegato di Amazon, Andy Jassy, ha scritto in una lettera agli azionisti che l'azienda punta a "un'Alexa ancora più intelligente e capace", ma tra tutte le aziende, Amazon è quella che ha condiviso minori dettagli.
Da quando è arrivato ChatGPT a fine 2022, Amazon, Google e Apple sono in gara per rendere i propri assistenti vocali più utili grazie all'intelligenza artificiale generativa. Questa tecnologia permette all'assistente di includere il contesto nelle conversazioni, variare il tono di voce e simulare dialoghi più naturali. Si vocifera di un importante aggiornamento di Siri basato sull'intelligenza artificiale, che potrebbe essere presentato al WWDC del prossimo mese.
Google, da parte sua, ha già lanciato il nuovo assistente Gemini AI che permette di sostituire il classico Assistente Google sui dispositivi, ma che al momento manca di alcune funzionalità esistenti, come le routine e la modalità interprete per tradurre le conversazioni.
La notizia dell'abbonamento per l'Alexa potenziata potrebbe scoraggiare tutti coloro abituati alla gratuità del servizio. Resta da vedere se gli utenti saranno disposti a pagare per questa evoluzione.