La notizia è di qualche giorno fa, ma è sufficientemente grave da meritare comunque un approfondimento. Il protagonista è The Crew, il gioco di corse di fine 2014 firmato Ubisoft. A dicembre il publisher francese aveva annunciato che i server sarebbero stati spenti il 31 marzo 2024, e che il gioco sarebbe stato rimosso dagli store (ma non dagli account) dalla stessa data.
Ora, The Crew era un gioco che necessitava della connessione a internet per funzionare correttamente, e parte del divertimento consisteva nell'affrontare missioni in modalità cooperativa online o competere in gare PvP con 8 giocatori. Ciò nonostante, The Crew offriva anche una campagna singolo giocatore, oltre a tanti contenuti da sbloccare, e questo senza scomodare le due espansioni pubblicate da Ubisoft nel corso degli anni. Perché parlo al passato? Perché la chiusura dei server ha comportato ben di peggio che la dismissione della modalità co-op o PvP.
Il pericolo dei giochi in digitale
Tanti giocatori negli ultimi giorni hanno infatti riportato di peggio: la rimozione del gioco dalla loro libreria.
È vero che per la celebrazione dei 30 anni di Ubisoft, il publisher francese aveva regalato The Crew a tutti quelli che facevano richiesta di riscatto sul launcher proprietario, ma è anche vero che in tanti lo hanno acquistato, o magari hanno acquistato le espansioni dopo aver riscattato gratuitamente il gioco base. E ok la chiusura dei server, ma mantenere la possibilità di giocarci in singolo giocatore con l'eventuale check della licenza online era veramente il minimo sindacale. La scelta di Ubisoft invece è stata ben più drastica e impopolare:
"You no longer have access to this game": non hai più accesso a questo gioco tradotto, ma la cosa più grave è il proseguo della frase. "Perché non dare un'occhiata al negozio per proseguire le tue avventure?", per invitare gli utenti a comprare altri giochi, visto che quello acquistato (o riscattato, poco importa) non funziona più.
Il modo in cui tanti utenti interpreteranno la vicenda è piuttosto semplice: i giochi in digitale non sono davvero nostri. I publisher o i responsabili degli store digitali un giorno potrebbero svegliarsi e decidere che i prodotti da noi acquistati non sono più nostri, cancellandoli dalle librerie di migliaia di utenti con un solo click. Ed è difficile dargli torto. Anche nel caso si tratti di giochi online, si parla comunque di prodotti pagati appartenenti alla nostra libreria.
È sbagliato demonizzare il digitale?
Forse, invece che demonizzare il digitale, bisognerebbe iniziare a demonizzare gli store proprietari. Certo, su console non si scappa: per il digitale è obbligatorio appoggiarsi a Sony, Microsoft e Nintendo, ed è pur vero che anche qui si rischia di vedersi tagliati fuori dalle proprie librerie a distanza di anni. Infatti c'è una larga fetta di utenza che continua a difendere a spada tratta il formato fisico, anche se oramai il fisico è fortemente dipendente dal digitale.
Molte volte quando si inserisce un disco ci si trova di fronte a download di aggiornamenti di decine di gigabyte e obbligo di connettività a internet, rendendo di fatto il formato fisico una sorta di "orpello" che lascia il tempo che trova. Non è detto che fra 10 o 20 anni lo stesso disco funzioni correttamente su una PS4 o su Xbox: se dai server vengono rimossi gli aggiornamenti e disabilitato l'accesso al gioco, il formato fisico diventa un soprammobile dotato solo di valore affettivo.
Il discorso insomma è lungo e capace ancora di dividere la community dei giocatori. Su PC il consiglio è quello di appoggiarsi a negozi terzi come Steam, Epic Games Store e GOG, preferendo appunto queste librerie che quelle proprietarie dei publisher. È pur vero che The Crew è sparito anche da Steam. Questo è quanto si legge sulla pagina del gioco:
Nota: Tutte le edizioni di The Crew e i loro contenuti aggiuntivi non sono più disponibili per l'acquisto.
I possessori di The Crew potranno continuare a giocarci fino al 31 marzo 2024. Dopo questa data, i server del gioco verranno spenti, il che renderà impossibile a chiunque l'accesso al gioco.
Magari The Crew apparirà ancora nella libreria Steam dei giocatori, ma Ubisoft ha comunque reso impossibile giocarci.
Da una parte è sbagliato demonizzare il digitale, vista la sua comodità, l'eventuale motivazione ecologica che ne deriva (non c'è un bene fisico da produrre, trasportare e vendere) e la facilità di gestione anche cross-platform (ad esempio da PS4 a PS5). Dall'altra è difficile dare contro a chi non riesce a convincersi della sua bontà, visti episodi come questi.