Nel variegato mondo degli aggiornamenti Android, c'è una telenovela in corso da anni, e che ci sta regalando una nuova puntata: il conflitto tra Google e Samsung sui Seamless Update (a proposito, sapete come aggiornare il vostro telefono Android all'ultima versione?).
La GrandeG spinge da tempo infatti per gli aggiornamenti A/B, ma questo sistema non piace al gigante di Seul, che non lo ha adottato neanche con gli ultimi Galaxy S24. E la situazione che potrebbe continuare anche se, come sembra, Google rimuoverà il supporto agli aggiornamenti non-A/B.
Per chi si stesse perdendo tra questi tecnicismi, da diverso tempo Android supporta gli aggiornamenti A/B, detti anche Seamless Update in quanto consentono di utilizzare il telefono durante un aggiornamento software.
Ad esempio, quando un telefono avvia il processo di aggiornamento, inizia prima a scaricare i file, poi il dispositivo inizierà a installare l'aggiornamento in background mentre state ancora usando il telefono, senza interrompervi.
Questo è possibile perché vengono utilizzate due partizioni identiche, una (A) è utilizzata dall'utente e l'altra (B) è utilizzata dallo strumento di gestione degli aggiornamenti di Android. Una volta che il telefono è stato aggiornato, si riavvia e gli aggiornamenti vengono spostati in pochi secondi alla partizione A.
Due sono i vantaggi di questa soluzione. Il primo è che potete utilizzare il telefono durante l'aggiornamento, mentre in passato la parte di installazione dell'aggiornamento richiedeva il riavvio e l'impossibilità di usare il dispositivo per un certo periodo, e il secondo è che così se qualcosa va storto il telefono può sempre tornare a un aggiornamento precedente.
Ovviamente anche con il Seamless Update c'è un riavvio, ma è questione di secondi, non minuti, e praticamente tutti i produttori Android hanno adottato questa soluzione.
Samsung però si è sempre opposta. Perché? Perché se questo sistema ha il vantaggio di permettervi di utilizzare il telefono durante l'installazione dell'aggiornamento, è anche vero che il processo stesso è più lento, in quanto ci possono volere da 20 a 30 minuti, contro i 5-15 minuti di un aggiornamento non-A/B.
Inoltre con i Seamless Update dopo il riavvio sono necessari alcuni minuti di "ottimizzazione".
C'è poi un'altra questione. Poco dopo l'introduzione dei Seamless Update, veniva utilizzata più memoria del necessario, e forse per questo Samsung non ha mai adottato il sistema. Adesso questo problema è risolto, e Google negli anni sta sempre più spingendo per l'adozione del sistema, che dall'anno scorso è ancora più veloce, ma Samsung non ne vuole sapere.
Ora, dicevamo, si è aggiunto un nuovo capitolo nella vicenda. Come scovato da Mishall Rahman, nel codice AOSP è stato aggiunto un nuovo commento che suggerisce come Android non supporterà ufficialmente più gli aggiornamenti non-A/B.
Quindi fine della storia? No, purtroppo. Come sottolinea Rahman, Samsung potrebbe ancora tecnicamente evitare di utilizzare i Seamless Update, in quanto potrebbe sviluppare il proprio meccanismo di aggiornamento per i suoi dispositivi, o semplicemente modificare la novità di Google nelle versioni di Android interessate.
L'unico modo per Google di costringere effettivamente Samsung a utilizzare gli aggiornamenti A/B sarebbe applicarlo nei requisiti di compatibilità di Android o attraverso gli accordi di licenza GMS per le app Google.
L'azienda aveva già provato a farlo con Android 13, ma alla fine aveva desistito, il che ha portato Samsung a continuare sulla sua strada.
Ora la palla passa a Samsung, ma abbiamo poche speranze che ci sarà un cambio di rotta.