Poche reazioni sono radicate negli esseri viventi come la paura: a seguito di uno stress, l'amigdala produce ormoni come l'adrenalina, che a loro volta creano un effetto a cascata aumentando la frequenza cardiaca, il flusso sanguigno e inviando più glucosio nei muscoli: (a proposito di paura, sapete come controllare lo stato della batteria su Windows?).
Nelle grandi aziende non è molto diverso, ed è quanto sta avvenendo a Microsoft, che dopo aver assistito a un costante calo delle sue quote di mercato a causa dell'avanzare di Mac e Chromebook, si è trasformato nel maggior promotore di chip ARM (leggi anche: come installare Windows su Mac con chip M1, ma anche M2 o M3).
E se Intel trema, gli utenti avranno di che sorridere, perché nel prossimo futuro possiamo attenderci più computer basati su questa architettura, e soprattutto con meno limitazioni.
A dichiararlo, un nuovo rapporto del Wall Street Journal, dal titolo evocativo "È la fine di Intel Inside?", in cui si analizzano gli sforzi di Microsoft per superare i limiti dei computer con ARM e dare battaglia ad Apple sul suo stesso terreno.
Frustrata dal lento sviluppo di Intel, che rallentava il rilascio dei propri computer, la casa della mela nel 2020 ha lanciato i suoi primi computer dotati di chip proprietario, creato utilizzando l'architettura ARM e costruito da TSMC. Le altre intenzioni erano sfruttare la stessa profonda integrazione hardware e software che aveva negli iPhone e iPad e avere una maggiore autonomia rispetto ai chip Intel.
Il passaggio, coraggiosissimo, è stato un successo, e se Apple ha favorito la transizione con il programma Rosetta, che consente di eseguire su chip ARM programmi pensati per l'architettura x86, in relativamente poco tempo gli sviluppatori più importanti hanno convertito le loro app alla nuova architettura. E finalmente a giugno di quest'anno la casa di Cupertino ha completato la transizione annunciando i nuovi Mac Pro con chip ARM, eliminando dal catalogo ogni computer con processore Intel.
E Windows? Al momento ci sono già sul mercato portatili basati su ARM, ma sono piuttosto limitati, ed è la stessa casa di Redmond ad ammetterlo, elencando i problemi maggiori.
Tra questi, prima di tutto i driver (per hardware, app o giochi), che funzioneranno solo se sono progettati per un PC basato su Windows 11 ARM, e se un driver non funziona, anche l'app o l'hardware che si basa su di esso non funzionerà (almeno non completamente).
Per quanto riguarda i giochi e le app, Windows rileva che potrebbero non funzionare se utilizzano una versione di OpenGL superiore a 3.3 o se si basano su driver "anti-cheat" che non sono stati realizzati per PC basati su Windows 11 ARM. Infine, le app che personalizzano l'esperienza di Windows, come alcuni editor di metodi di input (IME), tecnologie assistive e app di cloud storage, potrebbero avere problemi.
Insomma, passare a un computer Windows con ARM adesso significa potenzialmente avere una macchina "castrata" (date un'occhiata alla nostra recensione di Surface Pro 9 SQ3, giusto per farvi un'idea).
Ma le cose stanno cambiando. Come abbiamo anticipato in apertura, a causa del calo delle quote di mercato (immagine sopra, da Statcounter le quote di computer desktop negli anni in riferimento ai sistemi operativi), anche Microsoft si è "stufata" di Intel, e si sta impegnando duramente per rimuovere le limitazioni di Windows su ARM.
La soluzione potrebbe in parte venire utilizzando un approccio basato su cloud.
In ogni caso, non dobbiamo pensare a una soluzione uguale per tutti. Probabilmente Microsoft sta pensando agli utenti aziendali, quelli da cui ricava i maggiori guadagni e per cui potrebbe produrre soluzioni economiche e semplici da gestire da parte del reparto IT.
L'approccio consentirebbe di eseguire le stesse app su qualunque tipo di architettura, anche ARM, e anzi Microsoft lo sta già utilizzando per consentire alle persone di eseguire app Windows su iPhone, iPad e Mac.
Questo approccio lascerebbe scoperti gli utenti comuni, ma il dominio di Intel ne risulterebbe fortemente intaccato. Appunto, Intel cosa fa?
L'amministratore delegato dell'azienda Pat Gelsinger ha di recente affermato che la ragione per le ottime prestazioni di Apple sono la possibilità di combinare CPU, GPU e memoria in un'unica unità, e Intel intende raggiungere questo obiettivo entro il prossimo anno.
Morris Chang, il fondatore di TSMC, che produce i chip per Apple, non è convinto, e ha detto che Intel non riuscirà a raggiungere questo obiettivo e rimarrà "un'ombra di TSMC". Ma il mondo dell'elettronica è pieno di colpi di scena, Intel è un gigante pieno di risorse e nel settore entrano in gioco anche le componenti geopolitiche.
Se le aziende americane non riuscissero ad avere accesso a TSMC a causa dell'aggressione della Cina nei confronti di Taiwan, la situazione cambierebbe drasticamente.