Google deve offrire alternative al Play Store per scaricare app sugli smartphone Android. Così si è espresso il giudice James Donato del tribunale della California, un'ingiunzione destinata a rivoluzionare il mercato così come accaduto con Apple. Non solo, perché l'azienda di Mountain View non potrà nemmeno stipulare accordi di non competizione con soggetti terzi o pretendere il lancio esclusivo di app sul suo Play Store.
La sentenza rappresenta il risultato più significativo della causa Epic Games vs Google iniziata nel 2020 e potrebbe permettere agli sviluppatori di pagare commissioni più contenute rispetto alle attuali comprese tra il 15 e il 30%.
COSA PREVEDE LA SENTENZA
La sentenza descrive nel dettaglio i cambiamenti che Google dovrà apportare sul mercato statunitense a partire da novembre per 3 anni:
- non potrà pagare le aziende per avere l'esclusiva (temporanea o permanente) del lancio di un'app
- non potrà pagare le aziende per preinstallare il Play Store sugli smartphone
- non potrà pagare le aziende perché non competano con il Play Store
- non potrà obbligare gli sviluppatori di app ad utilizzare il sistema di fatturazione del Play Store
- dovrà informare gli utenti dell'esistenza di alternative più economiche per gli acquisti
- dovrà permettere agli app store alternativi l'accesso al catalogo di app del Play Store
- dovrà supportare gli app store Android alternativi sul Play Store
Il fondatore di Epic Games Tim Sweeney ha così commentato la sentenza su X:
L'ingiunzione della Corte si applica solo agli Stati Uniti, quindi la battaglia legale e normativa proseguirà in tutto il mondo. [...] Tutti gli sviluppatori di app, i creatori di store, gli operatori telefonici e i produttori hanno 3 anni per realizzare un ecosistema Android dinamico e competitivo con una massa critica tale che Google non possa fermarlo.
IL COMMENTO DI GOOGLE
Le modifiche imposte dal giudice su richiesta di Epic sono destinate a mettere a rischio la privacy e la sicurezza dei consumatori, rende più difficile la promozione delle app da parte degli sviluppatori e riduce la concorrenza. Così ha commentato la sentenza Lee Anne Mulholland, VP Affari normativi di Google, spiegando che "queste modifiche presumibilmente soddisfano Epic" ma "causeranno una serie di conseguenze indesiderate che danneggeranno i consumatori americani, gli sviluppatori e i produttori di dispositivi".
Google ha annunciato che farà ricorso per dimostrare che
- Apple e Google competono direttamente per i consumatori, iOS e Android competono sullo stesso mercato.
- Apple e Google competono direttamente per gli sviluppatori di app. L'azienda di Mountain View investe per "rendere il più semplice possibile lo sviluppo per Android", mentre "Apple ovviamente fa lo stesso: compete per convincere gli sviluppatori a dare priorità a iOS".
- Android è aperto e Google Play non è l'unico modo per ottenere app: gli sviluppatori hanno più opzioni per distribuire le loro app. "Ad esempio, Epic Games ha reso disponibile la sua popolare app Fortnite agli utenti Android tramite Samsung Galaxy Store, sideloading ed Epic Games Store, il tutto mentre Fortnite non è stato distribuito tramite Google Play".